Marina Café Noir: omaggio ai maggiori scrittori della casa editrice NNEditore con uno sguardo in più a Jenny Diski


Lia Careddu legge Jenny Diski
Foto di Alec Cani
La prima, ricca e lunga serata ufficiale di Marina Café Noir è interamente dedicata alla casa editrice NNEditore con tanti super ospiti della portata di James Anderson, Dan Chaon, Vinicio Marchioni e il gruppo King Howl.
L'evento di giovedì 20 giugno prende il via alle 18 con l'intrattenimento per bambini a cura di Francesco "Bugo" Lugas. Al termine dell'animazione, Piazza Garibaldi pullula di bimbi che si inseguono con il gelato in mano e cercano di salire sul palco eludendo la sorveglianza formata da staff e da volontari. Poi ci sono gli adulti che chi dalle panchine con una pizzetta al taglio butta un occhio distratto ai piccoli e chi in piedi, magari con una birra in mano, prova a star dietro ai propri figli. Infine gli anziani. Chi controlla a vista d'occhio e magari insegue i nipotini e chi, in libera uscita, con la propria compagnia è già seduto di fronte al palco, con tantissime ore d'anticipo per lo spettacolo che brama di seguire. 
Il clima che si respira a Cagliari per il festival di letterature applicate è gioioso, festivo, leggero e al tempo stesso "culturale": gruppi eterogenei di persone affollano da presto i palchi pur di non perdere lo spettacolo scelto.

MCN Kids - Burro Show con Francesco "Bugo" Lugas
Foto di Alec Cani 
Nel quartiere storico di Villanova nell'ordine del giorno sono previsti ben sette incontri, uno più ghiotto dell'altro: il primo a salire sul palco è Matteo Leone che con una suonata blues apre le danze musicali e letterarie della manifestazione culturale più longeva cagliaritana. Poi è un susseguirsi di interviste, incontri, reading e concerti: Gianmarco Diana incontra lo scrittore noir americano James Anderson; Federica Antonacci presenta l'incontro tra le due scrittrici italiane Chiara Marchelli e Serena Patrignanelli; Maddalena Brunetti chiacchiera con lo scrittore Dan Chaon; l'attrice teatrale Lia Careddu porta in scena con un reading l'omaggio alla scrittrice inglese Jenny Diski; Vinicio Marchioni omaggia Kent Haruf, accompagnato dai musicisti Gianluca Pischedda e Sandro Fontoni; Felice Montervino legge alcuni passi dell'ultimo libro di James Anderson accompagnato musicalmente dalla band King Howl. 

Giacomo Casti, foto di Alec Cani
 «Come sapete, questa prima giornata di Marina Café Noir, come sta diventando ormai abitudine, è interamente dedicata ad una casa editrice, oggi ai nostri amici della NNEditrice di Milano. Una casa editrice fa dei libri e di alcuni libri capita di innamorarsi. In particolare quest'anno ci siamo innamorati di un libro e di un'autrice che si chiama Jenny Diski, che non c'è più e che se ne è andata qualche anno fa. Si tratta di un'autrice inglese che ci ha regalato un libro che si intitola: “In gratitudine”. “In – staccato – gratitudine”. Per farla breve, è una sorta di ricognizione intima di un diario di bordo personale, molto personale, della lotta – anche se lei mai usa questa parola nel libro –, della sua lotta con il cancro. È un tema delicato, è setoso, un tema di questo tipo. Qualcuno potrebbe pensare non essere appropriato ad una serata così bella con un clima così piacevole. Ma fa parte della vita. Anzi, qualcuno dice che in realtà la condizione normale delle persone non è lo stato di salute, ma lo stato di malattia, perché nasciamo per concludere il nostro percorso.» [Prima parte del discorso introduttivo di Giacomo Casti, uno degli ideatori del festival] 

