Stella meravigliosa
di Yukio Mishima
Guanda, 2019
Traduzione di Lydia Origlia
pp. 208
€ 12,00
All'improvviso vi fu silenzio. L'uomo sollevò lo sguardo al cielo. Un disco volante era sospeso obliquamente sui tetti delle basse case. Pareva un ovale dal bordo sottile, stava perfettamente immobile. Poi cominciò a colorarsi d'arancione in quattro o cinque secondi. All'improvviso il disco volante vibrò, divenne totalmente arancione e volò inclinato di circa 45° verso il cielo a sud-est, con un'incredibile ed estrema velocità, in linea retta. In principio era parso grande come una luna piena, quindi era rimpicciolito come un chicco di riso, e alla fine non si distingueva più dal colore del cielo.
Nel panorama della letteratura giapponese, Yukio Mishima è l'autore che più drammaticamente ha incarnato nella vita e nell'opera le contraddizioni del Giappone. Stella meravigliosa (Utsukushii Hoshi) è un romanzo della maturità dello scrittore: pubblicato per la prima volta a puntate nel 1962 su Shinco, rivista letteraria dell'omonima casa editrice giapponese, Stella meravigliosa è un romanzo che diviene occasione per intessere un pessimismo venato di nichilismo, per manifestare sfiducia nel genere umano, per interpretare la realtà e il disagio storico in un momento cruciale della società giapponese post secondo conflitto mondiale. Se, infatti, il Paese è nel pieno della crescita più grande della sua storia, dall’altra parte è imbrigliato insieme a tutto il resto del mondo nella cortina di ferro della Guerra Fredda, sentendone più forti gli effetti in quanto unica vittima (fino a quel momento) della bomba atomica.
Il romanzo ruota intorno alla famiglia Ōsugi che scopre, d'un tratto, di appartenere al mondo delle stelle: il padre, Juichirō, è in realtà un marziano, la madre è nata su Giove, la bella Akiko è venusiana e il giovane ribelle è nato su Mercurio. Ma Mishima descrive la possessione aliena con la delicatezza di un sogno: gli alieni di Mishima sono uomini mortali, più poetici nell'animo e maggiormente disposti ad interrogarsi sul senso del vivere rispetto ai terrestri. Nessun omino verde, solo uomini profondamente soli, che si sforzano di mantenere la pace sulla Terra scrivendo lettere ai potenti e organizzando riunioni autofinanziate che richiamino l'attenzione dell'opinione pubblica sul problema di come mantenere la pace ed evitare future possibili guerre. La famiglia Ōsugi, spendendo la maggior parte delle proprie energie in questo progetto salvifico di stampo laico, tuttavia, si scontra con una lacerante verità: l'armonia della famiglia non coincide con l’unità della Terra, e il progetto di trasformarla in una stella meravigliosa causa l’inesorabile crollo dei rapporti di affetto tra tutti loro.
Un romanzo nostalgico e lieve, un fiore di loto in cui personaggi si muovono dentro un sogno, ma le loro battute sono incisive, disperatamente reali. Come nelle sue opere migliori, Mishima disegna un Giappone prigioniero delle sue mille contraddizioni: i luoghi, gli eventi, i personaggi stessi sono il frutto di un sogno, un sogno che è la realtà quotidiana di non riuscire a vivere completamente la vita e soprattutto di non riuscire ad armonizzarsi con essa.
Stella meravigliosa è una satira sociale sulla Guerra fredda e sul Giappone della ricostruzione, alla vigilia del boom economico che nei decenni successivi porterà la nazione nipponica a rivestire un ruolo di prima grandezza nell’economia mondiale. Siamo però agli antipodi di Un marziano a Roma che un paio di anni prima Ennio Flaiano scrive: per i temi trattati, il percorso narrativo e lo stile il libro di Mishima è quasi un romanzo postmoderno, un romanzo americano degli anni Novanta. La fusione tra realtà e fantasia è quasi perfetta e se Mishima avesse avuto intenzione di scrivere un romanzo di pura fantascienza, Stella meravigliosa sarebbe oggi considerato da molti un esempio mirabile di sci-fi. Ma questa idea tradirebbe le intenzioni autoriali: Mishima non ha scritto il suo romanzo per raccontare di mondi fantastici e lontani. Il suo lavoro è un ritratto della società, della solitudine e dell'ansia di vivere una vita che sfugge all'uomo e non riesce a comprenderne la pienezza e lo scopo. Perché ognuno di noi ha la sua idea di Terra e di quanto questa possa essere meravigliosa: la verità è che non sempre è possibile realizzarla.
Federica Privitera
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