Ovunque sulla terra gli uomini
di Marco Marrucci
Racconti, 2018
pp. 135
€ 14 (cartaceo)
€ 5,99 (ebook)
Ecco cosa dirò appena ti vedo, appena il tuo viso da tragedia eschilea verrà a occhieggiare attraverso la feritoia della porta dischiusa. Nessuna divagazione, nessun proemio ampolloso. Le prime parole devono saper dire tutto e comprimere gli spazi dello sdegno e della replica. L'attacco fulmineo è l'attacco vincente: me lo hai insegnato tu. Ma dopo, Marten? (p. 63)
Se è vero che il progetto grafico
è l'abito di un libro, quello di Ovunque sulla terra gli uomini sembra
essere stato cucito su misura dal miglior sarto della città. Quale idea può
infatti trasmettere l'insieme di forme e colori che vanno a costituire la
copertina di questo libriccino se non quella di essere lì, nello spazio e nel
tempo nei quali l'autore ci sta narrando quei precisi eventi, eppure al
contempo di non poter essere in alcun hic et nunc possibile?
Quale sensazione, se non quella di essere presenti in un luogo onirico dai
confini labili e scontornati come nella pittura espressionista?
Nei dieci brevi racconti di
Marrucci le pennellate sono infatti dense di colore, più adatte a evocare
emozioni e sentimenti che a raccontare storie precise e dettagliate: i periodi
lunghi e complessi, carichi di subordinate e divagazioni più simili a
peregrinazioni della mente che a digressioni, male si prestano a mantenere il
lettore fermo sulla narrazione, tanti sono gli aggettivi, i nomi e i verbi che
vanno a colpire la sua attenzione; perfettamente invece si prestano a farlo
calare dentro a storia, a fornirgli una torcia e qualche
indicazione su come leggere gli eventi e a farlo, poi, perdere fra le strade di
San Salvador, fra i campi notturni della Tessaglia, fra i canali di Firenze. La
scrittura di Marrucci, decisamente barocca, denota una ricerca lessicale
coraggiosissima e puntuale, un bisogno fortissimo di scuotere, mescolare,
surriscaldare la mente del lettore, di costringerlo quasi a provare qualcosa, a
non restare indifferente davanti a ciò che accade nelle poche pagine che
compongono le storie.
La lettura risulta dunque non
solo piacevole, bensì anche colorata, intrigante, suggestiva, un’esperienza
immersiva degna di nota considerando anche che l’autore è un esordiente (e
dunque complimenti alla casa editrice e al gran lavoro di scouting che sono
riusciti a fare).
C’è un “però” che vorrei sollevare, uno di quei dubbi che non possono non emergere negli esordi “col botto”: mi piacerebbe vedere Marrucci all’opera con altre opere, con altre sfide, con altri testi non necessariamente più lunghi – la sua forza è nella densità, non nell’estensione – ma più complessi. Fra i dieci racconti proposti in Ovunque sulla terra gli uomini io credo che la linea da seguire (una linea sottile, tracciata con un bastone lungo una spiaggia) sia quella delle Notti sopra la Tessaglia, il racconto che più di tutti sa combinare l’effetto straniante dell’annullamento del qui e ora di cui sopra con una capacità narrativa ottima sia dal punto di vista formale (lessico ricco variegato, sintassi precisa e appropriata eccetera) che contenutistico (la narrazione si apre, si evolve e si conclude in un cerchio perfetto).
C’è un “però” che vorrei sollevare, uno di quei dubbi che non possono non emergere negli esordi “col botto”: mi piacerebbe vedere Marrucci all’opera con altre opere, con altre sfide, con altri testi non necessariamente più lunghi – la sua forza è nella densità, non nell’estensione – ma più complessi. Fra i dieci racconti proposti in Ovunque sulla terra gli uomini io credo che la linea da seguire (una linea sottile, tracciata con un bastone lungo una spiaggia) sia quella delle Notti sopra la Tessaglia, il racconto che più di tutti sa combinare l’effetto straniante dell’annullamento del qui e ora di cui sopra con una capacità narrativa ottima sia dal punto di vista formale (lessico ricco variegato, sintassi precisa e appropriata eccetera) che contenutistico (la narrazione si apre, si evolve e si conclude in un cerchio perfetto).
Un ottimo libro, dunque, che non
deve ingannare il lettore: non è consigliabile, nonostante la sottigliezza del
dorso, terminarlo in una sola giornata. È bene invece soffermarsi su ogni parola, meditare su ogni dettaglio che l'autore ha voluto fornirci.
David Valentini