Roberta Zeta e Sarah a Los Angeles |
1. Cara Roberta, non è la prima volta che lavori per la collana di Hop! Edizioni: già in passato ci avevi deliziato con il volume dedicato ad Audrey Hepburn ed oggi torni con quest'opera dedicata a Sarah Jessica Parker. Com'è stato tornare a lavorare per la collana, rispetto al libro su Audrey Hepburn hai incontrato maggiori difficoltà nella realizzazione del lavoro, oppure i due lavori sono stati svolti in maniera analoga?
Lavorare con Hop! è un grande piacere, e sono onorata di averlo fatto per due libri consecutivi. Con quest’ultimo sì, ho faticato specialmente all’inizio. Non è stato facile lasciare indietro le tinte tenui e le atmosfere nostalgiche che descrivevano la figura di Audrey Hepburn e cambiare quasi totalmente registro, per un personaggio decisamente molto più estroverso e colorato. Stavo attraversando io stessa un cambiamento, abbandonando l’Italia per gli Stati Uniti, e questa transizione mi stava rendendo ancora più propensa alla malinconia. Devo ringraziare Lorenza che mi ha diretto e spinto sempre un po’ più in là, ad osare, a mettermi alla prova con tinte forti e atmosfere divertenti. Era la direzione giusta sia per me che per il libro. Dopodiché, l'arrivo a Los Angeles, dove ho disegnato la maggior parte del libro, il calore del sole e le palme hanno fatto il resto.
2. Quella di Carrie Bradshaw è una figura universalmente conosciuta, eppure non tutti conoscono la storia personale di Sarah Jessica Parker: conoscevi la storia di questa vera e propria bambina prodigio la cui famiglia ha dovuto attraversare pesanti ristrettezze economiche? Quali sono state le fonti che hai consultato per la realizzazione del lavoro, e quale consiglieresti agli appassionati dell'attrice?
Non conoscevo la storia personale di Sarah, la scoperta delle sue difficoltà personali, di un’infanzia dura e lontana dallo stereotipo della star di Hollywood è un altro merito di Lorenza, che ha analizzato la sua figura con profondità e ha scommesso su di lei, inserendola a buon diritto in una collana di donne celebri che hanno contribuito a cambiare la nostra società. Per prepararmi ad illustrare il libro ho guardato l’intera serie, naturalmente, letto interviste e qualunque riferimento visivo allo stile delle protagoniste: video, copertine, articoli. Non è difficile reperirli, perché il materiale è tuttora onnipresente in Internet e nell’immaginario collettivo.
3. Sarah Jessica Parker è un'attrice di talento e lo sviluppo della sua carriera ha fatto sì che ricoprisse ruoli anche molto diversi tra di loro, ottenendo plausi e lodi da più parti, tuttavia il suo nome è – e sempre sarà – legato alla sua interpretazione di Carrie Bradshaw, la single incallita protagonista della serie tv Sex and the city: qual era il tuo rapporto con la Parker attrice? Apprezzavi altre sue interpretazioni oppure eri fedele alla fashion addicted che ha fatto sognare milioni di spettatori? E, inoltre, eri una fan della serie televisiva, oppure hai dovuto fare un ripasso – diciamo così – del serial?
Confesso che non avevo mai visto Sex And The City prima che mi fosse proposto il libro, per quanto Sarah Jessica Parker fosse costantemente rappresentata su blog e riviste nel suo innegabile ruolo di icona fashion. La ricordavo per ruoli minori, la strega, la moglie di Ed Wood nel film di Burton, ma la serie mi ha totalmente conquistata. Le quattro protagoniste descrivono davvero splendidamente le gioie e i dolori dell’essere single, fidanzata, amante, madre, figlia e professionista in carriera al giorno d’oggi. Carrie non è sempre necessariamente il personaggio in cui mi sono identificata, ma è la voce che riflette ed analizza con profondità le prove che ognuna di noi deve affrontare: un’amica vera.
4. Qualora tu fossi già una fan della serie, era proprio Carrie il tuo personaggio prediletto oppure era un'altra la tua favorita?
