di Vanni Santoni
Mondadori, 2019
pp. 607
€ 20 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
In questo suo nuovo romanzo, l'autore di La stanza profonda e L'impero del sogno abbandona il mondo fantastico per dedicarsi a un romanzo familiare a dir poco intricato. L'albero genealogico dei Michelangelo, rappresentato nelle prime pagine, ha avuto una improvvisa complicazione, quando Antonio Michelangelo ha avuto ben cinque figli da tre donne diverse (senza contare le altre numerosissime donne che hanno costellato la sua vita!). E il romanzo parte proprio dalla lettera dell'ormai anziano Antonio, che vuole incontrare tutti e cinque i figli in una data e a un orario ben stabiliti. Peccato che ognuno dei suoi figli sia lontano, completamente immerso nelle proprie battaglie personali (chiamarle "affari" sarebbe riduttivo) e soprattutto... non tutti sono a conoscenza degli altri!
Sì, perché i Michelangelo sono tutto fuorché uniti: lo capiamo fin dalle prime pagine, quando Enrico scopre dalla madre Margherita che quello che ha sempre chiamato "papà" in realtà non lo era! Sdegno, sofferenza, stupore sono solo alcuni dei tanti sentimenti che portano Enrico a rifiutare, di primo acchito, l'invito di Antonio Michelangelo. Ma la curiosità è sempre in agguato, manco a dirlo, specialmente per uno come Enrico - laureato in Lettere, alla ricerca di un'occupazione meno frustrante di quella attuale -, per cui il mondo del ricco Michelangelo è un puro miraggio. Infatti, Antonio è stato un ingegnere di successo, imprenditore, ma soprattutto artista poliedrico, autore di un fortunato romanzo sulla Resistenza; poi, certo, ha distrutto più volte la sua fama e il suo impero, ma è senza dubbio una persona che di tanto in tanto torna sotto i riflettori. Per Enrico già questo è sorprendente e difficile da accettare; il fatto di avere anche quattro sconosciutissimi fratellastri, poi...
Ma Vanni Santoni ha in serbo per noi più cambi di scena: nelle oltre seicento pagine di questo romanzo, prepara l'incontro finale e fa crescere l'attesa di incontrare (finalmente) questo pater familias assolutamente non convenzionale, raccontandoci le vite dei fratelli. I geni non si smentiscono: nessuno ha scelto la vita più semplice per raggiungere i propri obiettivi. C'è chi, come Cristiana, sta ancora provando a emergere nel complicatissimo mondo dell'arte, ma l'Italia non offre nulla agli artisti e dunque eccola trasferirsi a Londra, a Berlino, elaborare progetti, sperimentare a più non posso struggendosi di tanto in tanto per la fantasia dei suoi colleghi / rivali. Costruire legami? Manco a parlarne!
D'altra parte, se Cristiana ed Enrico sembrano aver ereditato i geni paterni per quanto riguarda l'irrequietezza sentimentale, Louis ha preso il talento nell'impelagarsi in affari apparentemente convenienti, potenzialmente letali (in senso più o meno metaforico). Legalità non è certo una costante nei traffici di Louis a Bali: parola d'ordine, invece? Soldi veloci e facili, investimenti ingenti che portano però a guadagni esorbitanti. Il rischio, si sa, è da mettere in conto.
Forse, l'unica via per salvarsi, è andare lontano, come hanno fatto la primogenita Aurelia, importante medico al San Raffaele di Milano, e Rudra, che ha riversato nello studio e nello sport le energie prima impiegate a sentirsi frustrato per una simile famiglia. Guarda caso, i due hanno trovato un loro equilibrio per sposarsi e ricominciare a vivere: Aurelia ha due figlie e un lavoro fisso; Rudra è sposato con un ragazzo svedese e vive là, lavorando in una scuola materna.
L'invito di Antonio Michelangelo, sempre e comunque, è occasione perché il passato torni spesso per forza nel proprio presente: se per Aurelia, ormai entrata in una vita borghese, c'è poco spazio nel romanzo, ben quattro lunghe sezioni sono dedicate agli altri figli. Per Enrico è tutto una nuova scoperta, ma per Cristiana, Rudra e Louis la presenza di Antonio Michelangelo nella loro infanzia è stata ingombrante e li ha decisamente condizionati, portandoli ora all'emulazione e alla richiesta di attenzioni, ora al disprezzo (Louis, in particolare, ha più volte pensato ai suoi fratellastri Rudra e Cristiana, visti una volta per caso..., e a quell'infanzia insieme che gli è stata negata più volte).
