La cena segreta
di Javier Sierra
DeA Planeta Libri, 2019
Traduzione dallo spagnolo di Claudia Acher Marinelli
pp. 395
€ 21,50 (cartaceo)
€ 9,99 (e-book)
«Lo sconosciuto rise. "È molto facile da capire. Vi concederò la grazia della conoscenza prima di spedirvi all'Inferno. Non vi rendete conto che Leonardo vi ha tradito?". Tradito? Possibile che il maestro Leonardo avesse voltato le spalle ai suoi fratelli? Il pellegrino intuì che le cose si mettevano male. Un sibilo metallico, come quello di una spada sguainata, risuonò dietro di lui».
Inizia con un omicidio il thriller mistico, esoterico, artistico che DeA Planeta Libri ripropone, con una livrea elegante e impreziosita da immagini artistiche, in occasione del Cinquecentenario leonardiano, che cade quest'anno. Javier Sierra, scrittore spagnolo e indagatore di misteri, esperto di fenomeni inspiegabili e studioso di simboli religiosi, aveva pubblicato questo libro una quindicina di anni fa, ma l'anniversario della morte di Leonardo, con tutte le celebrazioni del caso, ha dato il là per una riedizione. Che arriva dopo che l'autore, con il romanzo Fuoco invisibile (leggi qui la recensione) ha ottenuto, lo scorso anno, il maggiore premio spagnolo per la narrativa, il Planeta.
Ne La cena segreta Sierra mette sul piatto un'ipotesi, tanto affascinante quanto tortuosa: che il grande Leonardo da Vinci fosse un eretico e usasse la sua arte come un'arma contro la Chiesa cattolica, infarcendo le sue opere più note, dalla Vergine delle rocce al Cenacolo, di simbolismi e messaggi comprensibili soltanto ai suoi adepti. Messaggi talmente dirompenti da mettere in pericolo l'integrità stessa della Chiesa.
La vicenda narrata nel libro ruota tutta intorno a questa supposizione verso la quale lo scrittore lentamente ci conduce inducendoci a guardare e riguardare la Cena dipinta da Leonardo con i suoi occhi dubbiosi, scovando elementi incongrui e non consueti. Perché non vi è segno di Eucarestia sulla tavola? Perché Gesù e gli apostoli sono privi dell'aureola? Perché Pietro nasconde dietro la schiena un pugnale? Perché sulla tavola c'è il pesce? Perché Giovanni ha un viso così femmineo che più che Giovanni sembra la Maddalena? Perché due apostoli non guardano Gesù e non ascoltano il suo annuncio («In verità, in verità vi dico, uno di voi mi tradirà»), ma parlano con Simone, voltandogli le spalle? Domande queste che cominciano a ronzare nella testa del lettore e che troveranno risposta nella soluzione del mistero.
Perché di mistero si tratta, siamo pur sempre nella scia di Dan Brown (e anche se Sierra non ne può più di venire accostato all'autore de Il Codice Da Vinci la cosa risulta inevitabile).
A sciogliere il mistero è chiamato padre Agostino Leyre, un inquisitore domenicano, esperto di messaggi cifrati a cui viene affidato il compito di individuare chi si nasconde dietro all'indovinello che rappresenta la firma di colui che, in lettere anonime, profetizza guai e sciagure per la Chiesa se Leonardo viene lasciato libero di terminare la sua opera diabolica. Per giunta nel cuore della cristianità milanese, Santa Maria delle Grazie. Nel frattempo, a conferma delle tremende profezie anonime, nella comunità dei frati che attendono in ansia che Leonardo termini il loro refettorio avvengono atroci delitti. Un po' alla Umberto Eco de Il nome della rosa.
Le premesse del libro sono ottime, i temi intriganti, i personaggi splendidamente costruiti, primo fra tutti l'Artista, con la A maiuscola, lui, il grande Leonardo da Vinci, dipinto come collerico, stravagante, egocentrico e carismatico. Tanto sicuro di sé da essersi ritratto nel Cenacolo, mentre ostentatamente volge le spalle a Gesù. Sapientemente ricostruita l'atmosfera dell'epoca, d'altra parte Sierra è uno storico e in quanto tale offre quadri d'epoca impeccabili e di splendida resa. Coinvolgente il gioco degli enigmi che spingono il lettore a indagare, a scervellarsi per scoprire gli arcani delle parole.
Eppure... eppure il romanzo, a mio parere, non convince del tutto. Perché porta con sé alcune pecche. Innanzitutto la tortuosità di talune situazioni, che risultano assai complicate e il cui inserimento risulta un po' forzato (vedasi la vicenda del giovane cataro). Al contrario la lettura del grande mistero, dell'enigma apparentemente insolubile, del messaggio occulto che Leonardo sembra avere inserito nel Cenacolo, è dispiegata agli occhi del lettore un po' troppo banalmente, facendo apparire naif i tentativi di scoprirlo da parte di coloro che dovrebbero essere i più grandi esperti di messaggi cifrati del Quattrocento. Della serie «ma non lo vedi?»...
E mentre ci facciamo condurre per mano dall'autore a sposare la sua tesi (quella di un Leonardo cataro impenitente), il dubbio ci assale. La cena segreta è solo un romanzo o c'è qualcosa di più? Possiamo abbandonarci alla fantasia o Sierra vuole aprirci gli occhi su un Leonardo che non conosciamo? Questo tarlo mi ha tormentato per l'intera lettura.
Un libro che ho trovato avvincente, ma non del tutto convincente.
Rosatea Poli
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