di Simona Sparaco
DeA Planeta, 14 maggio 2019
pp. 280
€ 18 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
Il 23 marzo è una data che per gli abitanti di un palazzo anonimo di Berlino resterà indelebile, perché cambierà per sempre la loro vita e quella delle persone che amano: in un appartamento disabitato, un frigorifero difettoso innesca un cortocircuito che porterà a un incendio devastante. Negli appartamenti affianco e di sopra gli inquilini sono andati a dormire o si apprestano a prendere decisioni importanti. Come un fermo immagine, Simona Sparaco ci presenta i protagonisti del suo Nel silenzio delle nostre parole, romanzo che le è valso il prestigioso Premio DeA Planeta 2019, e poi ci lascia in sospeso, non sappiamo cosa accadrà con l'incendio che si sta propagando, perché il cuore della narrazione è occupato da quanto è successo in quella lunga giornata. Una giornata in cui l'anziana Naima si è preoccupata, come sempre, per il marito, che trascorre troppe ore a letto da quando è stato a casa dal lavoro, e per il figlio Bastien, che non ha mai smesso di dare grattacapi. Al di là di un muro, la giovane Alice, in Germania per un Erasmus, sta sperimentando cosa significhino passione e amore insieme a Matthias, timido artista locale; è talmente coinvolta da voler vivere la sua storia senza condividerla con nessuno, senza rispondere alle chiamate dall'Italia della madre Silvana. Al piano di sotto, invece, la ventitreenne Polina guarda con distacco il figlio, Janis, simbolo del suo fallimento come ballerina classica: ancora non le è chiaro perché abbia accettato che quell'essere le squassasse le anche, e che le prendesse tutte le energie, e il pensiero del suicidio cova spesso in lei come se fosse l'unica soluzione. Accanto a Polina, l'appartamento 3B, quello da cui sarebbe partito l'incendio; sullo stesso piano, anche l'appartamento di un personaggio singolare, visto solo di sbieco, un uomo scambiato da molti per un barbone, che passa più tempo fuori a bere che a casa.
Il palazzo viene guardato da lontano dalla vetrina dello späti di Hulya, giovane cassiera musulmana, che osserva il mondo da dietro il bancone, servendo tè e facendo il conto quasi quotidianamente ai locali. Di vista, lei conosce tutti, o meglio li conosce attraverso le loro abitudini: sa che Bastien viene quotidianamente a comprare delle madeleine per sua madre in sedia a rotelle, che talvolta vede insieme alla badante; Matthias compare spesso a comprare birra che poi dividerà con la ragazza bionda che lo accompagna; Polina sembra perdersi nei suoi pensieri mentre accudisce il piccolo Janis e beve il suo tè; poco più in là, a un altro tavolino, il solito vecchio ubriaco trascorre ore in compagnia del bicchiere...
Riuscirà Hulya a trovare la sua strada? Il padre, per quanto più aperto di altri musulmani in città, non vede di buon grado che la ragazza giochi a rugby né che possa pensare a un futuro diverso da quello di moglie e di cassiera a uno degli späti di famiglia.
Intanto le ore passano, inesorabilmente, e più conosciamo i personaggi e più speriamo che tutti quanti possano sopravvivere all'incendio. Inevitabilmente, loro non immaginano nulla di quel che li aspetta e noi lettori, già al corrente del dramma notturno, non possiamo che provare una crescente partecipazione emotiva. E giriamo pagina, per sapere come andrà a finire.
Come sottolinea l'autrice in coda al romanzo, la vicenda è stata ispirata dall'incendio che ha intrecciato le storie di madri e di figli nel rogo della Grenfell Tower di Londra (giugno 2017): dopo lo shock per la notizia, Simona Sparaco ha provato a dare voce a così tante vicende, romanzandole e fornendo loro una nuova ambientazione. Nel silenzio delle nostre parole è così un bozzolo di emozioni che vengono via via scoperchiate, ma certamente al centro c'è il rapporto tra genitori e figli: Alice è la figlia che cerca di spiccare il volo, prendendo le distanze da una madre iperprotettiva; Bastien il figlio che ha dato numerose preoccupazioni ai genitori, infilandosi in questioni di droga e in risse (e perché adesso insiste per vendere l'appartamento e trasferire i genitori in una casa di riposo?); Polina è, al contrario, la madre di un figlio che non ha desiderato e che avverte come una punizione; Hulya è la figlia obbediente che, tuttavia, cova una rivoluzione dentro di sé.
Umanissimo, a tratti sconvolgente, Nel silenzio delle nostre parole è un romanzo corale che ci trasporta in una tragedia come purtroppo leggiamo spesso sulle pagine dei quotidiani. Bastano la noncuranza e alcune cattive coincidenze perché il nostro mondo e quello degli altri possa letteralmente andare in fiamme.
GMGhioni
Riuscirà Hulya a trovare la sua strada? Il padre, per quanto più aperto di altri musulmani in città, non vede di buon grado che la ragazza giochi a rugby né che possa pensare a un futuro diverso da quello di moglie e di cassiera a uno degli späti di famiglia.
Intanto le ore passano, inesorabilmente, e più conosciamo i personaggi e più speriamo che tutti quanti possano sopravvivere all'incendio. Inevitabilmente, loro non immaginano nulla di quel che li aspetta e noi lettori, già al corrente del dramma notturno, non possiamo che provare una crescente partecipazione emotiva. E giriamo pagina, per sapere come andrà a finire.
Come sottolinea l'autrice in coda al romanzo, la vicenda è stata ispirata dall'incendio che ha intrecciato le storie di madri e di figli nel rogo della Grenfell Tower di Londra (giugno 2017): dopo lo shock per la notizia, Simona Sparaco ha provato a dare voce a così tante vicende, romanzandole e fornendo loro una nuova ambientazione. Nel silenzio delle nostre parole è così un bozzolo di emozioni che vengono via via scoperchiate, ma certamente al centro c'è il rapporto tra genitori e figli: Alice è la figlia che cerca di spiccare il volo, prendendo le distanze da una madre iperprotettiva; Bastien il figlio che ha dato numerose preoccupazioni ai genitori, infilandosi in questioni di droga e in risse (e perché adesso insiste per vendere l'appartamento e trasferire i genitori in una casa di riposo?); Polina è, al contrario, la madre di un figlio che non ha desiderato e che avverte come una punizione; Hulya è la figlia obbediente che, tuttavia, cova una rivoluzione dentro di sé.
Umanissimo, a tratti sconvolgente, Nel silenzio delle nostre parole è un romanzo corale che ci trasporta in una tragedia come purtroppo leggiamo spesso sulle pagine dei quotidiani. Bastano la noncuranza e alcune cattive coincidenze perché il nostro mondo e quello degli altri possa letteralmente andare in fiamme.
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