Sette ragazze imperdonabili.
Un libro d'ore
di Maria Antonietta
Rizzoli, 19 marzo 2019
pp. 157
€ 17 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
Maria Antonietta – al secolo Letizia Cesarini, cantautrice indie – ha scritto il suo primo libro. Si intitola Sette ragazze imperdonabili ed è difficile da classificare. Non è un romanzo, non è un racconto, non è una silloge poetica. È un libro di preghiere laiche in cui si susseguono inserti narrativi e lirici ispirati alla vita e alle opere di sette donne, sei scrittrici e una santa: Emily Dickinson, Giovanna d'Arco, Antonia Pozzi, Cristina Campo, Etty Hillesum, Sylvia Plath e Marina Cvetaeva.
Nomi che si possono legare in modi diversi: tre suicide, una martire, due vergini, almeno due recluse per propria volontà. Tutte hanno fortemente riflettuto sul divino. Tutte sono state donne estremamente coerenti con loro stesse e col loro pensiero, fino alla morte.
Durante la prima presentazione alla libreria Feltrinelli di Piazza Piemonte a Milano Maria Antonietta ha rivelato che, da grande appassionata del Medioevo, ha voluto scrivere una versione pop e laica del libro d’ore. E infatti Sette ragazze imperdonabili ha un ritmo ben preciso: ogni momento della giornata – dal Mattutino fino a Compieta – è scandito da una delle sette donne, e dalla mediazione dell’interpretazione personale di Maria Antonietta. Ogni ora canonica contiene un racconto in prima persona, una poesia e un collage (ad opera dell’autrice), tutti ispirati dalle parole di ciascuna delle sette donne. Non c’è continuità tra un momento e un altro, ogni capitolo ha una sua indipendenza e il libro può essere consultato a partire da dove il lettore preferisce. Un’ottava ragazza sembrerebbe spezzare il ritmo del volume: il suo è l’unico racconto in terza persona. Ma in realtà Mary Delany – che tra le altre cose era un’artista, componeva ritagli di carta – dà il senso della compiutezza al volume, che inizia proprio con un suo collage in copertina. Maria Antonietta scrive un omaggio alle figure che l’hanno ispirata e formata, come afferma lei stessa. Ma perché sarebbero “imperdonabili”? Perché, come spiega l’autrice nella prefazione:
Emily, Marina, Cristina, Etty, Antonia, Sylvia e Jeanne non si sono piegate ad alcuno stereotipo, non si sono conformate a nessun cliché, non hanno compiaciuto nessuna aspettativa. Sono state per lo più impazienti. Sono state radicali e poco accomodanti. Sono state tremendamente oneste. A dirla tutta, sono state piuttosto antipatiche. Ognuna di loro ha condotto con onestà e determinazione la propria ricerca, spesso nella solitudine, aprendo un varco nel tempo. Da lì, come una fiamma, ha illuminato il presente in cui viveva, ma anche il futuro.
Maria Antonietta alla presentazione del libro alla libreria Feltrinelli di Piazza Piemonte a Milano, in dialogo con Nur Al Habash |
Se la riflessione sulla ribellione, sul contestare gli stereotipi, non è per fortuna una novità – né in letteratura né in saggistica – è senz’altro uno sforzo originale ribadire tale riflessione mettendola in prospettiva con le parole delle maestre. La singolarità sta senz’altro nella creatività della forma: biografia che si fonde con autobiografia, racconto che produce poesia, miniatura che si fa collage. E poi nell’elemento religioso, che è la cifra della scrittura di Maria Antonietta e che infiamma tutto il volume. La creazione letteraria restituisce la coerenza della fede. E non c’è solo la lode, tutt’altro: c’è il dubbio – che appartiene ai Santi – c’è la rabbia, quando non si riesce più a sentire la voce di Dio. Così, ad esempio, Maria Antonietta fa parlare Cristina Campo:
Alcuni mi giudicano radicale e inflessibile, ma, quando Dio non si occupa di te, come puoi essere morbida con gli altri, o anche solo meno severa? Dev'esserci stato un momento in cui ero nella Sua grazia, ma poi è venuta meno e Lui ha smesso di parlarmi. E io, che mi sono sempre sentita speciale, all’inizio non potevo capacitarmene. “Sarà solo una prova” mi dicevo, “cambierà”. Tuttavia non è accaduto e ancora adesso non la distinguo, la Sua voce. Eppure avrei così bisogno di un Suo consiglio.
A Cristina Campo l’autrice ha riservato un altro omaggio, perché il titolo stesso del libro cita un’opera di Campo, Gli imperdonabili, anche quello un libro non catalogabile.
Maria Antonietta ha spiegato che il libro si è sviluppato in linea col suo ultimo disco, Deluderti, parola chiave all’interno della sua opera. “Spero che l’effetto alla fine della lettura sia quello di sentirsi meritevoli di poter deludere qualche aspettativa, permetterci il lusso di poter destabilizzare”, dice alla presentazione milanese. Nell’universo di Maria Antonietta la coerenza è rigore, è esercizio quotidiano – di fede, di lettura e di scrittura – ma apre alla proposta di una pratica piena di luce e di speranza: perdonare i nostri conflitti.
Serena Alessi
@serealessi