L'amore è cieco
di William Boyd
Neri Pozza, 27 giugno 2019
Traduzione di L. Prandino
pp. 441
€ 18 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
Ci sono romanzi di cui si rimane orfani, dopo averli terminati. L'ho pensato subito con L'amore è cieco di William Boyd, un libro che ci trasporta senza chiedere il permesso nell'Europa di fine Ottocento e ci fa attraversare, insieme ai confini degli stati, i sentimenti che vorremmo lasciare riposti dentro l'animo umano. I sentimenti eccessivi, quelli che vanno dalla passione irrefrenabile all'odio più violento, passando attraverso le aspirazioni lavorative e talvolta la loro delusione.
Andiamo con ordine. Il ventiquattrenne accordatore di pianoforte Brodie Moncur ha molto talento: pur essendo cresciuto con continue frustrazioni per il cattivo rapporto col padre, lui ha un sogno: riuscire a trasformare l'azienda per cui lavora, la Channon & Co., in una realtà internazionale, sfondando anche nella tanto protetta Europa continentale. L'occasione ghiotta arriva poco dopo le prime pagine, quando ormai abbiamo compreso la routine di Brodie, tra pianoforti a cui ridare vita, incontri al casino locale, scontri in famiglia. L'occasione, dicevo, non si fa attendere: il protagonista può andare a Parigi e aprire lì un magazzino dei pianoforti Channon.
Brodie intuisce che non basta la pubblicità tradizionale per diventare competitivi in una realtà che è piena di marche già rinomate: ci vuole un testimonial, per la precisione un pianista famoso che sposi la causa, accetti notevoli benefit e un cachet per usare un Channon personalizzato ai suoi concerti. Tutte le spese di manutenzione e di trasporto dello strumento, manco a dirlo, resterebbero a carico dell'azienda. Nonostante la cifra tutt'altro che irrisoria, in molti rifiutano e Brodie sta per desistere, quando John Kilbarron finalmente accetta. Ex bambino prodigio ormai invecchiato e ormai quasi fuori moda, Kilbarron è l'ultima speranza per i progetti di Brodie, anche se a rendere invitante l'occasione di lavorare fianco a fianco con lui è la giovane donna che lo accompagna, una soprano non particolarmente talentosa, ma a dir poco avvenente. Lydia Blum, "Lika" come si farà chiamare, è di origine russa e porta con sé, oltre alla bellezza, la consapevolezza di essere troppo alta, troppo poco incisiva nel canto, troppo misteriosa col suo passato. Per Brodie, lei è semplicemente Lika, quella che gli ha fatto conoscere l'innamoramento a prima vista, quella che - nel corso degli anni - gli farà provare un vastissimo caleidoscopio di emozioni, e non tutte positive. Parte così un triangolo d'amore serrato: John diventa sempre più protettivo nei confronti di Lika, che considera di sua proprietà; Brodie, d'altro canto, fa di tutto per vedere la donna, e non mancano veri e propri idilli amorosi in mezzo alla natura o incontri bohémien in squallidi alberghi a ore.
Se Lika viene lasciata volutamente avvolta nell'ombra del mistero, e per questo non desta particolare empatia, noi lettori ci affezioniamo subito alla dedizione senza limiti che Brodie dimostra per lei, e mentre gli incontri clandestini dribblano il geloso John e il fratello di lui, Malachi, un vero e proprio mastino, sentiamo ticchettare il tempo rimasto alla loro storia. Brodie non si accorge che è tutto precario, pericoloso, potenzialmente mortale: è disposto a tutto per qualche ora d'amore con Lika, anche a mentire o a spostarsi di continuo per i Paesi europei. Il tema della fuga, infatti, è presente tanto quanto quello del desiderio di radici: Brodie vorrebbe sposare Lika, poterla finalmente chiamare sua moglie davvero e non solo come copertura; e invece i due non possono cambiare paese senza che, dopo poco tempo, Malachi li rintracci e torni a tormentarli. Ma perché? Cosa è successo e, soprattutto, cosa vuole ottenere Malachi?
A complicare ulteriormente le cose, arriva la tubercolosi, il male del loro secolo, che lascia Brodie più volte esanime, a boccheggiare in preda a emorragie pericolose per la sua salute. I medici gli suggeriscono più volte di trasferirsi in luoghi caldi, vero e proprio toccasana per i tubercolotici, ma questo comporta lasciare Lika, almeno per un periodo. Ecco allora che vediamo uscire temporaneamente di scena Brodie, ma il suo amore per la donna è costante, fedele e leale: non riesce a tradirla, per quanto le occasioni non manchino; scrive lunghe lettere alla donna, pur ricevendo risposta solamente di rado, perché Lika deve agire con estrema prudenza.
Mentre ci avviamo verso nuovi viaggi, nuove tappe che vendono Lika e Brodie ora uniti ora disgiunti, ci illudiamo che la loro relazione possa trovare un esito felice. Ma perché nelle primissime pagine Brodie si trovava - da solo - nelle isole Andamane, letteralmente dall'altra parte del pianeta?
A queste e a tante altre domande risponderà William Boyd, con una narrazione ricca che profuma di fine Ottocento, una grande attenzione per le descrizioni - sempre funzionali -, che ci portano a provare la rara sensazione di trovarci davvero in un altro tempo. A essere universali sono i valori, punto fermo delle azioni di Brodie, e come tale eroe triste, destinato a scontrarsi con la loro perenne messa in discussione. Se state cercando un romanzo sulla passione (d'amore e per la musica), non perdetevi L'amore è cieco, che - vedrete - a dispetto del titolo già sentito, dimostrerà una profondità fuori dal comune.
GMGhioni