di Mattia Signorini
Feltrinelli, giugno 2019
pp. 224
€ 16,50 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
Adesso che sto ripercorrendo questa storia mi chiedo se tutti gli eventi del nostro passato, anche quelli minimi, rimangano in qualche posto dentro di noi. E se prima o poi, nel corso della vita, ritornino a galla come immagini più o meno vaghe, lampi, o invece vadano perduti per sempre. (p. 53)
Oggi Zeno è un professore: lui che non avrebbe mai pensato, con la sua timidezza, di riuscire a essere un comunicatore, tutti i giorni entra in una nuova classe; e a casa ritrova una donna, che gli ha mostrato quanto può essere semplice guardare il mondo per quello che è. Ma Zeno ha un passato che lo ha segnato per sempre: immaginate di essere timidi e timorosi nei confronti di tutto ciò che ha un vago sapore di azzardo; immaginate poi un professore di filosofia piuttosto fuori dagli schemi, autore di un unico grande romanzo che tutti i ragazzi si passano di mano in mano da anni. Non vorreste conoscere una simile stella, che con la sua luce è in grado di catalizzare l'attenzione di tutti gli studenti (e le invidie dei colleghi)? Ma non ne sareste anche spaventati? Zeno all'inizio ha qualche dubbio:
Ho sempre pensato che sia un azzardo conoscere dal vivo una persona che ci ha in qualche modo segnato l'adolescenza; che attraverso le pagine di un libro, di una canzone o di un film, ci ha fatti sentire finalmente compresi. Gli eroi dovrebbero rimanere nella dimensione impalpabile. Se ci accorgessimo che sono dei poveri diavoli, esattamente come noi, crollerebbero i palazzi delle nostre aspettative.
Tuttavia, Nicola Sceriman continua a risplendere anche dopo il loro incontro, e anzi il professore coinvolge il timidissimo Zeno nella progettazione di una rivista nuova, solo cartacea, che vada controcorrente e che proponga un ritorno a una lettura attenta, fuori dal coro e dalla velocità del web. A occuparsi della sezione di racconti, Agata, il motivo per cui Zeno ha iniziato a frequentare il corso di Nicola: dopo un loro primo incontro nella segreteria studentesca, la ragazza non ha smesso di tormentare le fantasie di Zeno. E ora eccola lì, con la sua manciata di anni in più e le caterve di esperienze (sessuali e non) con cui Zeno non può neanche lontanamente competere. Con loro, altri due allievi di Sceriman, altrettanto ambiziosi ma costretti a rimanere "stelle minori":
In un sistema multiplo di stelle, la stella primaria emette molta più luce di tutte le altre. Le stelle secondarie, anche guardandole con un potente telescopio, risultano invisibili. [...] "eppure non sono stelle minori".
Quelle stelle non mi sembravano così diverse dalle persone. A chi non è mai capitato di sentirsi invisibile, di avere davanti una luce più intensa che lo mette in ombra? Io mi ero sentito così per tutta la vita. E iniziavo a sentirmi così anche in quel periodo, accanto a Nicola. (p. 183)
Sentirsi il numero due e forse esserlo: quanto è difficile da accettare? Nel mondo accademico questo è un tormento diffuso, ma se la gelosia coinvolge anche i sentimenti, tutto diventa insopportabile e le certezze vacillano. Nicola, infatti, polarizza le attenzioni e l'ammirazione di tutti, anche di Agata, e Zeno inizia ad avere dubbi su di lui, come anche sugli altri loro colleghi: Zeno avrà davvero una chance con Agata, o resterà solo una stella il cui lucore è quasi invisibile?
Sappiamo fin dalle prima pagine che Nicola Sceriman è stato trovato morto nel suo appartamento e che tantissimi studenti hanno pianto per la sua morte: ma cosa è accaduto veramente? La questione è tutt'altro che semplice e, anzi, per ricostruirla dobbiamo seguire Zeno indietro nel tempo, col suo desiderio di ritrovare la verità, attenendosi il più possibile a un andamento cronachistico. Ma gli eventi sono inevitabilmente riletti alla luce dei sentimenti e dell'età adulta dell'io narrante, per quanto lui cerchi di restare oggettivo.
Nel suo nuovo romanzo, Mattia Signorini sceglie per personaggi tante stelle minori che sono oscurate dalla luce principale di un professore illuminato, e scruta cosa avviene nell'animo di chi si sente un numero due per tanto, troppo tempo. In un presente come il nostro, che spinge continuamente alla competizione e al successo, forse è inetto chi si sente fallito prima ancora di cominciare (e non a caso il nome del protagonista omaggia il famoso personaggio di Svevo).
Con un linguaggio piano, mai ricercato e anzi molto equilibrato (forse troppo), scegliendo una paratassi che non sempre premia l'approfondimento psicologico dei personaggi, l'io narrante ci conduce a ricostruire il passato in facoltà, affondando tra nozioni filosofiche e ambizioni personali, e a scoprire un presente che, ancora una volta, riserva sorprese.
GMGhioni
Con un linguaggio piano, mai ricercato e anzi molto equilibrato (forse troppo), scegliendo una paratassi che non sempre premia l'approfondimento psicologico dei personaggi, l'io narrante ci conduce a ricostruire il passato in facoltà, affondando tra nozioni filosofiche e ambizioni personali, e a scoprire un presente che, ancora una volta, riserva sorprese.
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