La Follia Mazzarino
di Michel Bussi
Traduzione di Alberto Bracci Testasecca
edizioni e/o, 2019 (collana Dal Mondo)
pp. 478
€ 17 (cartaceo)
€ 11,99 (ebook)
Una sola parola mi aveva colpito al cuore. Inevitabile. Mornesey! Il mio passato. La mia storia. La mia storia incompiuta (p. 29).
Lo ammetto: ho conosciuto l'autore francese Michel Bussi solo lo scorso anno con La doppia madre (e/o, 2018), del quale Critica Letteraria si è occupata qui, ma poi ho proseguito con la lettura del suo stupefacente romanzo d'esordio, Ninfee nere (e/o, 2016), della quale Critica Letteraria ha scritto qui, e da allora le sue trame piene di colpi di scena, bellissime atmosfere e personaggi realistici mi hanno conquistata.
Così, quando ho saputo dell'uscita de La Follia Mazzarino (e/o, 2019), la curiosità ha preso il sopravvento e non ho potuto fare a meno di immergermi in questo nuovo ed entusiasmante giallo.
La storia, che nella prefazione l'autore confessa essere stata probabilmente la prima che ha ideato, si svolge sull'immaginaria isola anglo-normanna di Mornesey durante il mese di agosto del 2000 e si apre con l'evasione di due pericolosi criminali.
Al centro della narrazione troviamo vari personaggi, tra i quali Colin Remy, orfano di entrambi i genitori ma convinto non solo che il padre sia ancora vivo e si trovi proprio sull'isola, ma anche che egli, prima di scomparire, fosse sulle tracce di un leggendario tesoro. Con l'aiuto della sedicenne Madi e dell'intelligentissimo Armand, cercherà di far luce su questo mistero.
Dall'altra parte troviamo Simon Casanova, venticinquenne studioso di Giurisprudenza e addetto per la stagione estiva alla sicurezza sulle strade dell'isola: sicuro anch'egli che Mornesey celi un misterioso tesoro, la Follia Mazzarino che dà il titolo al libro, si metterà sulle sue tracce e proverà a svelare segreti sepolti da sempre.
I delitti venivano commessi lontano, sul continente, in Inghilterra o in Europa, l'isola serviva solo da rifugio, centro nevralgico. Sede sociale, diremmo oggi. Del resto da secoli si parlava anche del famoso tesoro dell'isola nascosto nelle viscere di Mornesey, la celebre Follia Mazzarino. "L'isola dei briganti" non ospitava un'organizzazione criminale, ma solo una straordinaria concentrazione geografica di individui pericolosi, fuorilegge, gene senza scrupoli, soprattutto persone senza rapporto tra loro (p. 76).
Bussi ancora una volta non ha tradito le mie alte aspettative: capitolo dopo capitolo le vicende di Colin si alternano a quelle di Simon e fin dalle prime righe l'autore riesce a coinvolgere il lettore con atmosfere ricche di adrenalina e una fortissima suspense, spingendolo a voltare velocemente pagina e a scoprire gli avvenimenti successivi.
Quanti ancora non conoscono le opere di Michel Bussi (pochi, ormai) scopriranno l'autore francese di gialli più venduto oltralpe e verranno conquistati dal realismo delle sue storie e dai suoi ingegnosi colpi di scena.
La Follia Mazzarino è il giallo perfetto da leggere sotto l'ombrellone in questa calda estate, ma con un'avvertenza: una volta iniziato ve ne riuscirete a staccare sol dopo averlo finito, e anche a quel punto non riuscirete a fare a meno di continuare a rimuginare sui personaggi e le strategie narrative di Bussi.
Ilaria Pocaforza
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