Il tribunale degli uccelli
di Agnes Ravatn
Marsilio, collana Farfalle, 2019
Traduzione di Maria Valerio D’Avino
Traduzione di Maria Valerio D’Avino
pp. 208
€ 16 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
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€ 9,99 (ebook)
Il contrasto tra l’atmosfera fiabesca del paesaggio e la crudezza della storia rende questo romanzo travolgente. L’autrice è una delle scrittrici più interessanti della letteratura norvegese contemporanea e con questo romanzo, tradotto già in dodici paese, dà prova della sua grande maestria nel raccontare con sapienza e ironia una vicenda cupa, mettendoci in contatto con le paure dei suoi personaggi.
Il cuore accelerò i battiti a mano a mano che penetravo nel silenzio del bosco. Di tanto in tanto il grido di un uccello, il resto erano latifoglie grigie e nude, intrichi di rami e qualche ginepro verdeazzurro nel sole pallido di aprile. (p. 7)
La giovane Allis Hagtorn è una promessa della tv, fino a quando uno scandalo non la travolgerà. Decide di rifugiarsi in campagna e di rispondere a un annuncio da domestica, a casa di Sigurd Bagge, un quarantenne misterioso che vive appartato su un fiordo dall’atmosfera magica. Tanto sublime è il contesto, quanto laconico e sfuggente il suo proprietario. Allis vive senza troppe domande, cercando di fare del suo meglio in cucina e in giardino, fin quando il muro di distacco tra i due si farà sempre più sottile e inizierà qualcosa; ma un segreto inconfessabile graverà sulla vita dei due, che cercheranno di ignorare sogni premonitori e confessioni scioccanti, nell’attesa di scoprire se quello che è successo sia stata una tragica fatalità o un crimine premeditato. Tanti i riferimenti cinematografici al giallo, dagli uccelli hitchcockiani alle atmosfera ossessive e paranoiche in stile Kubrick.
La casa era buia e vuota, così diversa, ora che lui non c’era. Rimasi in silenzio perfetto per un minuto, poi mi diressi verso la sua stanza. Avvicinai l’orecchio alla porta, ma non sentii nulla. Stavolta niente aghi di pino sulla maniglia. L’abbassai, e la porta si aprì silenziosamente. (p. 50)
Nel romanzo, oltre alla voce dei due protagonisti, anche il paesaggio ha un ruolo predominante, diventa esso stesso protagonista, ammalia, avverte, ascolta, incanta e conduce in un'altra dimensione, portandoci nell'inconscio della vittima o di chi pensa di esserlo. Man mano che Sigurd si avvicina ad Allis, qualcosa muta anche nel contesto, le paure della giovane non sono più riferite al passato ma diventano presenti e a un certo punto inghiottiranno anche il futuro. Il finale è degno di un noir, ricco di colpi di scena e sospeso nell'attimo in cui tutto si risolve.
Un libro molto ben strutturato e affascinante, da leggere tutto d'un fiato, consigliato agli amanti del genere ma anche a chi cerca un attimo di refrigerio nelle giornate d'estate che stanno per arrivare.
Samantha Viva