Buongiorno lettori!
Oggi inizia il mese di marzo e il Carnevale ormai alle porte: abbiamo pensato di giocare con il proverbio che a "Carnevale ogni scherzo vale". Dunque, eccoci qui a raccontarvi cosa è stato / non è stato uno scherzo leggere e perché: come sempre, insieme al consiglio trovate il link alla nostra recensione per scoprire se ogni testo fa per voi!
Buon Carnevale e buon mese di grandi letture,
La Redazione
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Per Carolina è stato uno scherzo leggere...
“Giulia 1300 e altri miracoli” di Fabio Bartolomei (edizioni e/o)
Perché a spingerla verso questo libro è stato un pregiudizio positivo, che la lettura ha confermato fin dalle prime pagine. Perché aveva già amato il film prima di scoprire che fosse tratto da questo testo, e tra le pagine l'amore si è rinnovato e moltiplicato. Perché le risate frequenti non hanno mai impedito di riflettere sul risvolto più serio e morale che la storia di Diego, Claudio e Fausto porta con sé. Perché a volte si avverte la necessità di cose belle e che fanno sorridere, e Bartolomei pare non mancare mai un colpo in questa direzione. E perché nella storia di questi tre inetti che cercano una redenzione e trovano una famiglia, è impossibile non ritrovarsi almeno un po'.
Per Cecilia non è stato uno scherzo leggere...
“Fenomenologia del cialtrone” di Andrea Ballarini (Laterza)
Perché: perché nonostante l'impostazione semiseria adottata dall'autore per addolcire l'amara pillola della cialtroneria - intesa come piaga sociale e culturale fin troppo sottovalutata, e dalle conseguenze evidentemente nefaste - la sensazione di disagio cresceva ad ogni capitolo e ad ogni esempio, per quanto esilaranti essi fossero. E difatti era proprio così che il saggio di Ballarini raggiungeva il suo scopo, reso esplicito nel vero e proprio test finale, congegnato apposta per misurare il proprio grado di cialtroneria. Il cosiddetto "buono a nulla capace di tutto" va dunque riconosciuto e ridimensionato prima che il suo ego abnorme sia causa dell'altrui male (guarda caso mai del suo!), ma Ballarini ci ricorda di tenere sempre la guardia alta in prima persona: perché la cialtroneria può annidarsi nell'indole di chiunque, anche in chi si sente immune dal contagio.
Per Debora non è stato uno scherzo leggere...
“Ragazze elettriche” di Naomi Alderman (Nottetempo)
Perché oggi la distopia, specie quella di impronta femminista, spaventa per la verosimiglianza con certi aspetti della realtà contemporanea. E non è stato uno scherzo leggere questo libro che è un pugno allo stomaco, destabilizzante e brutale a tratti, ma che spinge a porsi domande talvolta scomode ma fondamentali. Non solo sulla condizione femminile ma anche su quanta umanità siamo disposti a perdere in nome del potere.
Per Federica non è stato uno scherzo leggere...
“Sofia veste sempre di nero” di Paolo Cognetti (Minimum Fax)
Perché non è mai semplice guardarsi allo specchio in maniera obiettiva, senza nascondere ciò che non vogliamo vedere. Cognetti, con i racconti della vita di Sofia, esplora le mille sfaccettature dell'universo femminile, fatto di donne che cercano un posto nel mondo, che devono fare i conti con i loro sentimenti e le loro aspirazioni, che non riescono a trovare la luce in fondo al tunnel della vita. In ogni donna protagonista c'è un pezzo di ognuna di noi, in una lotta continua tra volere e potere. La difficoltà provata è tutta conseguenza della bruciante verità che in ogni pagina viene svelata e messa a nudo.
Per Federica è stato uno scherzo leggere...
“L'annusatrice di libri” di Desy Icardi (Fazi)
Perché grazie alla storia di Adelina, giovane ragazza di quattrodici anni che non riesce a leggere nel modo tradizionale del termine, ma scopre di poterlo fare annusando gli odori emanati dai libri, l'amore per la cultura ci viene presentato in tutta la sua forza e necessità. Per chi non può immaginare, come me, un momento della sua vita lontano dalle pagine di un libro, fumetto o giornale che sia, pensare di affrontare mille difficoltà pur di non cedere al silenzio del sapere mi sembra una delle lotte migliori da combattere nella vita. Ma anche perché l'universo del libro è popolato da figure femminili divertenti e affascinanti, dando un quid di valore in più a un testo, già di suo, bello e delicato.
Per Giulia non è stato uno scherzo leggere...
“Gli annientatori” di Gianluca Morozzi (Tea)
Perché: perché siamo naturalmente poco portati a fidarci del prossimo. Nella nostra mente si annida sempre il sospetto che dietro a chiunque e qualunque situazione possa nascondersi qualcosa che ci ferirà o ci farà del male. Morozzi, in questo romanzo a tratti lovecraftiano, mostra quante perversioni e follie ci possano essere in ognuno di noi, in un artista e disegnatore che sembra farci un favore nel lasciarci casa sua, nella famiglia estremamente gentile che ci affitta un appartamento. Ci si affaccia in un pozzo di malvagità completa e l'unico desiderio sarebbe quello di svegliarsi e scoprire che tutto quanto è stato una burla ben architettata.
