Denkmal für die ermordeten Juden Europas (memoriale per gli ebrei assassinati in Europa) è in Cora-Berliner-Strasse, Berlin-Mitte Foto di ©StefanoCrivelli |
Cari Lettori,
per la Giornata della Memoria abbiamo pensato di raccogliere alcuni consigli di letture a nostro parere molto toccanti per portare l'attenzione sul tema del razzismo, oltre che ricordare il dramma incommensurabile della Shoah. Di questi tempi, è decisamente necessario tornare a provare empatia e non restare freddi davanti agli orrori della Storia.
Come sempre, insieme al consiglio trovate il link che vi porterà alla recensione, all'invito alla lettura o al "Pillole di Autore", per scoprire il libro più da vicino.
La Redazione
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Barbara consiglia:
"Il buio oltre la siepe" di Harper Lee (Feltrinelli)
Perché: un libro divenuto simbolo della lotta al razzismo, non direttamente collegato alle stragi della Seconda Guerra Mondiale, ma che per il suo appello al rispetto e alla solidarietà verso ogni essere umano costituisce una lettura illuminante per ricordare il senso di ogni 27 gennaio: celebrare il valore di ogni essere umano, il suo diritto all'esistenza e alla dignità.
A chi cerca un libro capace di far sorridere e riflettere allo stesso tempo, un libro per alimentare la speranza nell'uomo, anche quando la spietatezza sembra prevalere. C'è sempre un usignolo pronto a far sentire la sua voce, un sentiero illuminato oltre la siepe buia. A chi lo cerca, senza stancarsi.
Famiglia Grosso, Torstrasse 223 (Berlin-Mitte) Foto di Stefano Crivelli, gennaio 2019 |
Carolina consiglia:
"La notte" di Elie Wiesel (La Giuntina)
Perché quello di Wiesel è un libro necessario, che si incide profondamente nella coscienza e trasmette un messaggio vero e immediato sulla Shoah. Alla stregua di Se questo è un uomo, La notte ci racconta della barbarie e del dovere del ricordo, della lunga notte dello spirito che è stata la seconda guerra mondiale, ma anche della profonda umanità con cui alcuni hanno provato a opporsi al Male.
A chi: ai professori che cercano qualche spunto forte da portare in aula; agli studenti degli ultimi anni delle scuole superiori, che verranno toccati dal linguaggio semplice e durissimo con cui Elie descrive la sua sofferenza; a chi ha amato Primo Levi e condivide la necessità di "scolpire nel proprio cuore" quel che è stato e ripeterlo ai propri figli, perché dimenticare è il crimine peggiore.
Famiglia Salinger, Rosenthalerstrasse 39, Berlin-Mitte Foto di ©StefanoCrivelli, gennaio 2019 |
Carolina consiglia:
"Il veleno di Auschwitz. Il volto e la voce: testimonianze in TV (1963-1986)" di Primo Levi, a cura di Frediano Sessi e Stas’ Gawronski (Marsilio)
Perché un libro molto esile diventa, grazie al dvd allegato, una fonte di riflessione importante: le parole di Primo Levi, registrate in diverse interviste Rai e qui riportate per intero, ci mostrano una chiave d'accesso inusuale al personaggio, ma anche alla sua esperienza di narratore della Shoah. Levi ci mostra una via d'uscita, una possibilità di sopravvivenza, nella modestia e nell'equilibrio, nella saggezza pacata, ma soprattutto nella speranza. Perché, come dice lui stesso nonostante tutto, "vale la pena di scommettere sull'uomo".
A chi ama l'integrazioni di fonti letterarie e non letterarie; a chi si lascia suggestionare dalla parola o si chiede come si possa sopravvivere all'esperienza diretta della ferocia umana (non troverà una risposta, ma certo qualche spunto per indirizzare il ragionamento verso nuove strade); a chi vuole scoprire un Levi inedito e conoscerlo meglio, al di là del ruolo e delle etichette che siamo tutti pronti a imporgli.
Claudia consiglia:
"Quando si spengono le luci" di Erika Mann (Il Saggiatore)
Perché: è raccolta di racconti brevi ambientati nella Germania nazista, un testo che sta sottilmente al confine tra la narrativa e la saggistica.
Dieci storie ispirate a fatti reali, dieci spaccati di vita comune. Troverete impiegati, professori, medici, ufficiali, intellettuali, contadini che ogni giorno vivevano immersi nella pubblica menzogna, piccoli soldatini di uno Stato che se ne serviva per volontà di potenza.
A chi: ai lettori che non conoscono ancora Erika Mann, scrittrice, giornalista, attrice, reporter, eccellente conferenziera che riuscì a scappare dalla Germania sulla soglia dell'orrore. Ai lettori che non smettono di cercare un perché indagando le pieghe della Storia nelle storie comuni.
Federica consiglia:
Una delle vecchie sinagoghe di Berlino Foto di ©Stefano Crivelli, gennaio 2019 |
Perché spesso si ha riluttanza a leggere storie che raccontano degli orrori della Seconda Guerra Mondiale, vuoi per la sofferenza che si proverebbe a ogni pagina, vuoi perché quando si legge a volte si cerca di evadere dalla realtà. In questo testo la Storia fa da sfondo a una storia di finzione originale e brillante, in grado di non oscurare ciò che è successo veramente.
A chi non è mai stanco di conoscere le migliaia di storie che si celano dietro la verità. A chi non vuole dimenticare che dietro tutto l’orrore della Shoah c’era un uomo, semplicemente. Ai ragazzi delle scuole medie a cui si vuole insegnare senza annoiare.
Gloria consiglia:
"Gli occhiali d'oro" di Giorgio Bassani (Feltrinelli)
Perché: Ci sono tante premesse per l'emarginazione sociale che ha portato alla promulgazione delle leggi razziali e alla successiva persecuzione; in questo romanzo, come anche nel più noto Il giardino dei Finzi-Contini e in altre opere, Bassani riesce a toccare il cuore del lettore mostrando come non basti essere buoni cittadini per essere rispettati e stimati, ma ci siano pregiudizi che sono in grado di portare enorme sofferenza nei soggetti esclusi.
A chi: farei leggere questo romanzo a chi tratta con sufficienza e con leggerezza certe tematiche sociali. È assolutamente impossibile restare indifferenti davanti a una storia come questa.
Sabrina consiglia:
"Destinatario sconosciuto" di Kressman Taylor (Rizzoli)
Perché: perché l’autrice, nelle non molte pagine di un racconto lungo, ha saputo ricreare il clima che avvelenava il mondo in quel 1938. Prima della guerra, prima di Auschwitz. Ma, in questa storia di amicizia, ambientata negli anni dell’ascesa hitleriana, c’è già in nuce tutta la Storia e il suo orrido carico di atrocità.
A chi: al lettore che, per ricordare questa Giornata della memoria, desidera farsi raccontare una storia, la storia di due amici, un ebreo americano e un tedesco, che il nazismo dividerà. E al lettore che ama essere sorpreso: il finale arriva rapido come una stilettata. E assolutamente non previsto.
Stefano consiglia:
"Il museo delle penultime cose" di Massimiliano Boni (66th and 2nd)
Perché: è un "accadde domani" ma allo stesso tempo una fotografia dell'Italia di oggi: superficiale, rabbiosa, senza memoria e pronta a giustificare qualsiasi ingiustizia quando ne è vittima qualcun altro.
A chi: a chiunque rifiuti tolleranza e passività nei confronti del Male, a chi è convinto che solo il ricordo dei grandi crimini del passato, soprattutto quando i testimoni non ci saranno più, può aiutare a porre un argine a quelli del presente.