Vinicio Marchioni
Foto di Alec Cani 
L'incontro più atteso della serata. Donne, ma anche uomini. Ragazze, ma ancor più signore. L'attore Vinicio Marchioni è stato fuori da ogni dubbio il più atteso e desiderato della serata. Sebbene il suo intervento fosse previsto per le 22:15, il suo paziente pubblico ha preso posto già dalle 18, tentando persino di avvicinarsi al palco, di strappare un selfie (e una coppia ci è persino riuscita con il bene placito dell'attore) o anche di poterlo ammirare da lontano prima degli altri, prima del tempo, prima dello spettacolo. Accompagnato da due musicisti – che oltre a suonare, hanno realizzato anche le musiche – Vinicio Marchioni ha reso omaggio e con la sua profonda e virile voce ha letto alcuni passi dell'ultimo libro della celeberrima trilogia di Kent Haruf, Crepuscolo. E il pubblico è rimasto silente, quasi a bocca aperta e rapito per circa un'ora. Lunghi versi sono stati alternati a rapide sequenze musicali.
Il risultato? Nessuno deluso, tutti ammaliati dai versi, tutti incantati dalla bravura, dalla bellezza e dal carisma di Vinicio. 
«Poi ci sono persone più spirituali, più religiose di me che sanno cose che io non so rispetto a ciò che ci aspetta dopo. 
E poi ci sono persone straordinariamente intelligenti come è stata Jenny Diski che ha avuto la capacità di raccontarci questo momento così delicato nella vita di chiunque. Perché chiunque sa direttamente o indirettamente cosa significhi ciò che sto dicendo. Ecco, lei è riuscita a raccontarcelo con gioia, con rabbia, con felicità, se è possibile coniugare questa parola insieme a una parola così pesante come è quella del cancro, parola quest'ultima che siamo disabituati ad affrontare per quello che è: una parte della vita. Quest'autrice ci è riuscita in maniera meravigliosa e quindi spetta a lei inaugurare la breve fascia degli omaggi, perché quello che ascolterete adesso vi dona cinque minuti di questo libro meraviglioso che vi invito davvero a leggere, anzi vi invito in generale a leggere. […] Ecco, in un libro come questo c'è qualcosa che ha a che fare con la magia e abbiamo deciso, quindi, che questa magia doveva avere la voce di quella che è per me e per tanti come me è la regina del teatro sardo. Ascolterete Jenny Diski dalla voce meravigliosa di Lia Careddu.»
[Seconda parte del discorso introduttivo di Giacomo Casti, uno degli ideatori del festival] 
Lia Careddu
Foto di Alec Cani 
L'incontro più emozionante della serata. È stato breve – quindici minuti – ma decisamente intenso l'intervento dell'attrice di teatro Lia Careddu che, con grande sentimento e competenza, ha letto alcuni passi tratti da “In gratitudine” di Jenny Diski, scrittrice inglese mancata pochi anni fa ma che ha lasciato una tale produzione scritta toccante, reale, vitale da essere ricordata in una serata d'estate a Cagliari. I brani letti riguardano le considerazioni della Diski sulla diagnosi che le è stata fatta, quella cruda e purtroppo comune come è quella del cancro. La scrittrice affronta la notizia come ha sempre affrontato la vita, ossia scrivendo, raccontando i suoi pensieri, quelli comici densi di sarcasmo difensivo e quelli duri, composti dai pensieri più profondi che spesso chiedono soccorso ai ricordi d'infanzia. Breve ma intenso, dicevo. In pochi minuti le considerazioni di un'anima collimano con l'empatia e la maestria di una grande professionista capace di interpretare, senza mai scivolare nella finzione e nella costruzione artefatta della lettura teatrale, quanto di più personale possa esistere: la reazione e la convivenza con una malattia. Poiché così breve e al contempo con forza così intenso, alcuni passi meritano di essere evidenziati anche qui. Perché, come spesso accade, la scrittura migliore è quella che tocca le corde più intime di chi scrive e di chi legge. E perché tante, tantissime volte la scrittura, così come la lettura, è una dolce cura per alcuni.   
“Il futuro scintillò davanti ai miei occhi in tutta la sua fatidica banalità. 
Un disagio, prima così intenso da escludere tutti gli altri stati d'animo, ma un disagio ripiegato su sé stesso nello sconforto, quello che ti coglie quando qualcosa è fuori dal tuo controllo e ti pone su un binario prestabilito e che, pur non facendo parte della tua esperienza, è talmente noto in tutte le sue forme culturali che ti basterebbe togliere il cappuccio alla penna per annottare sul taccuino ogni singola cosa che succederà e che proverai nell'immediato futuro. Sorprese incluse. 
Mi uscì una battuta: “Allora, devo cucinare metanfetamine!” dissi al poeta seduto al mio fianco, un po' in disparte. Con uno sforzo il poeta mise in moto il viso e mi rispose a tono: “Questa è l'ultima e poi ce ne andiamo”. 
Il dottore e l'infermiere rimasero impassibili. 
Mentre tornavamo a casa il poeta disse che, secondo lui, quei due non guardavano molte serie tv americane. Solo dopo pensai che forse, da quando Breaking Bad era andato in onda, gli oncologi e gli infermieri dell'intero mondo occidentale si erano dovuti sorbire la battuta sulla metanfetamina ogni volta che avevano usato i metodi più nuovi, non brutali e collaudati per dire a un paziente che ha un cancro inoperabile con la massima gentilezza e onestà, dopo aver valutato con domande in apparenza innocue la sua tenuta psicologica. 
“Mi dica cosa si aspettava da questo appuntamento.”
Magari non avevano riso al mio tentativo, magari sfuggente, di alleggerire l'atmosfera, non perché non avessero colto la citazione, ma perché troppe volte, dopo simili appuntamenti, si erano detti: “Se ne sento un altro dire che deve mettersi a cucinare metanfetamine, lo sbatto in terra e gli ruggisco in faccia! Ascoltami, cazzo!” 
Mi mortificava l'idea che, prima ancora di fare un solo passo sulla strada del cancro, avevo commesso la mia prima banalità: ero già una paziente oncologica prevedibile.”
[Reading a cura dell'attrice Lia Careddu del libro “In gratitudine” di Jenny Diski] 

