Paolo Borsellino Essendo Stato
di Ruggero Cappuccio (disegni di Mimmo Paladino, fotografie di Lia Pasqualino)
Feltrinelli, 2019
prima edizione: 2004
prima edizione: 2004
pp. 136
€ 12 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
Ad Agnese Borsellino che insegnò sorridendo come quel che non è più può essere ancora (p. 9).
Si apre con questa dedica assai toccante il testo di Ruggero Cappuccio Paolo Borsellino Essendo Stato. Scritto nel 2004 con la benedizione della moglie del giudice ucciso dalla mafia, Agnese Borsellino, da 15 anni calca i palcoscenici di moltissimi teatri italiani.
Nel 2013 Radio Tre ne registrò la rappresentazione tenutasi a Roma presso l'auditorium Parco della Musica e nel 2016 questa andò in onda su Rai Storia e Rai Uno.
Oggi Feltrinelli lo ripubblica arricchito sia dai disegni di Mimmo Paladino e dalle fotografie di Lia Pasqualino, che dalle dichiarazioni rese da Paolo Borsellino e dal collega Giovanni Falcone dinanzi al Consiglio superiore della magistratura il 31 luglio 1988. Ma andiamo con ordine.
Paolo Emanuele Borsellino nacque a Palermo il 19 gennaio 1940, nel 1962 si laureò in Giurisprudenza e nel 1963 vinse il concorso in magistratura, divenendo il più giovane giudice d'Italia. Nonostante egli avesse iniziato il suo percorso mosso dalla profonda passione per il diritto civile, ben presto si rese conto come la sua opera dovesse essere indirizzata alla lotta del fenomeno della criminalità organizzata.
In un'epoca nella quale anche pronunciare la parola "mafia" in Sicilia faceva pensare ad un elemento che nulla aveva di realistico, Borsellino contribuì a fondare il pool antimafia insieme ad altri valenti magistrati quali Giovanni Falcone, Giuseppe Di Lello, Leonardo Guarnotta, Rocco Chinnici e, più tardi, Antonino Caponnetto. Il resto è storia.
Quando ho iniziato a leggere questo libro mi sono chiesta cos'altro potesse esserci ancora da raccontare, cosa da scoprire sulla vita di un uomo definito da tutti un eroe (sebbene né a lui né a Falcone piacesse essere appellati in tal maniera), poi sulla quarta di copertina ho visto che si trattava di un modo inedito di narrare Borsellino: Cappuccio, infatti, ha provato a concentrarsi sull'ultimo secondo dell'uomo, a descrivere l'addio alla vita, ai suoi affetti, alla sua terra.
Alla fine del testo teatrale l'autore aggiunge un capitolo intitolato "L'arte della giustizia" con la funzione di spiegare sia la genesi dell'opera che l'arricchimento della stessa nella nuova edizione: ebbene, il testo originario era costituito da 11 movimenti tratti dalla struttura dello "Stabat mater" in musica (il primo capitolo del libro si intitola proprio Stabat mater dolorosa).
La moglie del giudice manifestò il suo entusiasmo e la commozione per il lavoro svolto da Cappuccio, che iniziò a portarlo in scena in tutta Italia a partire dal 2004.
Il giorno in cui Paolo Borsellino Essendo Stato giunse al teatro Biondo di Palermo, esso fu introdotto da un discorso di Pietro Grasso, Agnese tornò ad ascoltare nuovamente il testo e Cappuccio conobbe e divenne amico di Manfredi e Fiammetta Borsellino, 2 dei figli del giudice.
Nel 2012 l'autore fu autorizzato a utilizzare le audizioni che Paolo Borsellino e il collega e amico Giovanni Falcone avevano tenuto a Roma il 31 luglio del 1988 (queste erano rimaste segrete per oltre 20 anni e rese di dominio pubblico dopo formale richiesta).
Borsellino e Falcone, infatti, erano stati convocati dopo aver dichiarato pubblicamente che lo Stato non forniva loro i mezzi adeguati nella lotta contro la Mafia, che era in corso la smobilitazione delle forze di Polizia e quella del Pool antimafia, e che era stato messo in atto un processo di suddivisione delle indagini a causa del quale esisteva la minaccia concreta di distruzione del lavoro sino ad allora compiuto.