Penso che tutte e quattro le protagoniste, nei loro essere estremamente convincenti e diverse fra loro, restituiscano davvero benissimo il carattere di ognuna di noi, perché possiamo riconoscerci anche solamente nelle loro varie fasi. Personalmente prediligo Miranda, che è irresistibilmente acida, non ha paura di essere brutalmente sincera né di affermare in pieno la sua femminilità. E ho apprezzato moltissimo che gli sceneggiatori l’abbiano descritta come una madre inizialmente “riluttante” con enorme sensibilità. Una figura sfaccettata e assolutamente moderna. Detto questo, amo perdutamente Samantha, che è la donna che vorrei essere, e, come è ovvio, non mi assomiglia per niente.
5. Osservando le tue bellissime illustrazioni si nota un particolare interessante: spesso i tuoi disegni presentano delle parti – spesso il volto, o i capelli – molto più dettagliate rispetto alle altre, mentre il resto si sviluppa su di una dimensione bidimensionale: questo particolare modo di operare è un tratto caratteristico del tuo disegno oppure è qualcosa che hai sviluppato solo per questo lavoro?
Direi entrambe le cose, in un certo senso. E’ sicuramente uno stile che mi viene naturale, perché, per qualche motivo, provo un enorme interesse nell’investigare i dettagli di volti, mani e capelli, e questo mi permette di sperimentare e rimanere più vaga e distante col resto dell’immagine, in un equilibrio che posso costruire con macchie, forme o textures senza paura di risultare troppo pesante o astratta. In più, è stato funzionale a questo libro, in cui le protagoniste dovevano assolutamente essere riconoscibili, ma l’atmosfera generale aveva bisogno di color-blocking e tinte accese.
6. Come scegli le immagini da inserire nel libro? Leggi prima le didascalie oppure sono i testi che vengono accostati, in un momento successivo, ai disegni?
Idealmente leggo il testo, butto giù uno storyboard e faccio degli studi su ogni scena. Ma siccome raramente i piani vanno come previsti, spesso capita che illustrazioni concepite per una pagina funzionino meglio in altre, e questo processo mi diverte sempre molto.
7. Dopo il doppio lavoro per la collana Per aspera ad astra non possiamo fare a meno di chiederti se hai in programma altri lavori con la casa editrice, oltre che provare a sapere quali saranno i tuoi progetti futuri in campo lavorativo: ci puoi svelare qualcosa?
Come ho accennato all’inizio, mi sono trasferita a Los Angeles all’inizio dell’estate. Portare a termine il libro mentre cercavo di adattarmi alla nuova vita è stata una corsa contro il tempo. Clienti a parte, il mio sogno adesso è quello di riuscire a dare di nuovo un po’ di spazio ai miei progetti personali, che ho praticamente abbandonato nei mesi scorsi, perché come sempre sommersi dalla valanga di cose da finire “prima”. Spero di farvele vedere presto!
Lavorare con Hop! è un grande piacere, e sono onorata di averlo fatto per due libri consecutivi. Con quest’ultimo sì, ho faticato specialmente all’inizio. Non è stato facile lasciare indietro le tinte tenui e le atmosfere nostalgiche che descrivevano la figura di Audrey Hepburn e cambiare quasi totalmente registro, per un personaggio decisamente molto più estroverso e colorato. Stavo attraversando io stessa un cambiamento, abbandonando l’Italia per gli Stati Uniti, e questa transizione mi stava rendendo ancora più propensa alla malinconia. Devo ringraziare Lorenza che mi ha diretto e spinto sempre un po’ più in là, ad osare, a mettermi alla prova con tinte forti e atmosfere divertenti. Era la direzione giusta sia per me che per il libro. Dopodiché, l'arrivo a Los Angeles, dove ho disegnato la maggior parte del libro, il calore del sole e le palme hanno fatto il resto.
2. Quella di Carrie Bradshaw è una figura universalmente conosciuta, eppure non tutti conoscono la storia personale di Sarah Jessica Parker: conoscevi la storia di questa vera e propria bambina prodigio la cui famiglia ha dovuto attraversare pesanti ristrettezze economiche? Quali sono state le fonti che hai consultato per la realizzazione del lavoro, e quale consiglieresti agli appassionati dell'attrice?
Non conoscevo la storia personale di Sarah, la scoperta delle sue difficoltà personali, di un’infanzia dura e lontana dallo stereotipo della star di Hollywood è un altro merito di Lorenza, che ha analizzato la sua figura con profondità e ha scommesso su di lei, inserendola a buon diritto in una collana di donne celebri che hanno contribuito a cambiare la nostra società. Per prepararmi ad illustrare il libro ho guardato l’intera serie, naturalmente, letto interviste e qualunque riferimento visivo allo stile delle protagoniste: video, copertine, articoli. Non è difficile reperirli, perché il materiale è tuttora onnipresente in Internet e nell’immaginario collettivo.