Felice Montervino e King Howl
Foto di Alec Cani 
L'incontro più energico della serata. In principio i King Howl, gruppo che suona heavy blues formatosi a Cagliari nel novembre del 2009 e che si esibisce da anni in concerti nazionali e internazionali, eseguono un pezzo risvegliando l'intero pubblico che si sta trattenendo ancora in piazza – magari dalle 18 alle 23, ora in cui ha inizio quest'ultimo reading/concerto – . L'incalzante voce dell'attore Felice Montervino, al tempo stesso prepotente e virile, ben calata nel ruolo, recita alcuni passi dal forte e speziato sapore noir della Serie del Deserto scritta dall'americano James Anderson. Il ritmo musicale ben si confà con l'arrogante quanto adeguata interpretazione aggressiva della voce che legge. I due suoni, musica e voce, vanno a braccetto con ciò che è realmente protagonista: il testo dei due libri noir. Anche questa esibizione è stata un successo, anche questa ha garantito un elevato livello di qualità e di cultura al pubblico rimasto sino alla fine. 


Dettagli gruppo King Howl
Foto di Alec Cani

Felice Montervino
Foto di Alec Cani 

Piazza Garibaldi
Foto di Alec Cani 

Come esordio, non contando ovviamente l'anteprima di alcuni giorni prima, Marina Café Noir non si smentisce nell'allettante programma e non tradisce il fedele pubblico. Ogni anno, da diciassette anni, a Cagliari va in scena il festival dal successo annunciato e garantito. 

Alessandra Liscia