Per Gloria non è stato uno scherzo leggere...
“L'animale che mi porto dentro” di Francesco Piccolo (Einaudi)
Perché: vi è mai capitato di leggere un libro che parla di una delle esperienze che vi hanno segnato di più? Ecco, l'io narrante richiama il classico prototipo del maschio che non sa contenere le proprie pulsioni per un gioco perverso di conferma dell'autostima. Traditore seriale, portato ora ad autogiustificarsi ora a lottare contro la sua natura, il protagonista del libro è tanto verosimile da assomigliare a qualcuno che si incontra per strada...
Certamente un libro che può far male, ma indicato per conoscere qualcosa in più del lato deteriore e "animale" che tanti cercano di ammansire, se non altro.
Per Gloria è stato uno scherzo leggere...
“L'amica geniale” di Elena Ferrante (edizioni e/o)
Perché: è una saga scritta benissimo, con una storia semplice eppure potente come accade quando si creano personaggi imperfetti eppure che restano scolpiti nella mente del lettore grazie a episodi fortissimi. Il difficile, semmai, è stato resistere alla tentazione di leggere subito dopo anche i volumi successivi, Storia del nuovo cognome, Storia di chi fugge e di chi resta e Storia della bambina perduta.
Chiunque ami le storie di amicizie fortissime, che si intrecciano e proseguono nonostante le differenze caratteriali apparentemente inconciliabili apprezzerà indubbiamente i capolavori di Elena Ferrante.
Per Ilaria non è stato uno scherzo leggere...
“Sull'Iliade” di Rachel Bespaloff (Adelphi)
Perché: l'aspetto che ha maggiormente colpito la nostra redattrice è stato senza dubbio l'interpretazione innovativa del poema omerico da parte dell'autrice di origine bulgara Rachel Bespaloff. Man mano che le pagine scorrono, infatti, davanti ai nostri occhi vengono dipinte delle similitudini del tutto inedite e assai pregevoli tra gli eroi nati dalla penna del cantore Omero, gli dei greci e gli altri personaggi di opere fondanti della nostra cultura, quali la Bibbia e le storie raccontate da Lev Tolstoj. Con un'accuratezza senza eguali veniamo trasportati su quei campi di battaglia e all'interno di quelle città antiche, ma per la prima volta assistiamo alle gesta di eroi e dei che si riflettono come in uno specchio con le azioni di personaggi che mai avremmo pensato di accostare loro.
Consigliato a coloro che amano perdersi per poi ritrovarsi nelle gesta epiche che rappresentano dei veri e propri pilastri della nostra cultura, sognando ancora l'incipit dell'Iliade:
«Cantami, o Diva, del pelide Achille
l'ira funesta che infiniti mali
provocò agli Achei...".
Per Sabrina è stato uno scherzo leggere...
“Dio di illusioni” di Donna Tartt (Rizzoli)
Perché, nonostante la mole abbastanza sostenuta e la vicenda tutta giocata sul concetto greco di rito, tra riferimenti dionisiaci e rimandi complessi alla filosofia e alla cultura greca, o forse proprio per questo, il romanzo si legge con l’atteggiamento di un assetato che non smette di abbeverarsi a una fresca fontana. Indimenticabili sono i personaggi che l’autrice tratteggia e i legami misteriosi, quasi tribali, che si formano in questo piccolo gruppo isolato dal resto degli studenti di Harvard, uniti da un’intensa passione per lo studio del greco, dalla fascinazione per il carismatico docente. Il quale instilla idee pericolose e attraenti: “la bellezza è terrore e che cosa ci potrebbe essere di più bello e terrificante che perdere ogni controllo?” Cosa che i ragazzi faranno. Ecco la tragedia, cara al mondo greco, e il segreto. Di cui il lettore viene presto messo a conoscenza. Ma, sorprendentemente, non è tanto ciò che è accaduto ad essere importante, ma come l’evento sconvolgerà la psiche dei ragazzi coinvolti.
Per Samantha non è stato uno scherzo leggere...
“Rosa rosa amore mio” di Wang Zhenhe (Orientalia)
Perché è un libro di un autore taiwanese ma adattato in dialetto catanese. La vicenda è ambientata all’epoca della guerra in Vietnam ed è un libro di denuncia sociale, nonostante l’ironia che pervade tutto il romanzo. La struttura dell’opera è fortemente connessa a questo uso del linguaggio e lo stesso narratore, che per la maggior parte dell’opera appare onnisciente, a volte irrompe con precisazioni linguistiche e parentesi esplicative, creando un effetto straniante che ha il merito di coinvolgere il lettore nel tessuto narrativo.
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