di Luis Sepúlveda
Guanda, nov. 2018
Illustrazioni di S. Mulazzani
Traduzione di I. Carmignani
pp. 107
€ 14 (cartaceo)
€ 7,99 (ebook)
Un'avventura ricca di sensibilità scaturisce di nuovo dalla penna di Luis
Sepúlveda. Ancora una volta lo scrittore
ci regala una storia che fa riflettere e pensare.
Da
sempre legato a temi inerenti alla natura e al rapporto anche conflittuale
tra l’uomo e l’ambiente, questa volta la protagonista della storia è una balena
che ha un compito ben preciso da assolvere: proteggere la Gente del Mare, il
popolo dei Lafkenche. Si tratta di una popolazione che vive un legame antico e profondo con le
balene e con il mare, perché sono le balene a condurre gli abitanti verso il
loro ultimo viaggio.
Sepúlveda sceglie nuovamente il genere
della favola, con una scrittura diretta, chiara e comprensibile, intervallata dalle illustrazioni della
bravissima Simona Mulazzani, che si ineriscono all’interno del testo,
arricchendo di piacevolezza la lettura.
Con
una perfetta combinazione di fatti, leggende e tradizioni, lo scrittore ci
conduce su una terra posta nel lontano Sud del mondo, dove gli uomini
e gli animali convivono fino a quando non iniziano ad arrivare a bordo di navi
altri uomini che, con cattiveria e noncuranza, cercano di prendere ciò che vogliano
senza prestare attenzione e riguardo alcuno.
“Non ci davano la caccia per cibarsi delle nostre carni, ma per l’olio dei nostri intestini, che ardeva illuminando le loro case. Non ci ammazzavano per paura della nostra specie; lo facevano perché gli uomini temono il buio e noi balene possediamo la luce che li libera dalle tenebre.” (pp.41 e 43).
Utilizzando la fantasia, l’autore restituisce al lettore uno scampolo di verità.
Lo sguardo si posa su aspetti che fanno parte del nostro vissuto e con i
quali ogni giorno ci confrontiamo a partire dalla solidarietà, dal rispetto per
il prossimo e per ciò che ci circonda, ma talvolta anche con poca attenzione o addirittura indifferenza.
“Era una conchiglia di loco, un mollusco squisito, con l’esterno ruvido, pietroso, e l’interno bianco come una perla. Accostala all’orecchio e la balena ti parlerà disse il piccolo lafkenche e si allontanò a passo svelto sulla spiaggia di ciottoli scuri. Lo feci. E sotto il cielo grigio del Sud del Mondo, una voce mi parlò nell’antico idioma del mare” (p. 15).
Scorrono rapide le emozioni, appassionano le
descrizioni dei luoghi e dei loro abitanti, dove usi passati si ripetono in
maniera ciclicamente armonica.
Con sapiente
abilità, l'autore tratteggia vicende e sentimenti, veloce è il ritmo della narrazione e
coinvolgente la trama, che vede un linguaggio realizzato ad hoc per il “narratore”
davvero speciale in questa vicenda.
Tra figure toccanti e immagini suggestive, ci si
ritrova a valutare il senso stesso dell’esistenza, catapultati in atmosfere ancestrali. Con forza emergono la bellezza della
natura e il coraggio degli esseri viventi, sebbene non manchino difficoltà e
ostacoli.
“I balenieri che mi avevano arpionato si stavano avvicinando. In quel momento capii che da loro non avevo più nulla da imparare. Chiamavano scialuppe le imbarcazioni piccole, remi i bastoni usati per muoversi e far manovre, ramponiere l’uomo incaricato di lanciare gli arpioni affilati come quello che avevo nel fianco, ed erano spinti dall’odio per le grandi creature del mare” (p. 79).
Il suo fare lirico e deciso si adattano a grandi e
piccoli lettori, la favola e il mito fanno da quinta a una vicenda piena di
fascino, dove fino alla fine non si può non parteggiare per la grande signora
degli oceani.
Un
meraviglioso viaggio, tra reale e metaforico, all’insegna dell’esplorazione e
della scoperta, una straordinaria
avventura che stravolge prospettive consuete e usuali. Una girandola di sensazioni si perdono nel blu profondo
del mare, in un mare riscaldato dai raggi del sole e custode imperituro di memorie
e ricordi senza tempo.
Come un moderno aedo, Sepúlveda stupisce e
affascina, commuove ed entusiasma, riportando racconti arcaici di prodi valorosi ed eroi dal manto
color della luna!
Silvia
Papa
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