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«Succederà. Col tempo, coi miglioramenti... vi supereremo... vi sopravvivremo... pur volendovi bene»: gli umani artificiali di McEwan

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Macchine come me. E persone come voi
di Ian McEwan
Einaudi, 3 settembre 2019

Traduzione di Susanna Basso

pp. 281
€ 19,50 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)


Mi sarei annoiato anche di Adam? Difficile prevederlo, mentre si cerca di tenere a bada un attacco di rimorso consumistico. Certo, gli altri, l'intelligenza delle altre persone, dovevano continuare ad affascinarci. Ma dal momento che le creature artificiali erano diventate più simili a noi, poi come noi, e infine più di noi, non era pensabile che ce ne stancassimo. Dovevano per forza strabiliarci. Al limite deluderci, in modi che andavano al di là della nostra immaginazione. Non si poteva escludere la tragedia, ma la noia sì. (p. 7)
Immaginatevi un altro 1982, con la missione delle Falkland che incombe, molta tensione nel Regno Unito e la disoccupazione alle stelle. Prendete un ragazzo che non ha mai saputo tenersi un lavoro, Charlie, e che improvvisamente si ritrova con una cospicua eredità per la scomparsa della madre. Secondo voi in cosa potrebbe mai investire questo denaro? Charlie, da sempre appassionato di informatica e ottimista nei confronti dei progressi della robotica, decide di investire l'eredità nell'acquisto di uno dei dodici Adam esistenti al mondo (avrebbe voluto una Eve, ma erano già state vendute tutte e tredici). Si tratta di venticinque straordinari umani artificiali, dotati di enorme verosimiglianza e di una insolita capacità d'imparare sulla base dell'esperienza. Anche l'aspetto fisico, che li distingue l'uno dall'altro, è molto credibile e i movimenti vengono compiuti in modo fluido, senza scatti meccanici. C'è solo un vago sentore di olio bruciato che accompagna queste creature dalla pelle tiepida, dalla voce suadente e dai pensieri estremamente "umani". Pur non essendo giocattoli erotici, gli Adam e le Eve erano in grado di provare e dare piacere e anche i loro gusti sessuali sarebbero cresciuti con l'esperienza. In generale, questi automi erano dei veri e propri compagni di vita, in grado di tenere compagnia tanto quanto di svolgere lavori domestici o vere e proprie professioni. 

La curiosità di Charlie deve però fare i conti con l'inquietudine e le tante domande che prova e che cerca però di tenere a bada; diversamente dall'amica e inquilina del piano di sopra, Miranda, che prova ribrezzo e paura per questa creatura. Eppure... Eppure Adam vince anche la resistenze di Miranda e Charlie propone di dividersi equamente la programmazione dei tratti caratteriali dell'automa. Ma fin da subito nascono i dilemmi etici: programmare Adam in modo simile a Charlie, replicando se stesso? Crearlo all'interno di binari che vincolino il suo carattere non lede la sua libertà di scelta? E quali decisioni può prendere autonomamente? E, non ultimo, davvero queste creature non possono fare del male agli uomini? 
Presto Adam diventa una presenza fissa in casa e in men che non si dica, mentre la relazione tra Charlie e Miranda nasce e si sviluppa, Adam diventa un'ombra inquietante, il terzo vertice di un triangolo amoroso tutt'altro che semplice da gestire. Ma un automa può innamorarsi? E cosa vedono i suoi occhi? E come si comporta con il rivale in amore? 
Da un lato Charlie è infastidito dall'attaccamento di Adam alla ragazza, anche perché il tasto per disattivare l'automa sembra essere sempre meno una soluzione praticabile. E, d'altro canto, spegnere Adam significherebbe ricrollare nel baratro della povertà, perché lui, con i suoi algoritmi, è in grado di "lavorare" e giocare in borsa al posto di Charlie, con investimenti ben più significativi. Ma fino a che punto questo può essere giusto? 
Potevamo diventare schiavi di un tempo senza prospettive di impiego. E a quel punto? Ci aspettava forse un generale rinascimento, una emancipazione verso l'amore, l'amicizia, la filosofia, le arti e la scienza, l'adorazione della natura, gli sport e i passatempi, la creatività e la ricerca di un significato? Ma non tutti avrebbero prediletto quegli svaghi sofisticati. Anche il crimine e la violenza esercitavano un'attrattiva, come pure la lotta libera a mani nude, la pornografia, il gioco d'azzardo, l'alcol e le droghe, addirittura la noia e la depressione. Non avremmo avuto il controllo delle nostre scelte. Io ne ero una prova. (p. 45)
Si sta forse commettendo un reato? E quali reazioni può avere un replicante davanti alla giustizia? 

Non è un caso se questa recensione sta procedendo per interrogativi: normalmente non mi permetterei mai di farlo!, se non fosse che Macchine come me è un romanzo che vive di quesiti etici, riflette sulle ripercussioni dello strapotere delle macchine e sulle conseguenze che potrebbe portare inserire nel mondo alcuni Adam ed Eve come quelli nel romanzo. Siamo lontani (ma quanto?) dall'avere replicanti tanto sensibili, senzienti e in grado di essere scambiati per umani, ma le riflessioni già non mancano e anche una serie tv come Black Mirror, da sempre attenta all'uso spinto della tecnologia, ha dedicato puntate a questo tema (tra tutti, vi consiglio Back to me, Torna da me in italiano). Ci si chiede spesso se questi automi possano un giorno sostituirci nei lavori pratici, sfruttando la loro sterminata banca-dati continuamente aggiornata, ma McEwan fa di più: indaga su cosa può avvenire quando un Adam entra nelle nostre giornate, riempie i nostri spazi di casa, si infila nel letto della propria compagna, prende per mano un bambino, gioca in borsa e si cimenta con la creazione di haiku a velocità incredibile. Quando finisce l'algoritmo e inizia qualcosa di diverso? Un romanzo denso, che richiede tempo e un po' di curiosità verso l'informatica per apprezzare appieno i racconti di Alan Turing (nel libro è ancora vivo e vegeto ed entra addirittura in contatto con Charlie!). Gli echi del nostro presente e di un possibile futuro in cui la tecnocrazia la fa da padrone rendono Macchine come me un romanzo al tempo stesso avveniristico e lucidamente ancorato alle  sfide e alle paure tecnologiche del nostro presente.

GMGhioni





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«Succederà. Col tempo, coi miglioramenti... vi supereremo... vi sopravvivremo... pur volendovi bene». Si aprono tempi tempestosi per gli umani di #MacchineComeMe, il nuovo romanzo di #IanMcEwan: in un 1982 parallelo, vengono creati e distribuiti 25 replicanti molto verosimili, dai movimenti fluidi e dalla capacità di imparare con l'esperienza. Anche il protagonista del libro, Charlie, spende una cifra esorbitante per portarsi a casa un Adam (così sono chiamati gli automi maschi) e fin da subito qualcosa cambia. Anche il suo rapporto con la bella inquilina del piano di sopra, Miranda. Un romanzo pieno di quesiti che spaziano dall'etica al diritto, dall'informatica al futuro dell'uomo in un mondo sempre più tecnocratico. Oggi sul sito trovate la recensione di @gloriaghioni. Lo state leggendo anche voi? Cosa ne pensate? #Einaudi #novità #McEwan #Criticaletteraria #automi #robot #instalibri #robotica #instabook #bookstagram #bookish #books #inlibreria #novità #novitàeditoriali #instabook

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