Resta sempre un po' di incredulità nel guardarsi in faccia e pensare che gli altri sono i propri fratelli o fratellastri: ma tutti e quattro (Aurelia resta, come già detto, a margine) condividono la curiosità: cosa bolle in pentola? Antonio Michelangelo non può certo limitarsi a parlare loro di eredità, o forse la vecchiaia lo ha reso più convenzionale?
I quattro possibili romanzi delle vite di Enrico, Louis, Cristiana e Rudra si stringono attorno al tanto atteso epilogo, per poi rifrangersi in altri epiloghi, alcuni chiusi, secondo la tradizione, altri più aperti. A unire questi personaggi, il linguaggio: o meglio, i dialoghi, che sono un vero e proprio punto di forza: Santoni sceglie discorsi diretti liberi per lasciare che i lettori seguano senza interruzioni le vicende dei suoi personaggi e si lascino trasportare dai tanti caos delle loro vite. Nelle loro battute e nelle loro vicende, Santoni infila una critica non sempre velata sull'ambiente artistico e sul mondo del lavoro, tratteggiando l'assoluta incertezza di chi va avanti a tentoni, attraverso il precariato lavorativo e la precarietà sentimentale. Divertimento intelligente assicurato, per chi non si fa spaventare dalla mole del romanzo!
GMGhioni
D'altra parte, se Cristiana ed Enrico sembrano aver ereditato i geni paterni per quanto riguarda l'irrequietezza sentimentale, Louis ha preso il talento nell'impelagarsi in affari apparentemente convenienti, potenzialmente letali (in senso più o meno metaforico). Legalità non è certo una costante nei traffici di Louis a Bali: parola d'ordine, invece? Soldi veloci e facili, investimenti ingenti che portano però a guadagni esorbitanti. Il rischio, si sa, è da mettere in conto.
Forse, l'unica via per salvarsi, è andare lontano, come hanno fatto la primogenita Aurelia, importante medico al San Raffaele di Milano, e Rudra, che ha riversato nello studio e nello sport le energie prima impiegate a sentirsi frustrato per una simile famiglia. Guarda caso, i due hanno trovato un loro equilibrio per sposarsi e ricominciare a vivere: Aurelia ha due figlie e un lavoro fisso; Rudra è sposato con un ragazzo svedese e vive là, lavorando in una scuola materna.
L'invito di Antonio Michelangelo, sempre e comunque, è occasione perché il passato torni spesso per forza nel proprio presente: se per Aurelia, ormai entrata in una vita borghese, c'è poco spazio nel romanzo, ben quattro lunghe sezioni sono dedicate agli altri figli. Per Enrico è tutto una nuova scoperta, ma per Cristiana, Rudra e Louis la presenza di Antonio Michelangelo nella loro infanzia è stata ingombrante e li ha decisamente condizionati, portandoli ora all'emulazione e alla richiesta di attenzioni, ora al disprezzo (Louis, in particolare, ha più volte pensato ai suoi fratellastri Rudra e Cristiana, visti una volta per caso..., e a quell'infanzia insieme che gli è stata negata più volte).
Resta sempre un po' di incredulità nel guardarsi in faccia e pensare che gli altri sono i propri fratelli o fratellastri: ma tutti e quattro (Aurelia resta, come già detto, a margine) condividono la curiosità: cosa bolle in pentola? Antonio Michelangelo non può certo limitarsi a parlare loro di eredità, o forse la vecchiaia lo ha reso più convenzionale?
I quattro possibili romanzi delle vite di Enrico, Louis, Cristiana e Rudra si stringono attorno al tanto atteso epilogo, per poi rifrangersi in altri epiloghi, alcuni chiusi, secondo la tradizione, altri più aperti. A unire questi personaggi, il linguaggio: o meglio, i dialoghi, che sono un vero e proprio punto di forza: Santoni sceglie discorsi diretti liberi per lasciare che i lettori seguano senza interruzioni le vicende dei suoi personaggi e si lascino trasportare dai tanti caos delle loro vite. Nelle loro battute e nelle loro vicende, Santoni infila una critica non sempre velata sull'ambiente artistico e sul mondo del lavoro, tratteggiando l'assoluta incertezza di chi va avanti a tentoni, attraverso il precariato lavorativo e la precarietà sentimentale. Divertimento intelligente assicurato, per chi non si fa spaventare dalla mole del romanzo!
GMGhioni
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