Dicono di me. La Gioconda
Testi di Davide Calì
Illustrazioni di Marianna Balducci
Hop Edizioni, 2019
pp. 40
€ 15,00 (cartaceo)
Testi di Davide Calì
Illustrazioni di Marianna Balducci
Hop Edizioni, 2019
pp. 40
€ 15,00 (cartaceo)
Ci sono molti modi per avvicinare i bambini e le bambine all’arte, anche quando i loro anni si contano sulle dita di una mano: un vero e proprio campionario di sistemi teorici e pedagogici variamente efficaci, creativi e applicabili (ora immersivi e performativi, ora positivamente “passivi” e chi più ne ha più ne metta). Di tutto un po’, insomma, purché dipinti, sculture e installazioni diventino familiari e desiderabili come un gioco piacevole da fare o una dimensione entusiasmante da frequentare. Poi, per quando i pargoli crescono e imparano a leggere e a scrivere, ci sono anche i libri: quelli più classici, eccellenti per supportare una memoria visiva in via di formazione ma talvolta privi di un quid che li renda gradevoli alla pari di una piattaforma multimediale interattiva o di un pomeriggio passato al museo tra disegni e colori, e quelli più innovativi, nati da un’idea originale che riesce a coniugare con furbizia l’esigenza didattica con quella più dichiaratamente spassosa. Per esempio: perché non presentare la Monna Lisa a un pubblico ultraminorenne come se si trattasse di una grande dama in crisi d’identità? E perché non dare una forma visiva a questo dilemma, illustrando così le peripezie di una delle opere più famose e dibattute al mondo con tavole a colori capaci di mettere insieme apprendimento e divertimento? Proprio questo è quello che hanno fatto Davide Calì e Marianna Balducci in Dicono di me. La Gioconda, appena pubblicato da Hop! Edizioni.
Tanto geniale nell’idea quanto efficace nel risultato, l’ultimo arrivato della collana Hoppini! è un’adorabile mascotte nella moltitudine di pubblicazioni d’occasione sulla scia delle celebrazioni leonardesche. Essenziale nei testi di commento alle illustrazioni – l’artificio retorico vuole che sia la Gioconda a pronunciare le battute in prima persona, raccontandosi sia a chi legge sia a un interlocutore illustre che questo commento non svelerà – il volumetto funziona a meraviglia proprio per la dialettica tutta giocosa che unisce parole e immagini. Alle dichiarazioni brevi e brevissime della Monna Lisa corrispondono scenette buffe e briose, perfette per un pubblico giovanissimo ma apprezzabili anche da quello più adulto, a cui non sfuggirà la cura intelligente e “matura” dei dettagli. Protagonista, come è ovvio, è sempre la celeberrima opera d’arte alla ricerca di se stessa, riproposta in una moltitudine di varianti in base alle occorrenze e sempre affiancata da una coppia di ometti in berretto e tuta da lavoro, vagamente somiglianti a fratelli Mario e Luigi di un noto videogame. Complementari anche nell’aspetto, i due si prendono cura della salute del dipinto come farebbero con una persona vera e si esibiscono in qualche attività collaterale che non manca mai di suscitare ilarità: eccoli mentre spazzano e spolverano con cura, ma eccoli anche che fanno un baciamano a norma di galateo, portano un fiore in omaggio e procurano insoliti beni di conforto come una borsa del ghiaccio, un termometro e una crema antirughe! Intanto, magari mentre loro si baloccano con i gadget di un ipotetico bookshop museale, la dama dall’enigmatico sorriso ha l’occasione di raccontarsi, guardando a se stessa come attraverso un caleidoscopio: la pupilla di Leonardo si concia alla moda iberica, russa e orientale, indossa un caschetto biondo con zazzera, ingrassa a dismisura, si trasforma in busto scultoreo, subisce un rapimento, viene vandalizzata, mostra autoreggenti bianche a rete con tanto di giarrettiera e infine si perde in una misteriosa sgranatura di pixel! Uno, nessuno e centomila, il capolavoro del genio del Rinascimento italiano dà conto di tutte le interpretazioni, leggende e rivisitazioni che hanno contribuito ad accrescerne la reputazione, e nel fare questo risulta più vivo che mai, confermando come anche le icone possano sempre sentirsi assolute (sciolte, libere) rispetto ai vincoli della più gloriosa fissità.
A riprova del complementare valore educativo del libricino, Dicono di me. La Gioconda si chiude con alcune pagine fitte di spiegazioni più dettagliate sulla storia del dipinto; note che – per alludere a quello che fu uno dei crucci del maestro da Vinci – “quadrano il cerchio” a perfezione. Ciò che i lettori e le lettrici in erba hanno potuto intuire sfogliando le pagine viene adesso raccontato loro per filo e per segno e in ordine cronologico, in una biografia sintetica ma esaustiva delle peripezie che hanno riguardato la tavoletta di legno di pioppo a partire dalle prime pennellate. Anche per questo motivo, il lavoro di Davide Calì e Marianna Balducci si conferma vincente per l’efficace sinergia tra le parti discorsive e le parti visive: se il suo desiderio è quello di avvicinare i più piccoli a un grande e ancora misteriosissimo capolavoro, l’effetto complessivo è quello di una viva simpatia non solo nei confronti della Monna Lisa in sé, ma anche dell’operazione editoriale nella sua totalità. Piace constatare, a questo proposito, come Hop! riesca ancora una volta a soddisfare i suoi fan con una proposta fresca e intelligente, dando alle stampe un volumetto che si vorrebbe subito regalare ai propri figli, cuginetti o nipotini, nella certezza che, una volta fatta la sua conoscenza tra le pagine e una volta cresciuti, la Gioconda resterà nei loro ricordi come una specie di amica molto importante e molto famosa; magari – perché no? – proprio quella che li ha fatti innamorare dell’arte.
Cecilia Mariani