La mia meravigliosa libreria
di Petra Hartlieb
Edizioni Lindau, 2019
Traduzione di Juliana De Angelis
pp. 200
€ 17,00
Le storie personali sono tanto diverse quanto le ragioni per lavorare in una libreria, l’unico denominatore comune pare essere una sana dose di follia: l’ossessione per i libri che si può capire solo quando se ne è affetti. (p. 197)
Occhi sognanti e parlantina sfrenata. Questo l’identikit dell’ossessionato di libri. Sì, perché nella coesistenza di mente che si libra in voli lontani e voglia di dire a tutti perché quello che stiamo leggendo è un testo che non può mancare nella libreria dell’interlocutore, si esaurisce l’essenza di chi nutre la propria vita con i libri. Di qualunque foggia o contenuto, l’appassionato lettore non può fare a meno di un libro accanto a sé. Pensare di fare di questo un lavoro, tuttavia, è un altro paio di maniche. Certo, «probabilmente tutto si spiega con una parola: passione. Ma forse la si potrebbe chiamare follia» (p. 69). E Petra Hartlieb è autorizzata a dirlo: lei e il marito hanno lasciato un lavoro stabile e una casa nel quartiere più culturalmente vivo di Amburgo per rilevare una libreria sull’orlo della chiusura nel Währing, il diciottesimo distretto di Vienna e uno dei quartieri più belli tra le zone residenziali della città. Così, nell’arco di una vacanza estiva, la loro vita è, irreversibilmente ma gioiosamente, cambiata grazie all’apertura della Hartliebs Bücher.
La mia meravigliosa libreria racconta di questa avventura durante la quale, a dispetto del giudizio di molti (anche addetti del settore), la scrittrice è riuscita a costruire un mondo di multi-cultura a Vienna, dato che adesso ha dodici dipendenti provenienti da sei nazioni diverse (di età compresa tra i 22 e i 56 anni) e due librerie, la prima focalizzata sui testi in lingua tedesca mentre nella seconda, di successiva apertura, è possibile trovare testi italiani e francesi.
Seguendo la gestazione e la successiva crescita del bambino a scaffali della Hartlieb, scopriamo tutti i retroscena di un lavoro che gli ossessionati di libri conoscono solo nella sua veste più affascinante, quasi da invidiare, ma che in realtà si scontra principalmente con tutte le necessità pratiche che un esercizio commerciale impone: permessi, prestiti, impianti elettrici, gestionali informatici, magazzini e fatture. Sono queste piccole crepe all’idealismo letterario che a volte fanno vacillare la caparbietà dell’autrice:
Non è così che me l’ero immaginato: il mio sogno di una piccola e accogliente libreria è diventato un incubo. La sensazione che non ci siano vie d’uscita non mi dà tregua, come potremo farcela? (p. 155)
Uno stato di tensione e stress notevolmente acuito nelle settimane a partire dalla metà di novembre fino alla vigilia di Natale: perché se è vero che «se questo periodo dell’anno non ci fosse, oggi non avremmo una libreria, perché è a dicembre che ci guadagniamo da vivere» (p. 160), è anche vero che i ritmi frenetici a cui è costretta una libreria indipendente in quei caldi giorni, causano una (umana) titubanza sul progetto che si è messo in piedi. Ma le giornate infinite passate a evadere ordini, sistemare scaffali, accompagnare centinaia di clienti verso il giusto acquisto, impacchettare doni e gestire il fatturato giornaliero vengono subito dimenticate quando si intavola uno scambio culturale con il cliente di fiducia, quando si riesce a consigliare all’anziana dirimpettaia proprio quel libro che si è letto pensando esattamente a lei, quando la passione, eccola tornare di nuovo, la fa da padrona, contraltare vitale a una vita di praticità e meticolosa organizzazione.
Dopotutto noi librai siamo creature senza troppe pretese. Sarebbe così facile accontentarci. (p. 85)
Facile come entrare in un negozio che aggrega persone diverse e dai gusti letterari diversi in un unico melting pot culturale e sentirsi a casa. La mia meravigliosa libreria diventa, allora, non solo l’autobiografia di chi ha creduto nel proprio sogno, ma la chiamata alla riflessione sulle modalità della lotta ai colossi dei bookshop online. Perché se di questa passione smisurata non lasciano trapelare nemmeno una goccia, che valore aggiunto può avere vedersi recapitato il libro direttamente a casa?
Federica Privitera
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