Buona Pasqua, lettori!
Se in passato ci siamo dedicati ai libri da portare in tavola il giorno di Pasqua, quest'anno abbiamo pensato di condividere i libri che ci hanno sorpreso (non come certe sorpresine dell'uovo di Pasqua!). Come sempre, oltre al consiglio di lettura trovate il link alla recensione per scoprire se l'opera potrebbe sorprendere anche voi...
E come sempre, buone ottime letture!
La Redazione
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“Il demone della paura”, di Zygmunt Bauman (Laterza)
ha sorpreso Alessandra
Perché: è la disamina perfetta di tutto ciò che ruota attorno alla paura, dagli interessi politici a quelli economici. Bauman viviseziona in cinque punti una delle emozioni predominanti (e spesso salvifiche) dell'essere umano aprendo gli occhi al lettore su paure spesso inutili indotte da agenti esterni quali pubblicità, mass media, propagande, pur menzionando anche quelle purtroppo reali (malattie, calamità naturali, ecc).
Una lettura disarmante, anzi sorprendente perché sebbene non sia un saggio recentissimo (è stato pubblicato cinque anni fa), ci spiega come certe dinamiche e certi discorsi possano manipolare la massa, rivelandosi non solo attuale in termini generici, ma a tratti sembra descrivere alcune situazioni presenti oggi in Italia.
Chi si sorprenderà con lei: chiunque voglia approcciarsi al noto sociologo non potrà non apprezzare lo stile scorrevole, semplice ma anche diretto e sagace delle sue parole. Chiunque voglia approfondire il pensiero di Bauman e tuffarsi nella paura da un punto di vista sociale, a trecentosessanta gradi. E a chi vuole aprire gli occhi sulla speculazione che ruota attorno a questa emozione.
“Quel che resta del giorno”, di Kazuo Ishiguro (Einaudi)
ha sorpreso Barbara
Leggi la recensione
Perché: nella sua capacità di coinvolgere il lettore e avvincerlo pur non raccontando, di fatto, alcun avvenimento. Accanto a romanzi che tolgono il fiato per le avventure che permettono di vivere, accanto a libri che sembrano trasportare in mondi misteriosi e ricchi di pericolo, il capolavoro di Ishiguro ci ricorda che una buona lettura si regge tutta sulla capacità dell'autore di comunicare i moti dell'anima, quel trambusto interiore che ci rende umani e simili.
A chi: a coloro che sentono concreto il pericolo del rimpianto, a chi teme di accorgersi improvvisamente di aver sprecato la propria vita. Non c'è dolore più soffocante del percepire il tempo scorrere inesorabilmente e non avere il coraggio di agire, rendendo memorabile un frammento di esso: l'unica via per l'eternità.
“Storia di Åsta”, di Jón Kalman Stefànsson (Iperborea)
ha sorpreso Barbara
Leggi la recensione
Perché: nella sua capacità di coinvolgere il lettore e avvincerlo pur non raccontando, di fatto, alcun avvenimento. Accanto a romanzi che tolgono il fiato per le avventure che permettono di vivere, accanto a libri che sembrano trasportare in mondi misteriosi e ricchi di pericolo, il capolavoro di Ishiguro ci ricorda che una buona lettura si regge tutta sulla capacità dell'autore di comunicare i moti dell'anima, quel trambusto interiore che ci rende umani e simili.
A chi: a coloro che sentono concreto il pericolo del rimpianto, a chi teme di accorgersi improvvisamente di aver sprecato la propria vita. Non c'è dolore più soffocante del percepire il tempo scorrere inesorabilmente e non avere il coraggio di agire, rendendo memorabile un frammento di esso: l'unica via per l'eternità.
“Storia di Åsta”, di Jón Kalman Stefànsson (Iperborea)
ha sorpreso Carolina
Perché: dopo averlo iniziato con un po' di sospetto, alla seconda pagina era già avvinta da uno stile ricco, carico di immagini poetiche, eppure estremamente concreto, mai banale; dall'intrecciarsi delle storie; dallo spessore vivissimo dei personaggi e dalla loro carica di umanità. Perché si è commossa, e ha fatto il tifo, ed è comunque sempre rimasta spiazzata. Perché non ha trovato risposta a tutte le domande, e questo le ha ricordato un po' la vita, quella vita che nel volume deborda da ogni pagina.
A chi: ai lettori pazienti, che hanno voglia di lasciarsi attirare in una narrazione magmatica, che non dà tregua e che comunque chiede il suo tempo. A chi soffre, a chi è felice, a chi ama le saghe e le storie a incastro. A chi ama la letteratura nordica, a chi è stato in Islanda e se la porta ancora dentro. A chi ama prendere appunti e sottolineare le cose belle, i bei pensieri, perché in questo scritto ne troverà a profusione e non riuscirà a lasciarli andare.
