La sindaca Appendino visita lo stand Bonfirraro |
La casa editrice Bonfirraro, costruita per volontà del suo editore Salvo, negli anni Ottanta, in Sicilia, e negli ultimi anni diventata anche a gestione familiare, per la passione del figlio Alberto, è una di quelle realtà indipendenti che provano a fare cultura anche in tempi difficili, contando solo sulle proprie scelte e senza l’aiuto di alcun finanziamento, in un luogo magico ma ricco di contraddizioni, come l’entroterra isolano, precisamente a Barrafranca, in provincia di Enna.
Li incontro al Salone del Libro, e la prima cosa che chiedo loro è cosa significa essere indipendenti, oggi:
“Significa innanzitutto non appartenere a nessun grosso gruppo editoriale. Significa fare delle scelte senza essere condizionati da terzi. Non riceviamo contributi pubblici e non produciamo e vendiamo libri pagati da Istituzioni pubbliche. Alcune volte ricorriamo alla sponsorizzazione di aziende private per poter produrre alcune pubblicazioni ed è una strada, questa, che nel settore culturale è molto praticata, non solo per la realizzazione di libri ma per qualsiasi tipo di attività culturale, anche di grossa portata. Questo ci consente, comunque, di rimanere sempre e comunque indipendenti, di fare le scelte che vogliamo e di scegliere i libri da pubblicare secondo i nostri gusti e quelli dei nostri lettori”.
“Siamo nati in un contesto culturale e in un territorio dove, quando abbiamo iniziato, esisteva una sola casa editrice, per dare voce a chi non poteva averne, per ovvie ragioni. Oggi è tutto cambiato con l’avvento del web e chiunque può esprimersi ed esprimere le proprie opinioni, o scrivere un libro e pubblicarlo, attraverso internet. Ma questo non significa essere o diventare scrittori, perché, nonostante centinaia di siti che propongono il self-publishing o il print-on-demand, senza un editore non si può andare molto lontano, tranne rare eccezioni in cui gli autori si mettono al pc, almeno 10 ore al giorno, per poter promuovere il proprio libro e venderlo. Facciamo il nostro lavoro con passione, con il cuore, e quindi vogliamo che questo si veda attraverso il nostro operato. Sappiamo che fare editoria oggi è ancora più difficile. Ma la nostra esperienza e la freschezza dei giovani che lavorano con noi fanno sì che la nostra idea di editoria possa essere portata avanti, nonostante tutto. Siamo siciliani e vogliamo raccontare, a parte tutto, anche la nostra terra attraverso i libri che pubblichiamo ma guardando a quel mondo che c’è oltre la Sicilia, perché siamo fortemente legati al nostro territorio e abbiamo un grande senso di appartenenza che manifestiamo attraverso la nostra produzione, nonostante questa sia varia e di respiro internazionale, come i nostri autori. Possiamo dire, in sintesi, che la nostra idea di editoria vede comunque sempre autore ed editore in un rapporto sinergico e di grande complicità”.
Parlando di questa edizione del Salone, a cui voi ormai partecipate da anni, vi chiedo un bilancio.
“Il bilancio della 32esima edizione del Salone è certamente positivo. Abbiamo registrato un incremento delle vendite del 10% rispetto allo scorso anno. Non è stato semplice competere con i big all’interno del nostro padiglione. Ma grazie al coinvolgimento di alcuni blogger presenti all’interno dello stand Bonfirraro, con incontri e interviste agli autori e una buona attività di comunicazione del nostro ufficio stampa, abbiamo registrato un trend positivo. Siamo soddisfatti dei nostri risultati, sia per aver continuato a partecipare da indipendenti sia per la scommessa del nuovo padiglione”.
Voi eravate appunto tra gli editori che sperimentavano l’Oval, grande novità di questa edizione, come vi siete trovati?
“Abbiamo scelto l’Oval per sostenere il nuovo progetto dell’organizzazione del Salone. Il padiglione è risultato molto spazioso e luminoso. Il pubblico riusciva, tranquillamente, a dedicarsi agli espositori. Senza dover fare grossi slalom, era possibile avvicinarsi agli stand degli editori. L’unico errore, o lato negativo, è stato quello di creare un’isola centrale, interamente dedicata ai grandi editori per dare loro maggiore visibilità, emarginando di fatto gli editori presenti nel padiglione con la scelta di collocarli negli spazi laterali. Aspetto importante da considerare per l’anno prossimo è il collegamento tra i padiglioni, realizzato con la creazione della passerella che ha unito il terzo padiglione con la nuova area. Il padiglione è apparso un po’ appartato, per via dei tanti “km” e della passerella che bisognava percorrere per raggiungerlo. Infatti diversi clienti acquistando dei libri e avvicinandosi al nostro stand sostenevano di essere arrivati all’Oval quasi per caso. La scommessa si è chiusa in pareggio”.
