di Chiara Gamberale
Feltrinelli, 21 febbraio 2019
pp. 224
€ 16,50 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
Quale enorme terremoto scuote le nostre vite, quando si diventa genitori? E quanto la maternità, in particolare, può essere difficile, se portata avanti senza un compagno? Il nuovo romanzo di Chiara Gamberale, L'isola dell'abbandono, si apre in una riunione dei "genisoli", ovvero i genitori single che si riuniscono periodicamente per condividere le proprie storie, insieme alle difficoltà, alle frustrazioni, spesso al rancore per il compagno assente. Se all'inizio pensiamo che Franco possa essere il protagonista, poi cambiamo idea: è certamente Michela, con suo figlio difficile da crescere; anzi, Lidia, con il suo pancione al nono mese e la sua forza d'animo, a narrarci la storia. E invece no: la protagonista è lì presente, in silenzio, e la scopriamo solo dopo che gli altri hanno parlato. Suo figlio si chiama Emanuele, ha sei mesi ormai, ma da tre mesi suo papà Damiano dorme nel suo studio. Cosa sta accadendo? La protagonista non è più convinta di poter essere ancora la compagna di quell'uomo che è stato suo amante per nove anni e che, con la gravidanza, ha deciso di rivoluzionare la vita di entrambi.
Restare è una parola difficile. Lei ha più dimestichezza con le fughe, volute o inevitabili, come nel caso della sua prima storia d'amore, da cui è uscita dilaniata e più volte umiliata; eppure, ancora pensa a Stefano con tenerezza, giustifica con la malattia i suoi cambiamenti d'umore repentini, gli stessi che le hanno ispirato il personaggio di Pilù, un coniglietto bipolare. Sì, perché lei è una disegnatrice per bambini, il suo mondo è sempre stato legato alla regressione infantile, a mettere nero su bianco e a colorare i suoi sentimenti e le sue paure. Ma non sempre la fuga sulla carta può bastare: Stefano glielo ha insegnato, lui che l'ha "piantata in asso" proprio a Naxos, l'isola dove anche Arianna ha subito simile trattamento da Teseo. Ed ecco che il passato ritorna, mito e ricordi si intrecciano: i flashback ci riportano sull'isola ventosa dove la protagonista ha subìto prima un abbandono e poi ha incontrato Di, un surfista torinese, lì per trasformare il ristorante del nonno defunto in qualcosa di nuovo, o solo per accogliere la sua eredità di ristoratore. Di è completamente diverso da Stefano, ed è proprio questo a scatenare nuovi sentimenti, violenti come il desiderio di riscatto e di liberazione dai propri fantasmi.
Eppure il passato non perdona... O forse, semplicemente, siamo noi a doverlo perdonare per poi poter andare avanti. Chiara Gamberale ci offre ancora una volta la possibilità di confrontarci con le nostre certezze e di minarle o di riconfermarle. Ma, soprattutto, porta a enormi interrogativi sulla nostra identità di donne, quando viene rimessa a nuovo dalla maternità: cosa dire, infatti, della protagonista, che ama il suo Emanuele, eppure si sente a volte prigioniera della sua enorme responsabilità? Come può recuperare sé stessa, i suoi desideri, tornare a vivere anzitutto come creatura, se non guardando al passato e cercando di fare i conti con Papà Trauma e Mamma Ossessione? Era stato Di, a parlarle per la prima volta di loro. E adesso che si ripresentano alcune paure pesanti, prepotenti, alla protagonista il pensiero di dieci anni prima, del suo lungo soggiorno a Naxos, torna come una malattia che racchiude in sé forse anche la cura.
E allora eccoci pronti a viaggiare nel tempo e nello spazio, a osservare le trasformazioni di questa donna che sa farsi ora problematica e fragile, ora vitale e fortissima per salvare chi ama. Come sempre, a colpire è la vivezza dei personaggi, la profondità della loro storia e delle loro ossessioni: è proprio nel loro essere fragili e veri la loro forza. Alla fine di questo romanzo pare di aver fatto un passo in più lungo il cammino delle nostre emozioni.
GMGhioni