Infografica della Seconda guerra mondiale
a cura di Jean Lopez, Nicolas Aubin, Vincent Bernard; data design di Nicolas Guillerat
Titolo originale: Infographie de la Seconde guerre mondiale
Traduzione di Giovanni Zucca e Rossella Savio; rilettura specialistica di Angelo Pirocchi
L’ippocampo, 2019
pp. 191
€ 25,00
Sono sei giorni che mio marito non mi rivolge la parola: sta seduto sul divano e sfoglia compulsivamente Infografica della Seconda guerra mondiale, alternando esclamazioni, trilli di varia intensità e lunghe dissertazioni su Panzer, sottomarini e sul potenziale economico degli Stati Uniti nel 1943. Quanto a me, oltre alle serie preoccupazioni per le sorti del mio matrimonio, dopo aver letto il volume nutro un solo rimpianto: di non avere quest'anno storia in una classe quinta per poter portare il libro in aula. Da insegnante, specie da insegnante in un istituto tecnico, sono rimasta immediatamente affascinata dalle infinite potenzialità di questo volume come strumento didattico. La quantità dei dati presentati, la cura nella citazione delle fonti, l'impostazione grafica accattivante e la complessa stratificazione delle informazioni che si possono ricavare da ogni tavola sono elementi preziosi, che rendono il testo leggibile a diversi gradi d’approfondimento, e utile tanto quanto, se non più di un manuale. Questo del resto era il preciso intento degli autori, che nella Prefazione dichiarano che il loro è "un vero e proprio testo di storia da leggere, ma in un modo nuovo": a partire dai cinquantatré argomenti selezionati, suddivisi in quattro sezioni tematiche (Uomini e risorse; Eserciti e armamenti; Battaglie e campagne; Bilanci e conseguenze), vengono realizzate 357 tra mappe e infografiche che derivano il loro interesse dal fatto di offrire "molteplici livelli di comprensione e analisi".
Già alla prima occhiata, le tavole mostrano in modo evidente la disparità, in termini di forze mobilitate e risorse economiche e tecnologiche, tra Alleati e forza dell'Asse. Non è su questo aspetto – forse già noto, anche se non nei suoi dettagli e nei suoi numeri – che risiede però l'elemento più sorprendente del volume. Ciò che colpisce di più è la capacità degli autori, nella selezione degli argomenti, di toccare anche aspetti meno consueti, in grado di offrire una prospettiva trasversale sul conflitto, associata a campi ampi che aprono su di esso nuovi punti di vista. Un'intera sezione è dedicata per esempio alla Cina, "l'alleato misconosciuto", altre indagano in profondità le principali campagne in Europa, indugiando su strategie belliche e relativi effetti sul breve e sul lungo periodo. Alcune considerazioni sugli equilibri del conflitto risultano tanto ovvie a leggerle quanto fondamentali, e ci si stupisce di quanto possano trascorrere inosservate nel fluire di dati ed eventi che si affastellano sui manuali di storia contemporanea. Si pensi ad esempio alla battaglia d'Inghilterra, dove l'isola sembra essere l'ultimo baluardo di resistenza di fronte all'avanzata inarrestabile del nazionalsocialismo:
Tra giugno 1940 e giugno 1941, il Regno Unito sembra in guerra da solo. Ma è un'illusione ottica: le isole britanniche appaiono solitarie al largo del continente europeo, mentre Londra in realtà si appoggia sul più grande impero coloniale del mondo, una superpotenza che nel 1939 controlla un terzo della superficie del globo e un quarto della sua popolazione, vale a dire circa 484 milioni di abitanti. (p. 34)
Proprio dalle illusioni ottiche ci mette in guardia questo volume, che vuole far passare attraverso lo sguardo del lettore una conoscenza approfondita – tecnica, basata su numeri e dettagli, eppure avvincente quanto un romanzo – della Seconda guerra mondiale. Non ci sono inganni nella rappresentazione: tutto è nitido, geometrico, perfettamente e minuziosamente definito – si tratti di grafici a torta o a colonna, di rappresentazioni stilizzate di uomini, armamenti o risorse, o di schematizzazioni delle alte gerarchie militari. Certo, per leggere ogni mappa e assimilarne i contenuti, occorre tempo e una pazienza certosina, ma l'opera rivela la sua democraticità soprattutto in questo: nella possibilità di non seguire l'ordine imposto dall'indice, ma crearsi un proprio percorso, sulla base degli interessi, della linea di ricerca che si sta seguendo, degli aspetti che si desidera approfondire. E anche all'interno di ogni capitolo, ci si può limitare alla presentazione generale – già di per sé ricca di informazioni – o avventurarsi per i molteplici sentieri tracciati dalle fonti, scegliendo di volta in volta quanti e quali elementi considerare.
Sfruttando sofisticate tecniche divinatorie, posso già predire che la seconda sezione, dedicata agli eserciti, vedrà raramente me, e molto di frequente l'amato coniuge. I miei interessi, invece, sono maggiormente rivolti a quanto concerne i bilanci della guerra, con i suoi numeri spaventosi, le inferenze drammatiche che uno strumento di per sé freddo come un grafico non riesce a impedire. Gli schemi dedicati alle perdite civili in Europa, o alle perdite militari in Russia, o ancora il nero dilagante che accompagna le cifre tristemente note, ma mai abbastanza ricordate, relative al sistema concentrazionario nazista e alla Shoah parlano da soli – ancor prima di indugiare sulle dolorose didascalie d'accompagnamento. È un'opera preziosa, quella edita da Ippocampo, perché le sue tavole parlano, si incistano nelle coscienze, obbligano a fare i conti con una realtà tragica e tragicamente vicina nel tempo e nello spazio. Lo fanno con la straordinaria efficacia delle immagini, con un lavoro di scavo e di ricerca di indicibile acribia, con la passione viva per l'argomento studiato e reso accessibile al pubblico. Lo fanno perché, se è vero che "sono stati scritti più libri sulla Seconda guerra mondiale di quante ore siano passate dalla sua conclusione", questo vuole essere un libro diverso. E ci riesce.
Carolina Pernigo
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