Quello che segue è un estratto delle dichiarazioni rese dal giudice Borsellino nel corso delle quali egli evidenziava l'inadeguatezza metodologica dello Stato nella lotta alla mafia:
Per concludere, possiamo dire che questo è uno di quei libri consigliati veramente a tutti, dai giovani del liceo a quelli che si approcciano per la prima volta allo studio della Giurisprudenza, dagli adulti che già conoscono la vita e le gesta di quest'uomo a coloro che vogliono scoprire un aspetto che va oltre la biografia del magistrato, eppure sembra integrarsi perfettamente con essa.
Paolo Borsellino Essendo Stato è un percorso, un viaggio nella vita di un personaggio di specchiata moralità, di un uomo il cui valore non deve mai smettere di essere un monito e un esempio per le generazioni future:
Nel 2013 Radio Tre ne registrò la rappresentazione tenutasi a Roma presso l'auditorium Parco della Musica e nel 2016 questa andò in onda su Rai Storia e Rai Uno.
Oggi Feltrinelli lo ripubblica arricchito sia dai disegni di Mimmo Paladino e dalle fotografie di Lia Pasqualino, che dalle dichiarazioni rese da Paolo Borsellino e dal collega Giovanni Falcone dinanzi al Consiglio superiore della magistratura il 31 luglio 1988. Ma andiamo con ordine.
Paolo Emanuele Borsellino nacque a Palermo il 19 gennaio 1940, nel 1962 si laureò in Giurisprudenza e nel 1963 vinse il concorso in magistratura, divenendo il più giovane giudice d'Italia. Nonostante egli avesse iniziato il suo percorso mosso dalla profonda passione per il diritto civile, ben presto si rese conto come la sua opera dovesse essere indirizzata alla lotta del fenomeno della criminalità organizzata.
In un'epoca nella quale anche pronunciare la parola "mafia" in Sicilia faceva pensare ad un elemento che nulla aveva di realistico, Borsellino contribuì a fondare il pool antimafia insieme ad altri valenti magistrati quali Giovanni Falcone, Giuseppe Di Lello, Leonardo Guarnotta, Rocco Chinnici e, più tardi, Antonino Caponnetto. Il resto è storia.
Quando ho iniziato a leggere questo libro mi sono chiesta cos'altro potesse esserci ancora da raccontare, cosa da scoprire sulla vita di un uomo definito da tutti un eroe (sebbene né a lui né a Falcone piacesse essere appellati in tal maniera), poi sulla quarta di copertina ho visto che si trattava di un modo inedito di narrare Borsellino: Cappuccio, infatti, ha provato a concentrarsi sull'ultimo secondo dell'uomo, a descrivere l'addio alla vita, ai suoi affetti, alla sua terra.
Non c'è più asfalto sotto di me, Vincenzo Walter, Claudio, Antonio, Emanuela. Non c'è più asfalto sotto di noi. C'è la terra. C'è la terra caldissima della mia terra. Sotto le mie reni c'è la terra di Sicilia. Sento il prodigio dei secoli scivolarmi dietro la nuca; sento la pace remota che trecento anni fa avvolgeva questo luogo, quando le parole via D'Amelio erano invenzioni di là da venire. Quando un aranceto assetato regalava tutta un'ombra di pace. E come ribolle questa terra, sotto la mia schiena. O forse è il mio ultimo effluvio di sangue che ribolle. Ribolle il mio ultimo secondo e allaga il mio cervello di un solo pensiero. Io dovevo proteggervi, ragazzi. (p. 16)Con delicatezza e rispetto Cappuccio immagina una sorta di testamento, di lettera post mortem scritta da un uomo che, seppure nel corso della sua vita si fosse dedicato ad un lavoro diverso da quello della magistratura, sarebbe lo stesso riuscito a dimostrare la sua straordinarietà, la sua umanità, la profonda dedizione alla missione della sua vita.
Forse la vita bella è quella in cui il bambino che è in noi prende per mano l'adulto che crediamo di essere. Ai bambini interessa curare le cose e le persone, più di quello che si possa immaginare. Io ho sempre voluto curare. Ho sempre cercato di guarire tutto quello che potevo guarire. Ho avuto cura per la giustizia. E l'ho detto. (p. 33)Il capitolo che ho preferito è stato senza dubbio quello intitolato "O quam tristis et afflicta", nel quale l'autore immagina che Borsellino rincontri tutte le vittime uccise dalla mafia all'interno del palazzo della procura di Palermo e si appresti, purtroppo, a restare in loro compagnia.
