Due
di Irène Némirovsky
Mondadori, 2017
1^ edizione originale: 1939
Traduzione di G. Mezzanotte
pp. 236
€ 11 (cartaceo, Oscar Mondadori)
€ 3,99 (ebook)
«Si baciavano. Erano giovani. I baci nascono sulle labbra in modo così naturale quando una ragazza ha vent'anni! Non è l'amore, ma un gioco; non si cerca la felicità, ma un attimo di piacere. Il cuore ancora non desidera nulla: è stato colmato d'amore, saziato di tenerezza durante l'infanzia. Taccia ora. Dorma! Si lasci dimenticare» (p. 3).
Si apre all'insegna dei primi moti di passione Due, romanzo tra i più famosi di Irène Némirovsky, pubblicato nel 1939 e ambientato alla fine della Prima guerra mondiale. Facciamo conoscenza dei suoi personaggi in una notte di divertimento, a pochi chilometri da Parigi, in una pensione dove stanno amoreggiando: da un lato ci sono Antoine e Marianne, dall'altro l'amico di lui, Dominique, con la bella Solange; seduto a terra, che finge di dormire, Gilbert, fratello di Antoine, da sempre innamorato di Solange ma incapace di darle ciò che lei vuole.
Si apre all'insegna dei primi moti di passione Due, romanzo tra i più famosi di Irène Némirovsky, pubblicato nel 1939 e ambientato alla fine della Prima guerra mondiale. Facciamo conoscenza dei suoi personaggi in una notte di divertimento, a pochi chilometri da Parigi, in una pensione dove stanno amoreggiando: da un lato ci sono Antoine e Marianne, dall'altro l'amico di lui, Dominique, con la bella Solange; seduto a terra, che finge di dormire, Gilbert, fratello di Antoine, da sempre innamorato di Solange ma incapace di darle ciò che lei vuole.
I tre ragazzi, reduci dalla guerra, sentono il desiderio innato di divertirsi, di provare l'ebbrezza della passione senza mai davvero fermarsi: le loro nottate sono lunghe, terse di incontri e di champagne, all'inseguimento di una leggerezza che va ricostruita, perché persa sui campi di battaglia. In questa atmosfera alla Scott-Fitzgerald, tra feste e balli, vestiti di mussola e gioielli risplendenti, Antoine pensa di abbandonarsi alla passione con Marianne; per un attimo, addirittura, immagina che un giorno lei diventerà sua moglie. Dura poco questa sensazione, come pure il sentimento, ma perdura quel desiderio di lei che porta i due a diventare amanti, nascondendosi dal resto del mondo.
Marianne sarebbe il prototipo perfetto dell'eroina innamorata delle favole, se non fosse per la sua leggerezza, che la porta all'inizio a cercare di perseguire solo il piacere («Non era Antoine che importava, non ancora, non l'amore, ma il piacere», p. 19) e a cedere subito alle avances di Antoine, il quale non parla mai d'amore né fa promesse; anzi, presto la informa di avere già un'amante, Nicole. Poi la trasformazione: Marianne scopre un sentimento frastornante che le annega qualsiasi amor proprio e, con il batticuore, accetta il suo destino, che sia quello di essere rimpiazzata presto, di condividere Antoine con altre donne o di essere abbandonata a uno dei loro incontri furtivi. Più volte Antoine ammette di non amarla, eppure si trova presto a infilarle la fede all'anulare e ad aspettare la loro prima bambina. Pare che la parabola dell'amore sia ormai del tutto discendente: contrariamente a quanto avviene per molte mamme, Marianne, con la gravidanza, perde la sua bellezza e la voglia di vivere e di divertirsi; Antoine, col suo sguardo famelico, intercetta la bellezza della cognata, Évelyne, una specie di Marianne infinitamente più giovane e aggraziata. Pare, dunque, che i due non possano più ritrovarsi ed essere nuovamente appagati, ma gli imprevisti accadono e nel dolore scopriranno il valore della sicurezza.
Intanto, Solange è presa dal suo triangolo d'amore: pur amando ancora Dominique, sa che lui non sarebbe mai disposto a prendersi cura del figlio che aspetta da Gilbert, e dunque compie il gesto estremo di abortire a quattro mesi di gravidanza. Con questo atto, che pone decisamente fine alla giovinezza di tutti i personaggi, si affaccia il demone della morte: Solange cade ammalata, lo stress fisico a cui si è sottoposta provoca una ripresa della sua tubercolosi e, con i polmoni molto provati, la ragazza lascia Parigi per il sanatorio in Svizzera.
Non c'è età adulta che si rispetti senza sensi di colpa, responsabilità che vanno prese all'improvviso e soprattutto grandi rinunce, a cominciare dalla spensieratezza: se Dominique si strugge di rimpianti per come si è ridotta Solange, i coniugi Marianne e Antoine «ricevevano poco, uscivano ancora meno. La vita, allora, era facile, folle, ma loro erano già disgustati, già stanchi» (p. 149). E se viene la tentazione di affondare nella leggerezza altrui, di recuperare il proprio passato sbarazzino tendendo la mano a chi è ancora giovane e frivolo, bene, questo dura poco. Marianne, da «leggera e insieme così appassionata» (p. 160) com'era a vent'anni, con la maternità diventa una madre che veglia per ore i suoi due figli. Antoine, che cerca di sottrarsi alla noia del matrimonio con egoistici colpi di testa e tradimenti, accusa una stanchezza crescente, dovuta alle nuove responsabilità sul lavoro. Intanto i genitori invecchiano, le antiche certezze economiche vacillano, lasciando i personaggi a fronteggiare la morte con poche armi a loro disposizione e molte nuove preoccupazioni.
Cosa ne è stato di quel miraggio di felicità che i protagonisti cercavano di perseguire a tutti i costi, nelle prime pagine? Sono stati semplici attimi da tenersi stretti, «rari minuti che non ti verranno ripresi subito dopo esserti stati dati. Contaci» (p. 200), e soprattutto momenti che si conservano gelosamente, senza condividerli, come se l'altro, sentendoli, potesse portarli via. Ecco, dunque, giunge anche da qui la sensazione per i due coniugi di conoscersi poco, mentre in altri passi del libro subentra quell'abitudine quieta, tranquilla, alla presenza dell'altro. Quel diventare una sola carne prima della notte, per poi tornare a essere due, col primo sonno.
In questo suo romanzo, Irène Némirovsky riconferma la sua capacità di guardare ai personaggi con un solo apparente distacco: nelle loro personalità rifluisce Irène stessa, con la sua adolescenza parigina all'insegna del divertimento e delle relazioni occasionali, seguita da una età adulta difficile e preoccupata, in cui la giovane scrittrice ha dovuto scrivere - e scrivere ovunque, anche per riviste antisemite - pur di guadagnarsi da vivere e mantenere un tenore di vita decente per sé, le due figlie e il marito.
L'età adulta è vista spietatamente, mentre la giovinezza è sempre rimpianta: «a vent'anni ogni attimo che passa vorremmo trattenerlo, stringerlo a noi, come, più tardi, il bambino che cresce!» (p. 19). E alla fine vorremmo stringere forte anche questo romanzo, da un lato fantastica testimonianza dei tempi, dall'altro è un quadro estremamente vivido e fuori dal tempo di come si trasformino le relazioni di coppia, anche solo per provare a sopravvivere.
GMGhioni