Sarah illustrazioni di Roberta Zeta con testi di Lorenza Tonani Hop! edizioni LEGGI LA RECENSIONE |
Confesso che non avevo mai visto Sex And The City prima che mi fosse proposto il libro, per quanto Sarah Jessica Parker fosse costantemente rappresentata su blog e riviste nel suo innegabile ruolo di icona fashion. La ricordavo per ruoli minori, la strega, la moglie di Ed Wood nel film di Burton, ma la serie mi ha totalmente conquistata. Le quattro protagoniste descrivono davvero splendidamente le gioie e i dolori dell’essere single, fidanzata, amante, madre, figlia e professionista in carriera al giorno d’oggi. Carrie non è sempre necessariamente il personaggio in cui mi sono identificata, ma è la voce che riflette ed analizza con profondità le prove che ognuna di noi deve affrontare: un’amica vera.
4. Qualora tu fossi già una fan della serie, era proprio Carrie il tuo personaggio prediletto oppure era un'altra la tua favorita?
Penso che tutte e quattro le protagoniste, nei loro essere estremamente convincenti e diverse fra loro, restituiscano davvero benissimo il carattere di ognuna di noi, perché possiamo riconoscerci anche solamente nelle loro varie fasi. Personalmente prediligo Miranda, che è irresistibilmente acida, non ha paura di essere brutalmente sincera né di affermare in pieno la sua femminilità. E ho apprezzato moltissimo che gli sceneggiatori l’abbiano descritta come una madre inizialmente “riluttante” con enorme sensibilità. Una figura sfaccettata e assolutamente moderna. Detto questo, amo perdutamente Samantha, che è la donna che vorrei essere, e, come è ovvio, non mi assomiglia per niente.
5. Osservando le tue bellissime illustrazioni si nota un particolare interessante: spesso i tuoi disegni presentano delle parti – spesso il volto, o i capelli – molto più dettagliate rispetto alle altre, mentre il resto si sviluppa su di una dimensione bidimensionale: questo particolare modo di operare è un tratto caratteristico del tuo disegno oppure è qualcosa che hai sviluppato solo per questo lavoro?
Direi entrambe le cose, in un certo senso. E’ sicuramente uno stile che mi viene naturale, perché, per qualche motivo, provo un enorme interesse nell’investigare i dettagli di volti, mani e capelli, e questo mi permette di sperimentare e rimanere più vaga e distante col resto dell’immagine, in un equilibrio che posso costruire con macchie, forme o textures senza paura di risultare troppo pesante o astratta. In più, è stato funzionale a questo libro, in cui le protagoniste dovevano assolutamente essere riconoscibili, ma l’atmosfera generale aveva bisogno di color-blocking e tinte accese.
Audrey illustrazioni di Roberta Zeta con testi di Lorenza Tonani Hop! edizioni LEGGI LA RECENSIONE |
Idealmente leggo il testo, butto giù uno storyboard e faccio degli studi su ogni scena. Ma siccome raramente i piani vanno come previsti, spesso capita che illustrazioni concepite per una pagina funzionino meglio in altre, e questo processo mi diverte sempre molto.
7. Dopo il doppio lavoro per la collana Per aspera ad astra non possiamo fare a meno di chiederti se hai in programma altri lavori con la casa editrice, oltre che provare a sapere quali saranno i tuoi progetti futuri in campo lavorativo: ci puoi svelare qualcosa?
Come ho accennato all’inizio, mi sono trasferita a Los Angeles all’inizio dell’estate. Portare a termine il libro mentre cercavo di adattarmi alla nuova vita è stata una corsa contro il tempo. Clienti a parte, il mio sogno adesso è quello di riuscire a dare di nuovo un po’ di spazio ai miei progetti personali, che ho praticamente abbandonato nei mesi scorsi, perché come sempre sommersi dalla valanga di cose da finire “prima”. Spero di farvele vedere presto!
Ringraziamo Roberta Zeta per averci concesso quest'intervista, rinnovando i complimenti per il suo lavoro e sperando di ritrovarla presto in libreria!
Valentina Zinnà