L'inizio del book tour a piazza Solferino - foto di @la_effesenza |
Non credo sia una regola quella di scrivere, nei propri libri, solo di luoghi che si conoscono. Io sono una lettrice che scrive, non viceversa. Pertanto quando scrivo penso più alle reazioni dei miei lettori che non alle mie esigenze di scrittrice. Alla fin fine l’autore deve farsi un po’ i fatti propri una volta che ha licenziato il suo testo! Le maglie delle descrizioni devono essere larghe al punto da permettere al lettore di completare ciò che manca con l’immaginazione. Il fatto di scrivere di luoghi che si conoscono, secondo me, dipende dal tipo di libro che si vuole scrivere. Nel caso di testi dalla forte componente psicologica, spesso si racconta di non luoghi o sedi dell’anima. Nel caso dei romanzi come L’annusatrice è innegabile che i luoghi abbiano un ruolo determinante. Certo, potrei scrivere (e penso che lo farò!) libri ambientati in città che non conosco, ma non so fino a che punto riuscirei a restituire al lettore quell’atmosfera, quelle abitudini, quell’energia che sono presenti nella mia mente solo pensando a Torino, la mia città.
La chiesa di San Dalmazzo - foto di @la_effesenza |
Desy Icardi commenta con queste parole la mia domanda sul ruolo dei luoghi e la fedeltà delle descrizioni all’interno di un romanzo. La richiesta non è casuale: insieme ad altri blogger, giornalisti ma anche molti lettori appassionati, infatti, la scrittrice ha ideato un book tour per le vie di Torino per spiegare, con la sua dirompente simpatia e autoironia, il significato dei luoghi reali che fanno da sfondo a L’annusatrice di libri, il romanzo rivelazione degli scorsi mesi.
L'annusatrice di libri di Desy Icardi Fazi Editore, febbraio 2019 pp. 382 € 16,00 (cartace) € 4,99 (ebook) |
Le luci del tramonto hanno illuminato la nostra passeggiata, divertente quanto dall'elevato valore culturale: come più volte l’autrice ha scherzato lei, ipovedente, rappresenta quasi il colmo vivente di una guida turistica! Ma nulla è venuto a mancare a noi partecipanti: l’energia e la profonda conoscenza delle tradizioni di Desy hanno sopperito alle lievi mancanze della sua vista.
Il tour è partito da piazza Solferino, precisamente dalla Fontana Angelica. È qui che nel romanzo che vive Luisella Vergnano, l’amica di Adelina e figlia di uno stimato notaio della città. Dietro alla figura di questo illustre cittadino, tuttavia, si cela un passato oscuro e le statue della fontana ne restituiscono l’immagine: se nella parte anteriore abbiamo figure pagane (come il simbolo del dio Sole), la parte posteriore sembra quasi suggerire l’immagine del Bambino Gesù con l’aureola. Una doppiezza caratteristica del notaio Vergnano.
La seconda tappa sono stati i Giardini Lamarmora, luogo in cui la protagonista Adelina testa, incredula, la sua straordinaria facoltà di lettura. Seduta su una panchina annusa un testo prestatole dal vicino di casa, La Gerusalemme liberata, e senza leggerne nemmeno una parola segue tutta la storia epica scritta dal Tasso. La nostra esperienza viene ancora più impreziosita dalla lettura di passi del testo dalla voce di un’attrice amica di Desy Icardi.
Il palazzo di Amalia e Adelina - foto di @la_effesenza |
Dai giardini Lamarmora il gruppo si è spostato nella vicina via Garibaldi passando per la storica via dei banchi dei pegni, via Botero (dove in un negozio viene acquistato un anello che avrà un ruolo importante nell’intreccio del libro). Al civico 23 della via pedonale era ubicata la sede storica della libreria Paravia nella quale Adelina si reca alla ricerca di una “copia odorosa” de I promessi sposi, poiché quella in suo possesso è assolutamente inodore. Anche in questo caso l’attrice ha letto a voce alta il passo corrispondente del libro, mentre noi partecipanti godevamo della vista dei bellissimi palazzi nobiliari della zona, alcuni dei quali opera della scuola di Filippo Juvarra.
Proseguendo per via Garibaldi in direzione di piazza Statuto, all’angolo con via delle Orfane, ci siamo fermati di fronte la chiesa di San Dalmazzo nella quale Amalia, la severa e taccagna zia di Adelina, convolò a rocambolesche nozze con il ricco colonnello Peyran nel 1935.
La libreria Paravia - foto di @la_effesenza |
Siamo giunti alla penultima tappa proseguendo ancora lungo via Garibaldi per poi svoltare in via Bligny. Rivolgendo lo sguardo verso l’alto, abbiamo scorto il campanile della chiesa del Carmine, che nottetempo sorprende Adelina intenta nelle sue letture olfattive, mentre in via del Carmine abbiamo ammirato il palazzo che l’autrice ha immaginato ospitare l’appartamento di zia Amalia al primo piano, quello nobile e al piano mezzanino quello dell’eccentrico avvocato Ferro, compagno di letture della giovane Adelina.
Per concludere abbiamo brindato alla bellezza e al valore dei libri nella nuova sede della libreria Paravia, che ha dovuto abbandonare quella storica per misere motivazioni burocratiche ma che, fortunatamente, ha visto i proprietari fermi nella volontà di continuare il loro progetto culturale in un’altra bottega in piazza Arbarello.
Federica Privitera