Jalna
di Mazo de la Roche
Fazi Editore, 2019
Traduzione di Sabina Terziani
pp. 398
€ 18 (cartaceo)
€ 7,99 (ebook)
€ 18 (cartaceo)
€ 7,99 (ebook)
Gli altri fratelli era seduti uno accanto all'altro sul lato del tavolo che guardava la finestra. Wakefield; Finch (a pranzo era sempre assente perché era a scuola in città); Piers, anch'egli somigliante al capitano, ma con meno dolcezza e più ostinazione nei tratti da adolescente; e per ultimo Eden, slanciato, biondo, con lo sguardo affascinante della madre, la graziosa governante.
Dall'altra parte era seduti la nonna e i due zii. Ernest con il gatto Sasha sulla spalla, e Nicholas con Nip, lo Yorkshire terrier, sulle ginocchia. I due spaniel di Renny stavano accucciati a lato della sua sedia a capotavola. (p. 39)
Con le presentazioni fatte dalla stessa autrice, Mazo de la Roche, benvenuti in una nuova saga, con una nuova tenuta e una nuovo paese di ambientazione: sono i Whiteoak di Jalna, Canada.
La saga dei Whiteoak o, per meglio dire, di Jalna dal nome della tenuta teatro delle vicende della famiglia, è piuttosto corposa: conta sedici volumi che l'autrice, Mazo de la Roche, scrisse e pubblicò tra il 1927 e il 1958. Vincitrice di numerosi premi, successo editoriale già all'epoca della sua prima uscita, viene oggi riscoperta e pubblicata da Fazi che continua nel fortunato filone delle saghe familiari.
Non pacati come i Cazalet, di certo molto più concreti degli Aubrey, i Whiteoak si presentano come una colorata e confusionaria famiglia. Facili a risolvere le contese più con la forza fisica che non con il ragionamento, piuttosto avversi ad attività aleatorie come la poesia e la musica e con un occhio di riguardo al denaro, hanno il loro cuore pulsante nella tenuta, Jalna. Costruita dalla nonna, Adeline Court, al suo ritorno dall'India dove il marito, Philip, serviva come ufficiale, con forza centrifuga attira tutti i componenti della famiglia e si presenta come un vero e proprio personaggio che gioca un ruolo fondamentale nelle vicende della famiglia; andando così a inserirsi tra le altre grandi case che popolano l'immaginario della letteratura e cinematografico come Downton Abbey, Nampara e Tara.
Jalna era come un frutto maturo nella luce dorata, avvolta in un rosso manto di vite vergine, circondata da prati appena rasati. Uno dei conigli di Wake saltellava sull'erba e i due spaniel di Renny se ne stavano distesi sui gradini del portico. Un pero aveva lasciato cadere i propri frutti sull'erba e là se ne stavano gialli e panciuti, dando un'impressione di noncurante benessere a chiunque arrivasse dalla città. Alayne pensò che Jalna avesse qualcosa delle antiche case padronali al centro si vasti pascoli e frutteti. (p. 158)
A Jalna, le varie generazioni di Whiteoak si succedono. La "vecchissima" guardia è rappresentata dalla nonna, Adeline. Famosa bellezza in gioventù, all'inizio del romanzo sta per compiere il suo centesimo anno d'età, senza che il secolo trascorso le abbia fatto perdere acutezza, irascibilità e, soprattutto, l'appetito. Al suo fianco come bastoni della sua vecchiaia si ergono i due figli, Ernest e Nicholas, anziani anche loro, ma mantenuti giovani dalla madre ancora in vita che si appoggia a loro per gli spostamenti, per avere cibo e attenzioni e continuando a considerarli i suoi ragazzi. Segue la nuova generazione: Renny, ormai capofamiglia e gestore della tenuta, e Meg, figli di primo letto di Philip, e poi Piers, Eden, Finch e Wakefield: il più giovane della famiglia, ragazzino definito "fannullone, bugiardo, ladro e sprecone" ha il compito di aprire la narrazione con uno spaccato divertente della sua giornata e della furberia con cui raggira tutti intorno a lui, dal fratello ai negozianti di zona. Gli ultimi quattro sono nati dall'unione di Philip con Mary, la governante. Completano la famiglia la coppia di domestici, Rags, conosciuto da Renny nelle trincee in Francia, e sua moglie, Mrs Wragge, rispettivamente factotum e cuoca della famiglia, entrambi con un pessimo carattere. Al nucleo originale, pur con tutte le resistenze che il nuovo può portare con sé, si aggiungono Pheasant, figlia illegittima del loro vicino di casa (un tempo promesso sposo di Meg), che diventa moglie di Piers, e Alayne, newyorkese, che Eden conosce per via delle pubblicazioni delle sue poesie nella casa editrice dove lei lavora.
Una volta districato il groviglio dei rapporti familiari che, a differenza degli intrecci di Julian Fellowes, non sono distratti dall'apertura verso il contado o i propri servitori (se non in brevi sprazzi), si entra in un meccanismo di amori, gelosie, affetto proprie di una famiglia così numerosa "costretta" a vivere negli stessi spazi. Perché, per quanto Jalna abbia confini enormi, tutto il nucleo familiare non si allontana e non evade dalla tenuta: Jalna, come una madre un po' troppo protettiva, tiene vicini tutti i suoi figli e le nuore e, nel tentativo di proteggerli, fornisce loro gli elementi di un possibile disastro. Senza indulgere nel peccato di rivelare come gli equilibri di coppia verranno sconvolti, nel primo romanzo della saga, la parte di romance gioca un ruolo fondamentale. È la passione a spingere Piers e Pheasant a un matrimonio che non è voluto e non verrà approvato; è la passione data dalla poesia che porterà Alayne al precipitoso matrimonio e al trasferimento in Canada.
Perché alla base tutti i Whiteoak incarnano la passionalità un po' brutale del Grande Nord. Uomini e donne di tempra forte, di principi quasi incrollabili e testardaggine. Uniti, volenti o meno, alla loro tenuta, affondano le radici nella terra canadese caparbia, resistente e longeva. Proprio come ci dimostra nonna Adeline che, nonostante il secolo vissuto, ancora non riesce ad abbandonare i confini dell'amata tenuta.
Giulia Pretta
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