di Richard Yates
Minimum Fax, 2019
Traduzione di Andreina Lombardi Bom
pp. 276
€ 14,00 (cartaceo)
€ 8,99 (ebook)
Né l'una né l'altra delle sorelle Grimes avrebbe avuto una vita felice, e a ripensarci si aveva sempre l'impressione che i guai fossero cominciati con il divorzio dei loro genitori. (p. 29)
Sarah e Emily Grimes sono sorelle e scelgono di condurre la loro vita nella maniera più diversa. Sarah, la maggiore, si accasa, ha dei figli e vive in un paesino barcamenandosi tra i problemi più disparati che una famiglia porta con sé: il lavoro del marito poco riconosciuto, i figli da crescere, la vecchia madre da seguire. Emily, laureata e single, vive a New York, lavora nel campo pubblicitario e intreccia un'infinita e indefinita serie di relazioni sentimentali.
Che il lettore faccia attenzione: in questa storia non c'è una strada giusta da seguire. Perché qualunque scelta si faccia, non c'è fuga dalla claustrofobica infelicità.
Per Richard Yates, l'unico argomento di cui parlare era la famiglia. Abbandonato dal padre, reduce lui stesso da diversi matrimoni falliti, Yates ha sempre pescato a piene mani dalla propria biografia nello scrivere le sue opere tanto da arrivare a dichiarare, come tanti scrittori prima di lui, che lui è una delle sorelle Grimes.
Easter parade, suo quarto romanzo, condensa in poche centinaia di pagine una saga familiare che osserva nel dettaglio la vita di Emily e Sarah a partire dalla loro infanzia, segnata dalla separazione dei genitori e dei continui cambi di casa, fino all'età adulta. Un'età che non porta felicità o soddisfazione a nessuna delle due.
Così era tutto deciso: Sarah sarebbe tornata a casa; i giorni e le notti di Emily sarebbero rimasti a disposizione di Michael Hogan, e di chiunque fosse venuto dopo di lui in quella lunga serie di uomini. (p. 196)
Certo, l'autore non è misterioso sullo svolgimento della vicenda. Sin dall'inizio ci avverte che nessuna delle due sorelle avrebbe avuto una vita felice. Eppure, il lettore moderno, vuoi anche per via della letteratura e produzione cinematografica a cui è abituato, non può esimersi dal parteggiare per quello che sembra essere il modo di vivere più moderno: quello di Emily. Laureata, economicamente indipendente, libera dal punto di vista sentimentale e sessuale, Emily ha in sé dei tratti che richiamano le protagoniste del Il meglio della vita di Rona Jaffe, o che ispirano il mondo di Mad Men. "Mi sei sempre sembrata la prima donna liberata" la elogia il nipote Peter alla fine del romanzo quando i movimenti femministi si stanno facendo forti. Sarah, d'altro canto, sembra rifarsi a un preciso ideale femminile, quello della moglie e madre amorevole e felice, cosa che Pookie, la loro madre, non è stata mai. Ma scavando sotto l'apparenza delle vite delle due sorelle, si nota come i loro due ruoli si compenetrino e di come sia Emily che Sarah tendano inconsapevolmente verso il mondo l'una dell'altra.
Sarah non è solo una casalinga dedita alla cura del focolare domestico: ha avuto un suo programma radiofonico, è una brava scrittrice che cerca di cimentarsi con alcune scenette umoristiche e con la stesura di un romanzo su George Fall, pioniere americano, riscuotendo anche apprezzamento per la sua penna. Ma nessuno di questi progetti va in porto e vengono divorati dai problemi quotidiani, dalla violenza e dall'alcol.
Emily, nonostante la sua turbolenta vita sentimentale e gli eccessi dati dalle feste e dall'alcol, vorrebbe costruire il proprio nucleo familiare. Segnata dal non essere stata la figlia preferita del padre, Emily intreccia relazioni nella speranza che le diano amore e stabilità. Ma il suo primo e unico matrimonio fallisce miseramente, la relazione con Jack, poeta sull'orlo del fallimento, la spinge a scappare, e il tentativo di costruire una vita con Howard si scontra con il fantasma della giovane e talentosa ex moglie di lui.
Il tendere dell'una verso il mondo dell'altra e il sostanziale fallimento si intreccia con la mancanza di sorellanza tra le due protagoniste. Pur cercando di mantenere i rapporti nel corso degli anni, non ci sono mai veramente l'una per l'altra. Emily per Sarah, vittima di presunte violenze e abusi domestici, non è presente. I suoi scialbi tentativi di mettersi contro il cognato sono smentiti dal suo rifiuto ad ospitare la sorella quando lei decide finalmente di abbandonare il marito. "Non voglio che lei mi rovini la vita" dice concitata ad Howard come reazione alla sua richiesta di aiuto.
E questa mancata sorellanza, questa famiglia inesistente, porta entrambi i modelli di vita al collasso: perché solo la morte e i disturbi mentali aspettano le due sorelle. Come nella parata di primavera dove si inizia pimpanti e pieni di colore, ma con l'andare della camminata si vede il trucco sciogliersi miseramente, così nella vita delle due sorelle cade la maschera del ruolo che hanno ricoperto per tutta la vita. Per scoprire che nessuna delle due scelte ho portato loro un briciolo di felicità: proprio come Yates, nelle primissime righe, ci aveva annunciato.
Giulia Pretta
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