di Francesco Musolino
Rizzoli, 2019
pp. 272
€ 18 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
“Ricordarsi di ricordare è così faticoso, Sameera. Mi sembra di svuotare il mare a sorsate. Ma se poi dimenticassi tutto, cosa resterebbe?”“La vita. Rimane la vita, Lorenzo”. (p. 149)
Quanto si può essere nostalgici a venticinque anni e rimpiangere il passato? Tanto: basta leggere le prime pagine di L'attimo prima per capire che il protagonista Lorenzo è già rassegnato al suo destino, nonostante la sua giovane età. Il fatto è che le sue certezze si sono infrante all'improvviso, con la morte del padre, la chiusura del ristorante messinese dove lui e la sorella sono cresciuti e la partenza della madre per la loro casa di Lipari. Sotto il tavolo di quella cucina, lui e la sorella Elena hanno osservato le gambe di mamma correre a destra e a manca, infaticabili, hanno ascoltato le discussioni in famiglia, gli ordini dei clienti, che un po' capricciosamente venivano reinterpretati dalla madre rinnovando la tradizione e lasciandosi guidare dal gusto. Tant'è che, se Elena aveva sempre pensato a viaggiare, Lorenzo invece era totalmente intrappolato nella sua Messina, e in particolare nel sogno di diventare anche lui, un giorno, chef.
Invece, davanti alla disgregazione del suo mondo, a Lorenzo non era rimasto che accettare un posto in un'agenzia di viaggi, proprio lui che, ironia della sorte, non aveva mai visto nulla al di fuori della Sicilia! E lo sappiamo bene, le agenzie di viaggi non se la stanno passando bene in questo periodo di offerte strepitose sul web. Dunque, l'ambiente è certamente asfittico e poco stimolante, con il capo Giorgio frustrato, che rimpiange i bei tempi che furono, dai guadagni ora impensabili, e che pretende dall'impiegata di ricevere ogni giorno la colazione. Grandi e piccole ingiustizie si consumano ogni giorno davanti agli occhi di Lorenzo, incantati davanti al display di un pc e annoiati dall'assenza di novità.
Finché non arriva un'idea, un po' rivoluzionaria e di certo provocatoria: organizzare viaggi in strutture che non ospitano bambini per garantire il massimo relax ai turisti. Un'iniziativa un po' discriminatoria? Forse, ma a Lorenzo è venuto in mente dopo aver visto centinaia di facce stanche di clienti, in cerca di un'isola felice e silenziosa. In effetti l'iniziativa prende piede e il passaparola fa il resto. Nessuno si lamenta, anzi!, sono in tanti a chiedere informazioni. Al punto che un giorno davanti a Lorenzo si siede una donna tanto bella quanto imprevedibile, che però se ne va in men che non si dica; ma nel quartiere ci si conosce, e non ci vuole molto perché il ragazzo scopra che quella è la chef del locale davanti all'agenzia...
È forse l'occasione per rimettere insieme i pezzi della sua vita, a partire dalla passione per la cucina, come quotidianamente lo invita a fare sua sorella Elena? Lei è tornata dal Giappone dopo la morte del padre, e in quella casa di Messina sta cercando anche lei una svolta, ma è difficile, quando si è immersi in stanze che ricordano continuamente l'infanzia, tra oggetti noti e profumi altrettanto familiari. E Lorenzo, nei ricordi, è completamente impastoiato: anche narrativamente, il passato ha molto più peso, i flashback e le descrizioni anche minuziose della vita di prima hanno la meglio.
Lorenzo è un protagonista sospeso: vorrebbe una svolta, eppure rinuncia in partenza, incastrato com'è nel suo dolore. Lo si vede bene quando un vecchio compagno di scuola, abituato a viaggiare per tutta l'Italia, gli propone di partire con lui, alla scoperta di Milano e di altre città. Lorenzo si ferma un attimo prima, di nuovo, e si accontenta di ricevere dall'amico foto di finestre illuminate delle varie città che visita, dove ci sono altre vite, altre famiglie, altre possibili felicità... Lorenzo è tutto bloccato nei suoi pensieri, nei lunghi elenchi che denotano una sua grande attenzione ai dettagli, ma delle vite degli altri, o tuttalpiù del suo passato. Riuscirà a smuoversi dal pantano dei sogni infranti per cercare la propria via?
Tra romanzo di formazione e romanzo familiare, L'attimo prima segna l'esordio come narratore di Francesco Musolino, giornalista e animatore culturale. La focalizzazione è tutta concentrata su Lorenzo, su ciò che sente, osserva, ricorda e prova: certamente è una scelta consapevole, ma da lettrice avrei voluto che alcuni degli altri personaggi fossero approfonditi di più e che ci si soffermasse di più su alcune scene, che sono invece solo accennate. Ad esempio, a un certo punto nel romanzo leggiamo di una storia d'amore (ma non faccio spoiler): sarebbe stata una meravigliosa occasione narrativa, anche per conoscere meglio la donna in questione, e invece il tempo della storia e il tempo della narrazione corrono verso la meta, ovvero il duello tra i sogni e le paure di Lorenzo.
Detto questo, che va comunque imputato a scelte deliberate del narratore, L'attimo prima resta un romanzo di grande piacevolezza, a tratti lirico e altrove estremamente doloroso nel raccontare il lutto di Lorenzo e della sua famiglia. Sono questi i punti in cui il romanzo profuma più di realtà, e ci si affeziona istintivamente al protagonista, fino a spronarlo, a desiderare che ricominci a vivere. E quasi senza rendercene conto, divoriamo letteralmente le pagine restanti per scoprire se Lorenzo riuscirà a ricominciare a vivere e a osare.
GMGhioni