“Novelle”, di Amalia Guglielminetti (Rina Edizioni)
ha sorpreso Cecilia
Perché: perché la scrittura di Amalia Guglielminetti, autrice del primo Novecento dimenticata dalla critica e dai manuali di letteratura, si è rivelata attualissima per la capacità di analizzare e descrivere la commedia umana al netto delle peggiori ipocrisie e falsità, soprattutto in ambito sentimentale; nonostante lo stile ricercato e a tratti bizzoso, le situazioni al centro delle brevi prose sono ancora oggi godibilissime, e iniettano nella sensibilità di chi legge la giusta dose di antidoto per reagire ai veleni dell'arrivismo e dell'opportunismo sociale e relazionale Chi si sorprenderà con lei: chi ritiene che le scrittrici escluse dalla tradizione siano state messe da parte per buone ragioni; chi ancora crede che la produzione femminile di inizio secolo si riduca a vaghe e dilettantistiche romanticherie; chi crede di avere letto a sufficienza sulla vocazione umana al "giuoco delle parti"; chi si crede al di sopra di ogni calcolo o bassezza, e soprattutto si reputa esente da ogni percentuale di "bizzarria"
“Sofia si veste sempre di nero”, di Paolo Cognetti (Minimum fax)
ha sorpreso Debora
Perché: Mi ha sorpreso come, a distanza di diversi anni dalla prima lettura, la raccolta di Cognetti sia ancora capace di suscitare forti emozioni e aprirsi a nuovi spunti di riflessione. Sofia resta un personaggio indimenticabile, forte e fragile insieme, piena di contraddizioni e imperfetta. Vera.
A chi: ha un debole per i racconti, la parola attenta e misurata, i ritratti femminili così veri da fare male. A chi odia i racconti, perché con questa raccolta molto probabilmente cambierà idea. Tipi bizzarri.
“Il censimento dei radical chic”, di Giacomo Papi (Feltrinelli)
ha sorpreso Gloria
Perché: Da tanto non trovavo un libro che mi coinvolgesse così tanto a livello di trama, che mi facesse ridere e al tempo stesso riflettere. Con una scrittura coinvolgente e sapiente, in grado di scimmiottare la lingua controllata imposta dalla censura, Giacomo Papi costruisce un romanzo a tratti grottesco e al tempo stesso clamorosamente in grado di disegnare come potrebbe essere la nostra società, se non poniamo un freno a certe tendenze populiste.
A chi: se amate i libri pieni di colpi di scena, che giocano con i generi letterari e li rendono sempre meno scontati, tra satira, giallo, critica sociale, allora questo romanzo fa decisamente per voi!
“Ninfee nere”, di Michel Bussi (e/o)
ha sorpreso Sabrina
Perché: l’autore, impareggiabile nella capacità di costruire gialli sorprendenti, in questo romanzo ha saputo avviluppare il lettore, inconsapevole, in una malia perfettamente congegnata. Da cui soltanto alla fine si esce a occhi spalancati e a bocca aperta. E lo si fa tirando un solo filo che scioglie tutto il resto. Ed è impossibile non correre indietro a scoprire gli indizi lasciati qua e là.
A chi: ai lettori che amano i gialli, ma non i polizieschi, qui non ci sono sparatorie, crimini efferati, indagini complicate. Ma l’effetto disvelatorio del finale è da giallo vero. E a chi ama l’arte perché il libro è ambientato a Giverny, intorno al famoso giardino della villa di Claude Monet.
“Berta Isla”, di Javier Marías (Einaudi)
ha sorpreso Samantha
Perché: per la capacità dell'autore di entrare nell'animo femminile, creando un personaggio potente e autentico, una donna forte proprio grazie alle sue fragilità, che resta attaccata all’idea che si è costruita della sua vita e del suo rapporto di coppia, nonostante tutto, incurante del baratro in cui questo sentimento la condurrà. Un personaggio meraviglioso, come i tanti che questo autore sa dipingere e regalare ai suoi lettori.
A chi: A chi crede che l'amore sia un mistero, un'alchimia, capace di sorprenderci e di alimentarsi, nonostante le nostre insicurezze e i misteri che l'altro può custodire. A chi combatte e non si arrende agli schemi prestabiliti, ai tiri mancini del destino, alle rotte insensate che ci conducono da qualche parte; a chi decide di restare in balìa di questi cambiamenti senza naufragare, perché lasciarsi condurre non è debolezza, ma sorpresa, è continua scoperta e non resa, e per cambiare se stessi bisogna avere il coraggio di mettersi alla prova.
“Sisu”, di Katja Pantzar (Sonzogno)
ha sorpreso Valentina
Perché: è noto che i paesi nordici siano sempre sul podio della vita ecosostenibile e a misura d'uomo, tuttavia il libro della Pantzar è un vero e proprio viaggio in terra finlandese, capace di svelare i dettagli di uno stile di vita invidiato da tutto il mondo. Tra biciclette, saune e altre abitudini che a noi potrebbero sembrare astruse, a poco a poco scopriamo un po' della vita nordica, restando certamente incuriositi.
A chi: a chi è incuriosito dal "nordic lifestyle", per approfondire la materia, e anche a chi pensa che questo stile sia inapplicabile nella realtà in cui vive: leggendo i consigli pratici della Pantzar potrebbe ricredersi!