di Francesca Pieri
DeA Planeta, 26 febbraio 2019
pp. 222
€ 16 (cartaceo)
€ 7,99 (ebook)
Da quando ho saputo che aspettavi un bambino, non riuscivo più a sintonizzarmi con niente. Mi pareva di essere rimasta arretrata, che tu avessi cancellato la linea comune delle nostre sorti (p. 57)
Anche in amicizia esistono i colpi di fulmine: Silvia e l'io narrante, Costanza, si sono incontrate da poco, quando capiscono di essere decisamente fatte l'una per l'altra e in breve diventano inseparabili. Fanno di tutto per trovarsi, almeno in pausa-pranzo, nel baretto un po' retrò che presto è diventato un loro posto di ritrovo, condividono la loro quotidianità e vanno oltre: si conoscono e si apprezzano per quello che sono. Con i loro caratteri molto diversi, Costanza e Silvia sanno completarsi e parlarsi davvero, senza false difese: Costanza sa cosa ha passato Silvia col suo divorzio e si sente ribadire più volte di restare single per sempre; Silvia ha raccolto il desiderio di Costanza di diventare madre, ha ascoltato ripetutamente il racconto del suo primo incontro con l'attuale marito, Marco, e la sostiene nelle sue scelte. Come annota Costanza, «eravamo capaci di ridere di noi e dei nostri drammi volando leggere sui sentimenti» (p. 38), insomma due donne dotate di una delle migliori armi contro l'arbitrarietà della sorte: l'ironia e l'autoironia.
Poi, come un fulmine a ciel sereno, Silvia annuncia a Costanza di aver scoperto di essere incinta e la protagonista vacilla: perché non glielo ha detto prima? Perché non sapeva neanche che Silvia frequentasse un uomo? E perché è successo proprio a Silvia, che non ha mai cercato un bambino, e non a lei? L'invidia è solo accennata e d'altra parte umanissima, considerando i tanti tentativi di Costanza e Marco, ma è anche un sentimento infido che fa sentire in colpa la protagonista.
A poca distanza, una nuova scoperta: anche Costanza è incinta, di quattro settimane, e dunque dopo la bambina di Silvia nascerà anche la sua. Si chiamerà Bianca, lei e Marco lo hanno deciso subito: e dopo i primi timori per la gravidanza appena avviata, Costanza si concede di fantasticare.
La sorte, però, ha in serbo un'altra prova per entrambe le amiche: Costanza scopre che Bianca non sta bene, la figlia che sente scalciare nella sua pancia è affetta da una grave patologia e questo mette nuovamente in dubbio tutto, fa vacillare qualsiasi certezza: come guardare, ora, Silvia, che porta avanti la sua pancia gravida con fierezza? Come sopportare tutti i sogni infranti? E quale decisione prendere per la piccola Bianca?
Queste sono alcune delle tante domande che si abbatteranno sulla vita di Costanza e del marito e, indirettamente, sulla vita di Silvia, che è l'amica di sempre, tuttavia incerta su come agire e cosa dire, in una situazione tanto delicata.
E sì, da romanzo sull'amicizia (potremmo parlare di "sorellanza", se solo non fosse un termine così insopportabile), di estrema delicata piacevolezza, il romanzo vira verso i temi complessi della maternità, dell'amore coniugale e della resistenza alla vita. Non è affatto semplice cimentarsi con argomenti tanto complessi, ma Francesca Pieri nel suo romanzo d'esordio riesce in un'impresa difficile per molti scrittori già affermati: ci fa sentire sulla pelle e sotto pelle ciò che prova la sua protagonista, ci mette di fronte alla forza dell'amicizia e a tanti umani dubbi che possono farci sentire fragili e imperfetti. Ci fa provare l'ansia dell'attesa e la gioia, ce le toglie e poi ci restituisce speranza, raccontandoci quanto diventare madre implichi non solo idee, ma anche corpo, e sangue, e percezioni fisiche, e saliscendi umorali, e imprevisti. Ecco perché ci sono pagine estremamente dure, che fanno rabbrividire, e altre che suscitano sorrisi e serenità: parlare d'amore è difficile, specialmente quando si affrontano sentimenti puri e sinceri. Francesca Pieri ce l'ha fatta, e questa sua prima prova narrativa è una storia di vita, è un inno (non idilliaco e stereotipato, ma realistico e quotidiano) alla straordinaria forza delle donne.
GMGhioni