Una stella tranquilla. Ritratto sentimentale di Primo Levi
di Pietro Scarnera
Comma 22, 2013
pp. 240
€ 14,00
Troppo spesso, nell'affrontare il percorso umano e letterario di Primo Levi, si tende a ragionare per semplificazioni, a inquadrarlo all'interno di categorie predefinite: il sopravvissuto ad Auschwitz, l'uomo equilibrato, il suicida. Eppure un'interpretazione di questo genere finisce per sacrificare le molte sfaccettature di un personaggio complesso.
In Levi ci sono infatti più anime, e la biografia illustrata di Pietro Scarnera ne mette in rilievo almeno tre (il testimone, il chimico, lo scrittore), mostrando come ognuna di esse sia profondamente interrelata alle altre – tanto da rendere imprescindibile quella che Marco Belpoliti, nella Prefazione, definisce una rilettura "in diagonale" dell'opera dell'autore. Primo Levi fu, come la nana bianca protagonista di uno dei racconti di Lilìt, una "stella tranquilla": saggio e pacato nei suoi interventi, in realtà figura inquieta, all'interno della quale bruciava una passionalità mai domata. Di questo resta traccia evidente nei suoi scritti, come si può osservare nel contrasto che si crea tra la violenta invettiva della poesia incipitaria di Se questo è un uomo e l'approccio più investigativo, razionale, all'esperienza concentrazionaria delle pagine che seguono.
La ricerca di Scarnera nasce da una passione personale e mescola il presente dell'autore alla vita passata di Levi, in una Torino che – seppur in anni diversi – hanno condiviso. Il graphic novel ha quindi un taglio affettivo, emozionale, che implica una prospettiva inedita: inizia infatti dove finisce La tregua, nel momento dell'arrivo a casa del protagonista, e procede nella ricostruzione dei fatti grazie a informazioni desunte dalle opere e dalle apparizioni pubbliche di Levi. Esplicitamente Scarnera dichiara di voler rispettare quella divisione netta tra vita pubblica e privata che Levi stesso aveva voluto tracciare: "la mia non è esattamente una biografia: o meglio, è una biografia dello scrittore, della figura di Levi come emerge dalle sue opere, ma non è una biografia dell'uomo" (p. 239). Primo Levi definisce personalmente i limiti del proprio pubblico ruolo di testimone, ma anche di acuto osservatore del presente: di questo parlano tutte le sue opere, non solo quelle dedicate al lager ("si è scoperto che tutto nell'universo letterario e testimoniale di Primo Levi è connesso, che anche le parti più narrative, quelle ricche di invenzione, contengono elementi testimoniali”, p. 4). E a questo si attiene, con una scelta di delicatezza nei confronti dell'uomo Levi, Una stella tranquilla. Scarnera sembra del resto condividere l’approccio metodologico orientato alla scienza del suo protagonista, mostrando a più riprese la sua prudenza nella selezione delle fonti, soprattutto per quanto riguarda gli eventi su cui permangono delle incertezze, come ad esempio la morte di Levi.
Questo ritratto sentimentale di Primo Levi appare quindi fin dal Prologo come un'opera riccamente documentata, a cui si possono perdonare alcuni errori formali (qualche refuso nell'introduzione e nel testo e uno sfasamento di sei pagine nei riferimenti delle note in coda al volume, che complica non poco il confronto). Scarnera ricorre, per la sua narrazione, a una figurazione dall'intensa carica simbolica. Nel rappresentare i ricordi di Auschwitz, la complessità del suo rapporto con i compagni defunti, Levi viene spesso posto in primo piano, in abiti civili, circondato da detenuti senza volto con la divisa a righe, a indicare la responsabilità, il dovere che la sua sopravvivenza comporta. Se si guarda allo specchio, o nei suoi incubi, talvolta Levi si vede ancora nei panni del prigioniero.
Spesso nell'opera appaiono elementi che assumono la valenza di correlativi oggetti: il gufo, con cui lo scrittore si identifica e che diventa una sorta di nume tutelare, varco tra interno ed esterno; o il reticolato di Auschwitz, di cui Levi stesso tiene un'immagine nel suo studio, a perenne monito di quel che è stato e che potrebbe tornare. Per rappresentare la vita all'interno del campo, quei sommersi che del campo avevano fatto la più vera e profonda esperienza senza poterla raccontare, l'autore sceglie di reinterpretare delle immagini esistenti, i dipinti di Zoran Music, prigioniero politico a Dachau, che ritrae nelle sue opere i morti del campo in immagini angosciate che hanno la forma dell'incubo e che interrompono l'equilibrata compostezza delle illustrazioni di Scarnera. Nell'alternarsi dei piani narrativi – il presente in cui l'autore e una collega seguono le tracce di Levi nella Torino contemporanea, le esperienze di Levi negli anni che corrono tra il suo ritorno e la sua morte, le vicende editoriali relative alle sue principali pubblicazioni – il romanzo a fumetti riesce a fornire un quadro complessivo ricco di dettagli della figura di Primo Levi, che aiuta chi non lo conosce a ottenere informazioni precise e verificabili, chi già lo apprezza a scoprire qualcosa in più, e può costituire anche un valido strumento didattico, grazie all'efficacia dell'accostamento di parole e immagini e alla chiarezza comunicativa di Scarnera.
Spesso nell'opera appaiono elementi che assumono la valenza di correlativi oggetti: il gufo, con cui lo scrittore si identifica e che diventa una sorta di nume tutelare, varco tra interno ed esterno; o il reticolato di Auschwitz, di cui Levi stesso tiene un'immagine nel suo studio, a perenne monito di quel che è stato e che potrebbe tornare. Per rappresentare la vita all'interno del campo, quei sommersi che del campo avevano fatto la più vera e profonda esperienza senza poterla raccontare, l'autore sceglie di reinterpretare delle immagini esistenti, i dipinti di Zoran Music, prigioniero politico a Dachau, che ritrae nelle sue opere i morti del campo in immagini angosciate che hanno la forma dell'incubo e che interrompono l'equilibrata compostezza delle illustrazioni di Scarnera. Nell'alternarsi dei piani narrativi – il presente in cui l'autore e una collega seguono le tracce di Levi nella Torino contemporanea, le esperienze di Levi negli anni che corrono tra il suo ritorno e la sua morte, le vicende editoriali relative alle sue principali pubblicazioni – il romanzo a fumetti riesce a fornire un quadro complessivo ricco di dettagli della figura di Primo Levi, che aiuta chi non lo conosce a ottenere informazioni precise e verificabili, chi già lo apprezza a scoprire qualcosa in più, e può costituire anche un valido strumento didattico, grazie all'efficacia dell'accostamento di parole e immagini e alla chiarezza comunicativa di Scarnera.
Carolina Pernigo