in

La Torino di Rol nel nuovo giallo di Enzo Orlando

- -
L’ombra di Rol
di Enzo Orlando
Bonfirraro Editore, 2019

pp. 195 
€ 16,90



Al suo secondo romanzo, Enzo Orlando si conferma uno scrittore capace di tessere trame convincenti e intriganti. In questo giallo, il commissario Moretti si avventura nei misteri della Torino più esoterica, per cercare di trovare l’assassino di un libraio, ma anche nella storia della città sabauda, che ha tante luci quante ombre; tuttavia, la vicenda avrà un filo invisibile che la collega ai fatti dell’estate del 1861, tra i civili di Auletta e il Regio Esercito, in pieno Risorgimento, dove alcuni militari, in nome della lotta al brigantaggio fanno strage di innocenti; una scia di sangue che non si ferma al campo di battaglia, ma ci trascina sulla scena di alcuni omicidi misteriosi di giovani donne. 
Nell’androne un agente stava provando a calmare la portinaia, una donna di mezza età, alta e magra come un chiodo. Tremava come una foglia, aveva il volto sbiancato dalla paura e sussurrava parole indecifrabili facendosi ripetutamente il segno della croce. (p. 17)
Non fu un compito facile, una volta tornato a casa, incrociare lo sguardo spaventato del ragazzino innocente che cercava di conoscere la verità. «Giusè ...», gli disse con voce calma, appoggiandogli la mano destra sulla spalla mentre si piegava leggermente verso di lui, «Lucia non c’è più. L’hanno uccisa». (p. 26)
La costruzione per parallelismi, tra passato e presente, attraverso il doppio piano della narrazione, è un costante rimando alla molteplicità e complessità del reale. La verità, anche quella storica, viene spesso scritta dai vincitori, e nella massa delle imprese è raro cogliere delle imperfezioni, degli errori, dei gesti, perché non ci restituirebbero la grandezza dell’impresa, ma, al contrario, getterebbero delle ombre sulla stessa. 
Proprio il mondo altro, quello in chiaroscuro, quello del mistero, diventa tema dell’inchiesta. Approfondire diventa la chiave per capire, e pur mantenendosi razionali, ci sono verità inspiegabili per cui serve un’intelligenza intuitiva e sensibile. Non a caso il libro rimanda a una delle più grandi e controverse figure della Torino esoterica, Gustavo Rol, di cui anche oggi non mancano detrattori ed epigoni. Il delitto avviene nello stabile in cui sorgeva l’appartamento di Rol, in via Silvio Pellico 31, e in qualche modo tutta l’indagine è collegata alla sua figura, studiata da molti ancora oggi (e non a caso lo scrittore ci fornisce anche una nutrita bibliografia su questi studi). 

Come per il romanzo precedente, in cui il museo Lombroso serviva da cornice alla vicenda, e che in qualche modo ha fornito lo spunto per questa nuova avventura, così il contesto in cui si muove questa nuova indagine serve a restituirci una parte di Torino, significativamente legata a questa figura di uomo, per alcuni un guru spirituale, per altri un semplice illusionista. Di sicuro, figura di grande fascino e mistero.
L’impostazione del giallo è fortemente influenzata dai maestri del genere, in primis Agatha Christie (anche lei peraltro era molto vicina al paranormale: credeva addirittura che la madre fosse una medium), ed Ellery Queen. Innanzitutto per la presenza di indizi, per il coinvolgimento del lettore nella storia, poi per i colpi di scena, che sembrano far convergere i sospetti su un assassino ideale, per poi ricredersi, grazie all’intuizione e in questo caso ad aiuti “paranormali”, con la rivelazione finale che avviene alla presenza dei vari sospettati. 
I pregi del libro sono tanti: una lingua facile, accessibile e fluida, un approccio classico al genere, dei riferimenti toponomastici e architettonici precisi, che rendono la città di Torino protagonista, un grande amore per la ricerca storica, che si evince nei riferimenti a fatti della storia risorgimentali secondari, su cui gli storici dovrebbero far luce in maniera imparziale. Questi elementi, insieme al grande amore per la musica, presente in molti riferimenti all’interno del libro, rendono L'ombra di Rol un giallo godibile e rinfrescante, consigliato soprattutto in questi giorni di calura estiva.

Samantha Viva







Un post condiviso da CriticaLetteraria.org (@criticaletteraria) in data: