In occasione dell'uscita del suo ultimo romanzo, La gabbia dorata, edito da Marsilio, l'autrice Camilla Läckberg è stata ospite al Salone del Libro, in un incontro molto interessante, moderato da Marta Cervino, giornalista culturale di Marie Claire, in Sala Azzurra.
La regina del giallo nordico presentava il primo titolo di una nuova serie noir, che vede come protagonista una donna molto determinata a riprendere in mano la propria vita, Faye, e che potrà farlo solo dopo aver compiuto una vendetta. L'autrice ha raccontato quanto di se stessa ci sia in questo personaggio e quanto sia fondamentale per le donne fare rete, entrare in sintonia e aderire ad una sorta di "sorellanza".
"A 40 anni non ti importa molto di quello che la gente pensa di te, e mi rendo conto che sono molto diretta su alcuni argomenti, ma non posso ad esempio tollerare che tra i miei figli, le mie figlie non avranno le stesse opportunità dei miei ragazzi. Le critiche più feroci su quanto io non sia una brava madre mi vengono mosse spesso da donne. Ecco io credo che dovremmo smetterla di andarci contro, perché le donne insieme sono una forza, e anche se questo può sembrare solo un cliché dovremmo capire quello che la protagonista del mio libro capisce ad un certo punto, che solo unite siamo potenti. Dovremmo smetterla di essere in competizione e aiutarci, invece che insultarci".
Alla domanda su quanto sia complicata oggi la realtà per le donne, e quale sia la situazione svedese, l'autrice ha risposto che è compito di tutte le donne, a prescindere dalla posizione occupata, parlare di quello che non va:
"Io sono un personaggio pubblico, ed è per me abbastanza normale avere un pubblico, incidere su questo pubblico con ciò che dico; ma anche se sei una casalinga, anche se non hai un pubblico ad ascoltarti, da qualche parte bisogna pur cominciare. Va bene anche parlarne a casa. Io lo faccio spesso coi miei figli, pretendo che loro sappiano come va trattata una donna; se venissi a sapere che hanno sbagliato e non hanno trattato come gli ho insegnato qualcuno, sarebbero già stati spediti in Siberia!"
Camilla Läckberg, è una donna bellissima e un'autrice molto amata, ma ci tiene a ribadire soprattutto la sua normalità, e a raccontare come la scrittura faccia parte della sua vita da sempre:
"Racconto spesso di un aneddoto in cui a quattro anni ho iniziato a scrivere. Ovviamente ero troppo piccola per farlo, io ho solo disegnato degli scarabocchi, ma poi ho chiesto a mio padre di scrivere la storia che avevo in testa...e in pratica Babbo Natale veniva assassinato. Il crime insomma mi ha sempre affascinato. Ho seguito una strada diversa per molti anni, e a 25 anni ho partecipato ad un corso di scrittura ed è cambiato tutto. Ho lasciato il mio lavoro di economista e ho iniziato a scrivere a tempo pieno, ed eccomi qui".
Come riesce a conciliare tutto? Con una buona dose di organizzazione, tanta ironia e molta filosofia:
"Sono una donna imperfetta sotto tanti punti di vista, anche se sembro organizzatissima, per prepararmi a questo incontro ci ho messo due ore. Ho quattro figli da tre diversi mariti, e per organizzare le vacanze di Natale ci vuole una tale maestria che penso spesso che potrebbero chiamarmi nei negoziati tra Palestina e Israele! Il segreto però è dedicarsi alle cose importanti. Spesso le donne si bruciano, io amo la mia famiglia e amo il mio lavoro, magari trascuro la casa, che non sarà sempre pulita e in ordine, o mi perderò le riunioni scolastiche dei miei figli, ma mi preoccupo che siano bambini felici".
Insomma il segreto sembrerebbe quello di accettarci e perdonarci di più, per poter essere felici, come suggerisce ad un certo punto l'intervistatrice:
"Le donne diventano madri e pensano di doversi sacrificare; se io non metto soldi nel mio conto in banca, alla fine sarà vuoto. Così è anche per il conto emotivo, se non investiamo su noi stesse e le nostre emozioni e le passioni, saremo vuote. Il sacrificio non è una direzione da intraprendere. Io non credo nell'idea del sacrifico per essere una buona moglie o una buona madre".
Il rapporto con la sua città natale, luogo in cui ambienta le sue storie, è stato lo sputo interessante per un'altra domanda, al centro di tutto Fjällbacka, città in cui ancora vive la madre e che spesso viene assediata dai giornalista in cerca della scrittrice, che però non vi abita più da tempo:
"Anche stavolta la mia protagonista è legata a quel luogo, perché è un posto che amo ed essendo anche un po' pigra non avevo voglia di andare in giro per vedere altri posti, che altrimenti non sarei stata in grado di descrivere. Certo sembra quasi che la stia facendo diventare una Sodoma e Gomorra svedese, vi assicuro che è un posto tranquillo".
Infine alla domanda simpatica e provocatoria sui suoi figli e sul genere di libri che preferiscono, ovvero se un giorno dovessero confessare di preferire Larsson a lei, la scrittrice risponde:
"In realtà succede già, nel senso che leggono tantissimo ma quando chiedo loro se sono interessati a leggere i miei di libri, mi dicono di no...però Larsson proprio no (ride)".