Basilio
di Alessandro Mauro
Augh!, 2019
pp. 140
€ 13 (cartaceo)
«Certi ragazzini se ne stanno dietro perché la linea di fondo li fa sentire protetti. Non sai bene dove ti trovi né come ci sei finito, e almeno hai voglia di startene con le spalle al muro, e ti sembra che da dietro nessuno possa attaccarti. Dietro, a parte la porta, ci sono meno pericoli» (p. 59).
Se dovessi ricorrere a un’immagine per descrivere
il periodo dell’infanzia e della prima adolescenza userei uno dei quadri di
Caspar David Friedrich, nello specifico Landscape with Mountain Lake, Morning. In quest'opera un pastore
e il suo bastone sono raffigurati minuscoli nell’angolo in basso a sinistra, a
poca distanza da tre animali da pascolo. Dietro di loro un lago e sullo sfondo
le montagne enormi, che occupano circa metà quadro, rivelano un cielo dalle
tinte cerulee. Come nella maggior parte delle opere dell’artista, la bellezza
nasce dalla contrapposizione fra la piccolezza e la caducità degli esseri umani
e la vastità eterna di una natura incontaminata e terribile.
Così è in effetti la fanciullezza, quel primo periodo
delle nostre vite in cui ogni cosa è scoperta e mistero, le giornate appaiono
infinite e tutto sa di assoluto. L’adolescenza, poi, porta nuove sfide, come la
scoperta dei corpi, il rapporto conflittuale con le figure genitoriali prima
considerate divine, il bisogno di trovare un posto nei gruppi sociali che nascono
e muoiono in pochi mesi. In questo travolgente periodo tutto si fa furore e
impeto e il mondo, meno temibile rispetto a prima ma ancora colossale, è qualcosa
che necessita di essere esplorato. Prima che la giovinezza arrivi a sciogliere
ogni mistero e l’età adulta renda la realtà in forme geometriche, la fanciullezza è l'età degli dèi, l'adolescenza il periodo dei miti.
Ed è proprio questo modo di vedere il mondo che
Alessandro Mauro rappresenta alla perfezione nel suo libro – che più che una
raccolta è un romanzo di racconti – riuscendo a sviscerare la terrificante, ma
al contempo edificante, dicotomia fra interno ed esterno, fra io e mondo, fra
umano e divino. Oltre a quanto detto Basilio, che troviamo bambino alle prese con l’apprendimento
della lettera F e lasciamo ragazzo di ritorno da una festa a base di alcol e
ragazze da rimorchiare, è quel tipo di persona per la quale il mondo
intero appare un posto ancora più complesso, fatto di pericoli che non vengono
dall’esterno bensì dall’incapacità di saper reagire correttamente agli stimoli.
In altre parole, Basilio è un ragazzo timido e introverso, che con fatica comprende e accetta i meccanismi sociali che altri coetanei invece sanno interpretare
alla perfezione. È questo aspetto del suo carattere a generare ansie e
aspettative fuori dal comune e spesso a paralizzarlo nel momento in cui bisogna
compiere scelte importanti, come dire a una ragazza la cosa giusta per
conquistarla.
Lo stile di Mauro è semplice ma non ingenuo e
riesce a cogliere i dubbi e le sfumature tipiche dell’età, compito non semplice
perché poche cose sono più difficili del raccontare con vivacità i timori
e i tremori di un’epoca che per tutti è lontana e spesso dimenticata senza
cadere nella trappola della banalità. Il suo è dunque un lavoro interessante, e
questa considerazione conduce all’unico neo di questo testo: poiché come
anticipato non si tratta solo di “racconti di gioventù assoluta” – così recita
il sottotitolo – bensì di un romanzo di racconti di formazione, ci si
aspetterebbe di arrivare a un momento di svolta e conclusione. Basilio bambino
diventa davanti ai nostri occhi Basilio ragazzo, però lasciato l’ultimo racconto si ha come la percezione che mancasse un tassello per arrivare alle soglie
della giovinezza. Come se, in altre parole, mancasse un racconto a completamento
del libro, qualcosa che ci indicasse dove sta andando la vita di questo nostro
protagonista.
Il libro di Mauro è in ogni caso un bel testo,
mai pedante e mai banale pur raccontando storie comuni in cui la suspense è
generata non tanto dagli eventi quanto dalla ricerca di un minuscolo sé all’interno
di questo sconfinato universo chiamato esistenza.
David Valentini
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