Cercasi Frida disperatamente
di Ian Castello-Cortes
di Ian Castello-Cortes
L’ippocampo, 2019
Traduzione di Daniela Magnoni
pp. 148
€ 12,00 (cartaceo)
Chiunque volesse andare alla ricerca di Frida Kahlo non dovrebbe addentrarsi in nessun luogo se non nei suoi dipinti: questi, difatti, furono sempre il ritratto semplice e fedele della sua realtà, e non, come spesso è stato creduto e ancora si tende a credere, la trasposizione più o meno onirica e fantastica del suo mondo interiore. Era lei stessa a dichiararlo, dopotutto, e al netto delle precauzioni con cui bisognerebbe interpretare i commenti degli artisti sul proprio operato, la visione dei quadri della pittrice messicana resta il modo più efficace per avvicinarsi alla sua verità, e non solo a quella estetica. Personaggio amatissimo anche al di fuori della cerchia degli studiosi e degli addetti ai lavori, icona popolare e femminista al centro di un interesse relativamente recente che ne ha fatto conoscere la straordinarietà del percorso biografico e del processo creativo attraverso mostre, monografie, documentari, biopic (e non poco merchandising), Frida ha dato origine a un autentico culto post mortem. Un culto che ha ovviamente il suo pellegrinaggio, e che grazie a Cercasi Frida disperatamente, lavoro di Ian Castello-Cortes appena pubblicato in Italia da L’ippocampo, può essere compiuto da chiunque e comodamente da casa.
Traduzione di Daniela Magnoni
pp. 148
€ 12,00 (cartaceo)
Chiunque volesse andare alla ricerca di Frida Kahlo non dovrebbe addentrarsi in nessun luogo se non nei suoi dipinti: questi, difatti, furono sempre il ritratto semplice e fedele della sua realtà, e non, come spesso è stato creduto e ancora si tende a credere, la trasposizione più o meno onirica e fantastica del suo mondo interiore. Era lei stessa a dichiararlo, dopotutto, e al netto delle precauzioni con cui bisognerebbe interpretare i commenti degli artisti sul proprio operato, la visione dei quadri della pittrice messicana resta il modo più efficace per avvicinarsi alla sua verità, e non solo a quella estetica. Personaggio amatissimo anche al di fuori della cerchia degli studiosi e degli addetti ai lavori, icona popolare e femminista al centro di un interesse relativamente recente che ne ha fatto conoscere la straordinarietà del percorso biografico e del processo creativo attraverso mostre, monografie, documentari, biopic (e non poco merchandising), Frida ha dato origine a un autentico culto post mortem. Un culto che ha ovviamente il suo pellegrinaggio, e che grazie a Cercasi Frida disperatamente, lavoro di Ian Castello-Cortes appena pubblicato in Italia da L’ippocampo, può essere compiuto da chiunque e comodamente da casa.
Parlare di luoghi, quando si parla di Frida Kahlo, non è mai una faccenda neutrale. Per una donna della sua caratura, destinata a diventare simbolo del Messico, quella dell’appartenenza fu sempre una questione molto sentita: non solo in quanto rivendicazione di un’origine (a dispetto del sangue ungherese e tedesco che le scorreva nelle vene da parte di padre), ma anche nei termini di una vera e propria costruzione della personalità, e dunque del personaggio, con cui lei per prima intendeva proporsi agli altri e al pubblico. Ian Castello-Cortes ne è ben consapevole, e non è certo un caso se il profilo della sua illustre biografata acquista spessore e solidità proprio in virtù delle molte stratificazioni topografiche di cui il suo lavoro dà puntualmente conto.
Articolato in nove tappe, il viaggio alla ricerca di Frida segue un criterio cronologico: forse il più banale ma in effetti il migliore per scandire una materia molto complessa, dal momento che gli spostamenti e le soste dell’artista andarono sempre di pari passo con le gioie, i drammi e gli incontri decisivi della sua vita (primo fra tutti quello con il compagno Diego Rivera). Uno dopo l’altro, si susseguono gli snodi di un percorso esistenziale breve (la pittrice morì nel 1953 a soli 46 anni) ma di estrema intensità, che Ian Castello-Cortes denomina in modo chiaro e sempre evocativo: L’inizio, L’incontro con Diego, America, Ritorno in Messico, Vendere, Indipendenza, Coyoacàn, Il lume vacilla, La santificazione. All’interno di ogni capitolo, l’autore va alla ricerca di Frida tracciando un itinerario minuzioso e appassionante, che aiuta a comprendere al meglio le peculiarità della sua figura. Grandi protagoniste, ovviamente, sono le case in cui abitò, ma nel tratteggiare una mappa fedele e per nulla scontata del passaggio di Frida su questa terra, Castello-Cortes dedica pagine anche alle scuole che ebbe modo di frequentare, agli alberghi in cui si trovò a soggiornare, alle camere di degenza degli ospedali in cui fu più volte ricoverata, alle gallerie in cui le capitò di esporre i suoi dipinti e, non da ultimo, ai musei che oggi li custodiscono. La Frida che nasce a Città del Messico (il 6 luglio 1907), che lì vuole sempre tornare e che lì trova anche la morte (il 13 luglio 1953), fa così i conti con i numerosi spostamenti negli Stati Uniti (da lei rinominati sarcasticamente “Gringolandia”) a seguito del marito, e con un’Europa che, lungi dal conquistarla, non fa che acuire in lei la nostalgia di casa. A dispetto delle infermità che fin da giovanissima ne minarono il fisico e dunque la capacità di deambulare, la Frida raccontata da Castello-Cortes è una donna in continuo movimento, che non vuole arrendersi al castigo dell’immobilità e non vuole rinunciare all’esperienza sotto ogni sua forma, non ultima quella erotica e sentimentale.
Pratico e consultabile come una guida di viaggio anche grazie alla compattezza del formato pocket, Cercasi Frida disperatamente non potrà non essere l’ennesimo acquisto a tema da parte degli estimatori più fanatici della Kahlo. Il volumetto, però, si presta bene anche in qualità di esordio per coloro che ancora non conoscono l’artista e vogliono iniziare a ripercorrerne la storia con una chiave di lettura topografica, e dunque attraverso quelli che furono i luoghi della sua infanzia, giovinezza e maturità. Per tutti, indistintamente, sarà l’occasione per conoscere o confermare ancora una volta la cura ammirevole da parte dell’editore L’ippocampo per ciò che riguarda l’impaginazione e la grafica delle sue pubblicazioni: testi, illustrazioni, vere e proprie mappe e bellissime fotografie a colori e in bianco e nero convivono armoniosamente, e a parità di livello, in un piccolo gioiello editoriale. Parole e immagini si esaltano a vicenda, stavolta in omaggio a una delle artiste più importanti del Novecento.
Cecilia Mariani