L'anno nuovo,
di Juli Zeh
Fazi Editore, 2019
Trdauzione di Madeira Giacci
pp. 178
€ 18,50 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
Da quel giorno LA COSA cominciò a fargli visita quando le pareva. Tutto inizia con un bruciore al diaframma, un miscuglio tra febbre della ribalta e paura di volare. Il cuore prende a battergli all’impazzata, poi incespica. Corpo e mente diventano incontrollabili. A volte LA COSA lo prende nel pieno della notte. Si sveglia di soprassalto, gli manca l’aria, deve correre al bagno, ha voglia di urlare o di sbattere la testa contro un muro ma lascia perdere per non svegliare nessuno. (p. 39)
Henning è sposato con Theresa con la quale ha due figli, Bibbi e Jonas. La famiglia sta trascorrendo le vacanze di Natale sull’isola di Lanzarote lontano dalle preoccupazioni quotidiane e dallo stress. Henning si ripete di essere un uomo fortunato: lavora part-time per una casa editrice per potersi dedicare attivamente all’educazione e alla crescita dei suoi bambini, vive in un bell’appartamento di Gottinga, ama la moglie. Ha quella che potrebbe essere definita una famiglia felice. Eppure qualcosa non va. Da circa due anni soffre di attacchi di panico che hanno minato la sua serenità e lo portano a litigare spesso con la moglie che lo esorta a comportarsi «come un uomo, un uomo che io possa amare» (p. 66). Il mattino dell’anno nuovo, il 2018, si sveglia con il proposito di iniziare una nuova vita, per scacciare il macigno che gli pesa sul cuore da troppo tempo. Così sale in sella alla bici presa a noleggio e inizia un’escursione, improvvisata ma carica di aspettative, fino a Femés. Proprio quando arriva all’apice del monte, LA COSA torna a fargli visita. L’uomo viene soccorso da Lisa, un’artista tedesca, che lo invita a casa sua. Ma quella casa non gli risulta nuova. Si fa strada in Henning un déjà-vu che lo lascia senza fiato. Nella sua mente, allora, i ricordi emergono con violenza. Da quel momento la storia vira nel passato, le cui memorie sono sconvolgenti, e due bambini che ricordano i personaggi dei romanzi di Stephen King diventano protagonisti di un incubo molto più grande di loro, troppo per i loro quattro e due anni.
L’anno nuovo intreccia thriller e analisi sociale. La scrittrice ci induce a riflettere sul ruolo dell’uomo moderno per poi condurci per mano in un cupo racconto. Con penna leggera Juli Zeh ci presenta il protagonista, Henning, un uomo normale che descrive le sue giornate di vita normale, di gioie normali, di problemi normali. A rompere l’equilibrio della normalità c’è LA COSA. L’uomo non vuole logorare la propria famiglia con le sue nevrosi. Vorrebbe ridere di più, abbracciare più spesso sua moglie, perdere meno le staffe con i bambini, uscire di più. LA COSA però non lo perde di vista, è rintanata nella sua tana, è in agguato in attesa di torturarlo. Anche rallegrarsi dell’assenza della COSA è deleterio, perché quanto più forte è la speranza, tanto più forte LA COSA lo colpisce con i suoi lunghi tentacoli. Per lui è difficile trovare il proprio posto tra lavoro e bambini. Theresa è una donna forte, non indietreggia davanti alle responsabilità. Insieme hanno deciso di lavorare entrambi part time, per stare più vicino ai bambini. Eppure Henning è inquieto, ha completamente plasmato la sua vita in base alle esigenze dei figli e non sa più cosa fare da solo. Un tempo ascoltava la musica, leggeva, andava in bicicletta, usciva con gli amici. Ora tutto è cambiato. Vorrebbe avere un po’ di tempo per se stesso ma si sente già in colpa solo per averlo pensato.
Con un tocco riflessivo estremamente contemporaneo, nel romanzo ad avere mille incertezze e a sentirsi quasi soffocare da una famiglia che pur ama, non è la donna ma l’uomo. È lui che si preoccupa delle faccende domestiche perché lei è più coinvolta con il lavoro. Nella mente di Henning mille difficoltà prendono vita e la vita diventa una montagna da scalare portandosi sulle spalle il lavoro arretrato, la quotidianità con i bambini, gli imprevisti nascosti dietro l’angolo. Il bisogno di controllare i propri pensieri è quasi peggiore della COSA stessa. Henning non sa più cosa fare. Qualsiasi pretesto può risvegliare LA COSA. Forse la colpa è solo sua, vede tutto sempre nero, ma senza alcun motivo. La seconda parte del romanzo, che vira sul thriller, darà a Henning le risposte che cerca, in un’ottica positiva di felicità e salvezza, quella che ognuno di noi merita, qualunque sia il proprio passato.
Con un tocco riflessivo estremamente contemporaneo, nel romanzo ad avere mille incertezze e a sentirsi quasi soffocare da una famiglia che pur ama, non è la donna ma l’uomo. È lui che si preoccupa delle faccende domestiche perché lei è più coinvolta con il lavoro. Nella mente di Henning mille difficoltà prendono vita e la vita diventa una montagna da scalare portandosi sulle spalle il lavoro arretrato, la quotidianità con i bambini, gli imprevisti nascosti dietro l’angolo. Il bisogno di controllare i propri pensieri è quasi peggiore della COSA stessa. Henning non sa più cosa fare. Qualsiasi pretesto può risvegliare LA COSA. Forse la colpa è solo sua, vede tutto sempre nero, ma senza alcun motivo. La seconda parte del romanzo, che vira sul thriller, darà a Henning le risposte che cerca, in un’ottica positiva di felicità e salvezza, quella che ognuno di noi merita, qualunque sia il proprio passato.
L’anno nuovo è un romanzo che riesce a coniugare, in modo coinvolgente ed emozionante, due generi letterari diversi amalgamandoli in un testo di qualità letteraria elevatissima. Ti avvolge in una sensazione di purificazione psicologica, indipendentemente dalla quantità di fantasmi, scheletri o cose che ognuno di noi cela nella propria vita: l'autrice, infatti, sparge i germogli del senso di sicurezza dando ai protagonisti la libertà di coltivarli. Il Süddeutsche Zeitung lo ha definito il miglior libro di Juli Zeh e non è un caso che la scrittrice abbia appena vinto il prestigioso Heinrich-Boll-Preis. Come non condividere le motivazioni della giuria? “Juli Zeh rientra a pieno titolo tra i migliori autori tedeschi contemporanei. Nei suoi scritti ci si muove tra letteratura e politica, tra poesia e realtà."
Federica Privitera