di Giorgio Biferali
La Nave di Teseo, maggio 2019
pp. 217
€ 17 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
Ma quindi è così che si scrive un romanzo? Cioè è tutto autobiografico? Non c'è nulla di inventato? Chi ti conosce deve stare attento a quello che dice, a quello che fa, che se no rischia di diventare un personaggio? (p. 125)
Ci sono romanzi che vivono di dettagli, perché sui dettagli del vissuto costruiscono la loro verosimiglianza, stimolano la partecipazione e l'empatia del lettore. Il romanzo dell'anno di Giorgio Biferali, uscito un paio di mesi fa per la Nave di Teseo, sembra proprio appartenere a questo genere. La trama, in effetti, è di per sé semplice: il Capodanno 2016 si apre per Niccolò con la sconfortante notizia dell'incidente della sua ex ragazza, Livia, investita mentre andava per Roma in motorino. La ragazza è in coma e Niccolò trascorre i mesi di questo difficilissimo anno ricordando la loro relazione, mentre il mondo esterno sembra crollargli attorno, tra amici che si sottraggono alla sua compagnia, lavoro problematico, e la cronaca stessa che sembra portare a un'implosione. Finalmente solo al capezzale della ragazza, un giorno Niccolò inizia a scriverle come non ha mai fatto in vita sua: sono lettere che parlano a volte del presente, ma soprattutto che rievocano i loro piccoli rituali amorosi, le abitudini e i sogni che avevano come coppia. Ecco allora che Livia, sebbene indirettamente, è presente e coprotagonista del testo: è quel "tu" a cui Niccolò si rivolge nelle lettere, a volte ponendole degli interrogativi a cui è difficile rispondere. Interrogativi che, anche graficamente, conquistano una intera pagina con il loro punto di domanda, che si fa molto più angosciante così sospeso in tutto quel bianco.
Livia non può rispondere, Niccolò lo sa, eppure continua a sperare che dal coma percepisca tutto l'amore che la sua famiglia sta manifestando: la madre e il padre, separati da anni, vegliano a turno accanto al suo letto d'ospedale. Così Niccolò trascorre lì il tempo che ha a disposizione e non riesce a staccarsi dal passato per riconquistare il proprio presente.
Il lettore è sicuramente ambivalente: da un lato vorrebbe che Niccolò si rifacesse una vita, visto che non è chiaro né perché i due si siano lasciati né si sa la prognosi di Livia; dall'altro lato (il lato più emotivo e irrazionale), però, il lettore si trova a struggersi per questo amore fatto di passione, piccolezze del quotidiano, convivenza e cataloghi Ikea, attrazione e dedizione,... Niccolò e Livia, appassionati di elenchi che vengono spesso (forse un po' troppo) ricopiati nelle lettere del protagonista, non hanno paura a esplicitare tutti i loro desideri. L'impressione, a volte, è quella di un testo molto composito, perché nelle lettere lo scrivente si trova libero di inserire qualsiasi stimolo: dalla critica (per quanto indiretta) agli amori virtuali attraverso l'esempio di un caro amico chiusosi nel mondo digitale, fino alla paura per il mondo in cui terremoti, Brexit ed elezioni americane mettono a dura prova il nostro equilibrio. Poi viene da pensare: in una lettera, in effetti, si può scrivere ciò che si vuole, soprattutto se il destinatario è steso in un letto d'ospedale e non si sa se risponderà mai. Ed ecco allora che anche la varietà di materia trattata nelle lettere assume nuove potenzialità, come ad esempio quella di rimescolare continuamente le carte e di mantenere la suspense su come è andata davvero la storia di Livia e Niccolò.
E verso la fine c'è il colpo di scena (che non possiamo rivelare), che farà vedere le cose però da una nuova prospettiva, a ribadire - ancora una volta - come l'amore sia reciprocità. Solo allora capirete il perché del titolo, che - va proprio detto - incuriosisce fin dalla copertina.
Questo romanzo vive di gocce del vissuto, un po' come la ragazza nell'acqua in copertina, che prova a svuotare il mare con una tazza, pur sapendo che la maggior parte del proprio corpo resterà sommersa. E ciò che emerge sono proprio i frammenti di due esistenze che si uniscono per un tratto del loro percorso: forse i nuovi romanzi d'amore sono questi, in cui il quotidiano non è routine scialba e noiosa, ma estasi della condivisione minuta di momenti, passioni, sogni.
GMGhioni
E verso la fine c'è il colpo di scena (che non possiamo rivelare), che farà vedere le cose però da una nuova prospettiva, a ribadire - ancora una volta - come l'amore sia reciprocità. Solo allora capirete il perché del titolo, che - va proprio detto - incuriosisce fin dalla copertina.
Questo romanzo vive di gocce del vissuto, un po' come la ragazza nell'acqua in copertina, che prova a svuotare il mare con una tazza, pur sapendo che la maggior parte del proprio corpo resterà sommersa. E ciò che emerge sono proprio i frammenti di due esistenze che si uniscono per un tratto del loro percorso: forse i nuovi romanzi d'amore sono questi, in cui il quotidiano non è routine scialba e noiosa, ma estasi della condivisione minuta di momenti, passioni, sogni.
GMGhioni
Social Network