di Margaret Atwood
Ponte alle Grazie, 2019
1^ edizione originale: 1985
Traduzione di Camillo Pennati
pp. 400
€ 16,80 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
Se non avete ancora letto Il racconto dell'ancella, approfittate dell'estate per farlo, anche perché a settembre arriva in libreria il tanto atteso seguito, I testamenti, a distanza di oltre trent'anni dal primo. Sì, perché se tutti parlano del libro grazie alla fortunata e pluripremiata serie tv The Handmaid's Tale, questa distopia è stata scritta nel 1985.
SINOSSI, per chi non avesse visto la serie tv
In un mondo devastato dalle radiazioni, in cui la natura è ormai ridotta all'osso e il cibo viene razionato, gli Stati Uniti sono diventati un regime teocratico di nome Gilead. La società è stata ripartita in classi sociali rigide; la libertà è ormai ridotta al minimo storico. Possono lavorare solo gli uomini (a capo della società ci sono i Comandanti), mentre le donne vengono ripartite in base alla loro funzione: ci sono le Mogli dei Comandanti, apparentemente privilegiate, ma costrette a tenere un comportamento irreprensibile, fatto di sottomissione e poche attività, come la maglia, il giardinaggio e visite alle vicine di casa. Al secondo posto troviamo le Ancelle, che sono le uniche donne fertili, ridotte al ruolo di meri contenitori di vita: ogni mese nei giorni fertili sono costrette ad accoppiarsi con il Comandante in una cerimonia che riprende citazioni bibliche ma che in realtà è un terribile stupro. Mentre l'ancella resta con gli occhi fissi al soffitto, la Moglie le stringe le mani, simulando una sorta di coinvolgimento emotivo in realtà inesistente. Una volta che l'ancella ha procreato, viene poi mandata a lavorare per un'altra famiglia, per staccare al più presto la donna dal figlio partorito. Al terzo gradino della società ci sono le Zie, ferree educatrici delle Ancelle, e al di sotto le Marte, cuoche e servitrici di casa, donne che non sono più fertili. Infine, si trovano tutte le Nondonne, coloro che si sono macchiate di gravi peccati e che spesso vengono mandate in territori altamente radioattivi, nelle Colonie, a bonificare le terre, a costo della loro stessa vita.
In questa società, la protagonista June viene imbrigliata nel ruolo di Ancella e lei non sa più nulla della figlia né del marito, forse dispersi, forse uccisi. Con questo terribile grumo di rabbia e di nostalgia, June viene "educata" alla pazienza e alla sottomissione da Zia Lydia, una donna ormai anziana decisamente ortodossa ai dettami e alla dottrina di Gilead. Quando June diventa Ancella, perde il diritto all'identità personale, e diventa semplicemente Offred, in italiano Difred, poiché ogni Ancella deve il suo "nome" al Comandante a cui viene affidata. Eppure non c'è severità o punizione che possa tenere a bada la profonda insoddisfazione di tante donne che sono ridotte a un utero con le gambe: ognuna di loro porta con sé il suo vissuto, che alimenta il desiderio di ritrovare gli affetti, insieme alla fame di vendetta. Ma tramare è difficile, sono pochi i luoghi dove le ancelle possono parlare, sempre col timore che l'altra sia una spia. Eppure il desiderio di riscatto è una forza che cova sotterranea, unita al desiderio d'amore, di poter toccare qualcuno per l'insopprimibile desiderio di farlo, senza costrizioni. Tra nemici e possibili alleati, riuscirà June a tornare a riabbracciare la sua famiglia e a ritrovare la libertà?
Non esiste una vera dicotomia tra bene e male, basti pensare ai sentimenti ambivalenti che prova June per il Comandante; o alla Moglie e a June, accomunate dall'odio reciproco. Margaret Atwood con un linguaggio diretto, asciutto, ci mostra la fortissima distanza tra ciò che la protagonista pensa e ciò che è costretta a fare, rendendola fin dalle prime pagine un'eroina per cui è facile parteggiare. Anche se la Atwood odia definire il romanzo come un "libro femminista", è legittimo darvi anche questa lettura, perché al di là della finzione si leggono molteplici critiche alla società maschilista o, per meglio dire, "maschiocentrica".
Non esiste una vera dicotomia tra bene e male, basti pensare ai sentimenti ambivalenti che prova June per il Comandante; o alla Moglie e a June, accomunate dall'odio reciproco. Margaret Atwood con un linguaggio diretto, asciutto, ci mostra la fortissima distanza tra ciò che la protagonista pensa e ciò che è costretta a fare, rendendola fin dalle prime pagine un'eroina per cui è facile parteggiare. Anche se la Atwood odia definire il romanzo come un "libro femminista", è legittimo darvi anche questa lettura, perché al di là della finzione si leggono molteplici critiche alla società maschilista o, per meglio dire, "maschiocentrica".
NOTE A MARGINE Per chi sta guardando la serie tv
Come vi salterà all'occhio leggendo le prime cento, duecento pagine, la narrazione abbraccia una serie di eventi decisamente inferiore a quella presente nella serie tv: il romanzo si conclude con Note storiche in cui, a distanza di anni, si commenta il destino, purtroppo solo ipotizzato, toccato a June. Molto diverso da quanto vediamo nella serie: Margaret Atwood, infatti, ha continuato a scrivere insieme agli sceneggiatori e troveremo molto di ciò che è accaduto nella serie ne I testamenti. Chissà se anche nel nuovo romanzo Margaret Atwood manterrà l'azione più veloce e presterà attenzione anche alle vicende delle altre Ancelle e al loro passato, come avviene nella serie?! Chissà se i piani di June si amplieranno come sta accadendo nella terza stagione?!
L'appuntamento
L'attesa è tanta, tantissima! Per festeggiare l'evento dell'uscita de I testamenti il 10 settembre, molte librerie anglosassoni resteranno aperte di notte e Margaret Atwood sarà sul palco del National Theater di Londra, in collegamento con le sale cinematografiche di tutto il mondo. Un vero e proprio evento letterario mondiale. E il libro è già candidato al Booker Prize! Per ora l'autrice ha solo rivelato che "I testamenti" racconterà "i meccanismi interni" del regime teocratico di Gilead e partirà a raccontare da 15 anni dopo l'Ancella. A ispirarla (purtroppo, diremmo noi) è stato "il mondo in cui viviamo". E ora non resta che fare il conto alla rovescia!
GMGhioni
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