Nel vostro catalogo c'è un filo che lega la Sicilia al Piemonte e anche l’attenzione ad autori stranieri:
“Come detto prima, è forte in noi il senso di appartenenza e questo ci caratterizza non per seguire una tendenza, una moda, ma per far emergere della Sicilia gli aspetti ancora poco noti, che sono la parte forse migliore della nostra terra e sono un’attrattiva maggiore per chi vuole scoprire il fascino di una Sicilia vera. Non parlo solo di libri, ma di turismo culturale. I nostri libri servono anche a questo, a fare incoming verso la nostra terra. Il Piemonte, invece, rappresenta da sempre un ponte con la Sicilia, vuoi per i delitti commessi dai Sabaudi nei nostri confronti, vuoi per la fuga di molti siciliani attratti dal miraggio della Fiat. Grande contraddizione, ma è proprio così: un rapporto di amore-odio che continua da quasi 200 anni. In fondo, noi siciliani sappiamo perdonare e dimenticare e trasformare le cose negative in positive. Il Piemonte oggi è abitato più da meridionali che da piemontesi. Per quanto riguarda l’attenzione agli autori stranieri, siamo una casa editrice che guarda oltre e oltre c’è un mondo da indagare e scoprire attraverso gli autori stranieri e quello che scrivono”.
Quali sono le prospettive per il futuro, i progetti, su cosa puntate?
Da sx: Salvo Bonfirraro, Zhang Ziyun e Alberto Bonfirraro. |
“Nel nostro campo il futuro non è mai definito o definibile, perché il mondo della comunicazione, come ben sai, è molto dinamico e i cambiamenti repentini. Ma noi siamo più lenti, nonostante i cambiamenti siano più veloci. Ci sono progetti che ci trasciniamo da parecchi anni e che presto metteremo in pratica. Abbiamo avuto nello scorso mese di aprile un meeting presso la nostra sede di Barrafranca con la delegazione di 12 funzionari della China South Publishing & Media Group. La CNS è molto ben piazzata nel mercato mondiale, a detta del suo presidente Zhang Ziyung, e il mercato dei libri italiani in Cina risulta ben predisposto a pensare a un ulteriore incremento. Il mercato del libro cinese, nonostante sia in calo, è ancora prospero e i libri italiani tradotti in Cina seguono la stessa sorte, e i numeri di vendita non sono affatto trascurabili. Insomma, i rapporti con i colleghi cinesi, fra l’altro parliamo del sesto gruppo editoriale al mondo, si sono intensificati e stiamo lavorando a progetti comuni per portare la nostra Sicilia in Cina e i cinesi a visitare la Sicilia, ma i nostri interessi ci vedranno impegnati anche verso nuove e forse inesplorate parti del modo alla ricerca di autori autentici pronti a raccontarci la loro terra”.
Sbirciando sul catalogo, spaziate attraverso tanti generi, dalla narrativa ai romanzi storici, poi la storia, la saggistica, la poesia e la manualistica, ma quali sono i vostri titoli di punta, attualmente?
“Noi vorremmo lo fossero tutti, dal momento che pubblichiamo pochi titoli durante l’anno. Questo per poter lavorare meglio su ciascun libro e farli diventare “di punta”. Purtroppo non si riesce per tutti e ci sono titoli che, per fortuna, vanno più di altri fin dall’uscita e altri che, purtroppo, non trovano il favore del pubblico. In ogni caso i libri che vanno sempre e che si continuano a ristampare sono quelli su cui puntiamo maggiormente e fra questi abbiamo: Sotto il segno dei Borbone di Maria Lombardo, Il mistero della tomba di Federico II di Daniela Scimeca, I Borbone: "Piemontesi Bastardi!" di Luciano Cini e qualche altro. In questo momento, però, stiamo puntando molto sugli ultimi titoli usciti. Parliamo ad esempio de Il Sistema Montante di Salvatore Petrotto, Il vulcano di Enea di Gabriele Mulè, Murate vive di Marianna De Leyva e Le monache di Monza di Bruna K. Midleton, Verità nascoste di Antonio Milazzo, L’ombra di Rol di Enzo Orlando, alla sua seconda opera, che conferma il successo del primo… insomma lavoriamo incessantemente su tutti. A Natale puntiamo, invece, su una strenna dal titolo Venezia emozionale di Adriano del Re Rubino. Un viaggio emozionale in 272 pagine in una delle più belle città europee. 250 foto circa... un gran bel libro”.
Samantha Viva