di Valentina Giannella
con illustrazioni di Manuela Marazzi
Centauria, aprile 2019
pp. 128
€ 12,90 (cartaceo)
Tutti, almeno una volta, abbiamo sentito nominare Greta Thunberg, la giovanissima attivista svedese che a meno di sedici anni è riuscita a portare l'attenzione dei giovani di tutto il mondo sul problema dei cambiamenti climatici. Ma da cosa è nata la sua missione? E quali sono i punti fondamentali su cui dobbiamo focalizzare la nostra attenzione per il futuro? Cosa possiamo fare, ognuno nel proprio piccolo eppure fondamentale quotidiano?
Queste sono solo alcune delle domande a cui risponde Il mio nome è Greta, scritto dalla giornalista Valentina Giannella e con le illustrazioni di Manuela Marazzi. I libri illustrati hanno già mostrato più volte il loro straordinario potenziale nel portare avanti idee in modo sempre più incisivo e qui abbiamo una piacevole riconferma.
Nella prima parte del libro, l'autrice si sofferma sul percorso personale di Greta, per poi aprirsi a quello che è stato il primo sciopero internazionale per il cambiamento climatico, che ha mobilitato 1700 città e ha portato in piazza circa 1,6 milioni di studenti. Dà speranza vedere questa sensibilizzazione sui temi ambientali, perché solo anche grazie al contributo dei giovani ci può essere un futuro per il nostro mondo, l'unico abitabile, a quanto sappiamo. Non è più l'epoca di sprechi alimentari, packaging solo e unicamente di plastica, consumo smodato di oggetti usa-e-getta (non lo è mai stata, in realtà, ma c'era poca coscienza sulle conseguenze che un simile comportamento avrebbe provocato). Ora, il risveglio dell'opinione pubblica può fare qualcosa di mai visto prima, può unire paesi dalle politiche e dalle fedi differenti in nome del bene comune.
Ecco che dunque il libro di Giannella si fa via via più specifico, affrontando nei capitoli successivi le scoperte della scienza, fornendo dati dagli studi più recenti e da statistiche affidabili. Da lì a poche pagine, anche per i lettori più giovani parole come resilienza e sviluppo sostenibile smetteranno di essere solo concetti astratti: Il mio nome è Greta ha la grande capacità di arrivare diretto e implacabile (come solo i numeri e i dati di fatto sanno essere) davanti agli occhi. Saranno i lettori a trarre le giuste conclusioni, comprendendo appieno l'emergenza che ci rende tutti alleati nel nostro perseguire un obiettivo comune.
Se da un lato l'impiego ancora massiccio di combustibili fossili viene descritto con tutta la sua problematicità, dall'altro le energie rinnovabili non sono un'utopia. Così l'acqua (potabile e non) è un bene prezioso da salvare, a cominciare dalla minaccia perenne della plastica, che ha ormai danneggiato fortemente l'ambiente acquatico, flora e fauna compresi.
Alla base di questi danni davvero allarmanti c'è anche il nostro comportamento: riciclare deve essere la parola d'ordine degli anni Duemila, insieme all'imperativo di consumare in modo più consapevole, preoccupandoci di eliminare laddove non necessario il packaging che proviene da migliaia di chilometri di distanza, ma anche sprecando il meno possibile, anche grazie a un'alimentazione equilibrata e rispettosa dell'ambiente e della biodiversità.
Il pianeta ha bisogno di noi - di tutti noi - ed è anche grazie a libri come questo che possiamo uscire dai pregiudizi, dall'ignoranza e soprattutto aiutare a diffondere l'esigenza di restare uniti in una missione che deve diventare pervasiva e mondiale.
GMGhioni
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