Alla fine del testo teatrale l'autore aggiunge un capitolo intitolato "L'arte della giustizia" con la funzione di spiegare sia la genesi dell'opera che l'arricchimento della stessa nella nuova edizione: ebbene, il testo originario era costituito da 11 movimenti tratti dalla struttura dello "Stabat mater" in musica (il primo capitolo del libro si intitola proprio Stabat mater dolorosa).
La moglie del giudice manifestò il suo entusiasmo e la commozione per il lavoro svolto da Cappuccio, che iniziò a portarlo in scena in tutta Italia a partire dal 2004.
Il giorno in cui Paolo Borsellino Essendo Stato giunse al teatro Biondo di Palermo, esso fu introdotto da un discorso di Pietro Grasso, Agnese tornò ad ascoltare nuovamente il testo e Cappuccio conobbe e divenne amico di Manfredi e Fiammetta Borsellino, 2 dei figli del giudice.
Nel 2012 l'autore fu autorizzato a utilizzare le audizioni che Paolo Borsellino e il collega e amico Giovanni Falcone avevano tenuto a Roma il 31 luglio del 1988 (queste erano rimaste segrete per oltre 20 anni e rese di dominio pubblico dopo formale richiesta).
Borsellino e Falcone, infatti, erano stati convocati dopo aver dichiarato pubblicamente che lo Stato non forniva loro i mezzi adeguati nella lotta contro la Mafia, che era in corso la smobilitazione delle forze di Polizia e quella del Pool antimafia, e che era stato messo in atto un processo di suddivisione delle indagini a causa del quale esisteva la minaccia concreta di distruzione del lavoro sino ad allora compiuto.
Quello che segue è un estratto delle dichiarazioni rese dal giudice Borsellino nel corso delle quali egli evidenziava l'inadeguatezza metodologica dello Stato nella lotta alla mafia:
Ecco perché, discutendosi dello stato delle indagini sulla criminalità mafiosa, ho senza esitazione parlato di segnali di smobilitazione del pool antimafia, né temo che mi si possa rispondere che il pool è stato anzi arricchito di nuovi elementi, poiché non si arricchisce certo un pool - se la sua essenza rettamente si intende - aumentando il numero dei suoi magistrati senza gli opportuni criteri di scelta e contemporaneamente disattendendo le ragioni stesse della creazione di tale organismo. (p. 23)In una continua commistione tra realtà (costituita dalle dichiarazioni di Falcone e Borsellino) e finzione (gli ultimi immaginari istanti di vita del giudice) l'autore riesce a farci apparire i pensieri di Paolo Borsellino come estremamente verosimili.
Per concludere, possiamo dire che questo è uno di quei libri consigliati veramente a tutti, dai giovani del liceo a quelli che si approcciano per la prima volta allo studio della Giurisprudenza, dagli adulti che già conoscono la vita e le gesta di quest'uomo a coloro che vogliono scoprire un aspetto che va oltre la biografia del magistrato, eppure sembra integrarsi perfettamente con essa.
Paolo Borsellino Essendo Stato è un percorso, un viaggio nella vita di un personaggio di specchiata moralità, di un uomo il cui valore non deve mai smettere di essere un monito e un esempio per le generazioni future:
Interessarmi a Paolo Borsellino, infine, ha costituito per me due privilegi preziosi: il primo sta nel sentire come, capovolgendo il senso ambiguo di quelle parole che furono donate all'uomo per nascondere i pensieri, si possa invece raggiungere la limpidezza di quei pensieri che furono donati all'uomo per pronunciare i propri pensieri. Il secondo privilegio si collega alla memoria della forza e del sorriso di sua moglie Agnese. Quella forza e quel sorriso non hanno mai smesso di vivere in quanti come me, l'hanno conosciuta. In essi c'è il sigillo etico e vitalissimo che mi ricorda ogni giorno quale sia il modo più giusto per stare al mondo. (p. 129)Ilaria Pocaforza