di Hervé Le Corre
Edizioni e/o, 2018
Traduzione italiana di Alberto Bracci Testasecca
pp. 302
€ 18,00
Dopo cinque
anni di prigione per una rapina finita male, Franck va a vivere dalla famiglia
di suo fratello Fabien in una casa malconcia nella campagna francese vicino a
Bordeaux. Ad accoglierlo c'è Jessica, la moglie di Fabien che quasi lo
stordisce a causa della sensualità che riversa addosso ad un uomo che ha
vissuto lontano dal mondo per così tanto tempo. Franck prova a riabituarsi pian
piano alla vita, con una tranquilla circospezione.
La narrazione procede con un ritmo
lento. Sembra non succedere nulla, in quella casa dove convivono la donna, i
suoi genitori e sua figlia, in una povertà sciatta che però non sfocia nell'indigenza.
È piuttosto un crescente disagio a dominare l'ambientazione. Il protagonista fatica a reinserirsi e deve fare i conti col fatto che dopo gli anni in
prigione tutti i ponti sono stati bruciati. Questa difficoltà è accentuata
dall'impenetrabilità della famiglia di suo fratello, che oscilla tra l'ostilità
e l'indifferenza. Roland, il
padre, fa affari sporchi con Serge, il gitano che controlla la criminalità
della zona con sprezzo nei confronti di chiunque. Un alone di
mistero, di non detti, di sentimenti inespressi riempie pian piano l'atmosfera. Franck si
muove disorientato, cade nelle braccia di Jessica vinto da un erotismo
perturbante, osserva tutto senza capire. Dov'è suo fratello? Si è cacciato nei
guai?
Le Corre si
conferma una penna sopraffina. Le descrizioni avvolgenti riescono a infondere
anche nelle azioni quotidiane un senso profondo, ineffabile, che parlano di
un'umanità colpita dalla vita ma che affronta l'esistenza con un'accettazione
che le conferisce forza. I verbi al
passato prossimo dànno un senso di vicinanza ai fatti raccontati. Nella parte
finale si passa addirittura al presente.
Ignorava tutto degli esseri umani, dei nodi che si portano dietro, dei baratri in fondo ai quali si rifugiano o si smarriscono. In prigione, e anche prima, aveva imparato che era meglio diffidarne, perché a seconda dei casi rappresentavano un pericolo o facevano pena.
Nonostante
un'infanzia vissuta con un padre alcolizzato e la durezza del periodo in
carcere, Franck ha conservato una sua sensibilità, che in alcuni momenti
lo rende fragile. Ma è tutt'altro che un'anima candida: la tensione che si è
percepita sin dall'inizio esplode all'improvviso una sera, in discoteca,
quando Jessica viene violentata. La donna rivela completamente l'inclinazione
distruttiva che aveva già fatto percepire e Franck, nello sforzo per
tenerla fuori dai guai, darà sfogo a un lato istintivo e violento che ne
cambia i connotati rispetto alla mitezza che sembrava contraddistinguerlo. Non
sarà l'unico momento in cui questo aspetto del protagonista verrà fuori,
stupendo lui per primo. Nella ricerca di nuovi punti di riferimento per
orientarsi nel mondo dopo la detenzione, Franck dovrà anche esplorare se stesso,
tra le asprezze e le debolezze. Le Corre riesce a descrivere anche i sentimenti
più torbidi (come la carnalità feroce del sesso e la sete rabbiosa di vendetta) con parole delicate, avvicinandosi
con rispetto al mistero che si cela in ognuno di noi.
Intanto si
delineano meglio i contorni del ginepraio in cui il protagonista è finito suo
malgrado: una questione di droga, soldi e tipi loschi che è meglio non far
arrabbiare. La
situazione precipita, da ogni punto di vista: il rapporto di Franck con i
componenti di quella strana famiglia si fa sempre più teso, in un clima
di desolazione umana aggravato dalla svolta drammatica della trama criminale che costringe il protagonista a nuove, difficili decisioni. Franck è un uomo lacerato da una violenza che lo lascia spossato, portandolo quasi al disgusto per la vita. Una vita che gli ha consegnato una pesantezza che sembra sempre insostenibile, fino a quando
rincara la dose e si fa ancora più gravosa. Nel momento in cui il testo ci ricorda che il protagonista ha
solo ventisei anni rimaniamo increduli: alla sua età ha già vissuto più di
quello che uno dovrebbe vivere.
Percorrendo la strada di campagna in mezzo alla massa cupa degli alberi Franck si è sentito di nuovo solo, si è visto alla deriva in mezzo a tenebre vuote, senza dimensioni. Cercava di ricostruire gli eventi della serata e trovava solo immagini durevoli come quelle di un sogno che scappa, ma lacerate di grida.
Scambiare i lupi per cani parla di uomini e
donne che hanno perso l'innocenza da troppo tempo per farsi ancora illusioni.
Ma la commozione è una cosa che ti resta dentro.
Se c'è
qualcosa di noir, è la visione del mondo di Le Corre. Poetica e struggente,
feroce, senza concessioni al romanticismo ma mai cinica.
Nicola Campostori
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