Ladies Football Club
di Stefano Massini
Mondadori Libri, 2019
Mondadori Libri, 2019
pp. 192
€ 16,00 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
€ 16,00 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
Fu come se tutte
- senza parlarsi -
sentissero che là
- in quella palla -
c'era l'occasione del momento:
pure della giornata, dell'anno e del secolo.
Il 6 aprile del 1917, mentre la radio dal fronte annunciava nuovi morti, gli Stati Uniti entravano in guerra e Lenin preparava la rivoluzione russa, undici operaie della Doyle & Walker Munizioni cominciarono a correre dietro un pallone.
Questa è la vicenda che dà inizio a Ladies Football Club, il nuovo romanzo di Stefano Massini, acclamato autore di testi rappresentati nei teatri di tutto il mondo.
Era un'anonima pausa pranzo, le lavoratrici erano raccolte nel cortile della fabbrica con il loro pasto sulle ginocchia, quando a un tratto una di loro, Violet Chapman, si fiondò sulla palla in uno slancio disperato, "urlando come una sogliola vichinga" quasi volesse buttare fuori tutto il dolore della guerra e lo schifo del mondo.
Fu lei la prima a dare il calcio, ma ciò le fu permesso da Rosalyn Taylor che di solito quando vedeva un pallone lo acchiappava e, altrettanto disperatamente, scappava per impedire agli altri di giocare. Sarà perché nessuno le aveva mai proposto di partecipare.
In questo cortile, campo da calcio tanto improvvisato quanto perfetto e regolamentare, si incrociano le vite di undici donne, fino ad allora solo madri, mogli e figlie e adesso, per un istinto venuto da chissà dove, giocatrici del proprio destino.
Nella loro storia entra la Storia di un mondo in fiamme, tra la guerra mondiale e la rivoluzione russa, governato e giocato dagli uomini. Una palla sferica che, come quella che loro trovano, qualcuno sta prendendo a calci malamente.
Quella che sembrava una pausa pranzo diversa dal solito diventa la nascita del fenomeno del calcio femminile in Inghilterra. Fu in quegli anni di Guerra che le operaie degli stabilimenti tessili o di munizioni iniziarono a giocare, sfidando apertamente l'ostilità dei club maschili e il buoncostume. Tra le squadre che si formarono ci furono proprio le Ladies Football Club, nate per caso da quel primo calcio. La loro avventura sarebbe stata molto più lunga, se solo glielo avessero permesso. Ma a volte non è la longevità di una storia a renderla memorabile. A volte un fatto scoppia come una bomba, e c'è solo un prima e un dopo.
Nella loro storia entra la Storia di un mondo in fiamme, tra la guerra mondiale e la rivoluzione russa, governato e giocato dagli uomini. Una palla sferica che, come quella che loro trovano, qualcuno sta prendendo a calci malamente.
Quella che sembrava una pausa pranzo diversa dal solito diventa la nascita del fenomeno del calcio femminile in Inghilterra. Fu in quegli anni di Guerra che le operaie degli stabilimenti tessili o di munizioni iniziarono a giocare, sfidando apertamente l'ostilità dei club maschili e il buoncostume. Tra le squadre che si formarono ci furono proprio le Ladies Football Club, nate per caso da quel primo calcio. La loro avventura sarebbe stata molto più lunga, se solo glielo avessero permesso. Ma a volte non è la longevità di una storia a renderla memorabile. A volte un fatto scoppia come una bomba, e c'è solo un prima e un dopo.
Stefano Massini omaggia le prime giocatrici provando a raccontare cosa significava per un'operaia in periodo di guerra, col marito al fronte, la famiglia da sostenere e l'impossibilità di dire la sua, avere il coraggio di prendere a calci il mondo e, per una volta sola, non scappare: correre.
Le protagoniste di questo libro non aspettano Romeo e non chiedono mai di essere salvate, sono donne che - al pari degli uomini al fronte - combattono una guerra di posizione tanto logorante.
Le protagoniste di questo libro non aspettano Romeo e non chiedono mai di essere salvate, sono donne che - al pari degli uomini al fronte - combattono una guerra di posizione tanto logorante.
Alcune sono proprio invisibili, altre sono delle Giovanna d'Arco mancate; hanno soffocato la propria natura sotto un vestito a lutto; leggono in segreto Karl Marx per sapere dove sta andando il mondo.
Le hanno addestrate a essere crocerossine, compassionevoli, docili e arrendevoli. Gli hanno insegnato le regole e più di tutto non le hanno abituate a fare squadra.
Ma loro fanno proprio il contrario e, dentro pesanti divise nere che sembrano sacchi da morto, osano scendere in campo contro gli uomini.
Le hanno addestrate a essere crocerossine, compassionevoli, docili e arrendevoli. Gli hanno insegnato le regole e più di tutto non le hanno abituate a fare squadra.
Ma loro fanno proprio il contrario e, dentro pesanti divise nere che sembrano sacchi da morto, osano scendere in campo contro gli uomini.
L'aspetto più forte, quasi commovente del libro, è vedere come il gioco diventa ossessione, quasi quel battesimo gli sia entrato nell'anima e per la prima volta le avesse definite.
Però: che sensazione travolgente, all'improvviso,
trovarsi così, con un ruolo, una funzione,
cose che finalmente
non c'entravano un cavolo di nulla
con tutto quello che stava fuori.
Gli sembro di ricordarsi, d'un tratto,
che esistevano sul serio,
per se stesse (p. 71)
Il calcio ricorda alle Ladies del Football che anche loro, come la guerra, il matrimonio, il parto, l'abbandono e il dolore, sono reali.
Nelle undici donne ci sono undici caratteri che coprono simbolicamente gran parte dello specchio umano del femminile: c'è la battagliera Haylie Owen che se solo fosse nata in un'altra epoca avrebbe difeso i lavoratori o sfilato per lunghi cortei; la triste Abigail Clarke che ha l'abilità di vedere solo le cose come stanno; Penelope Anderson che parla una lingua tutta sua; la mastodontica Rosalyn Taylor che difende la porta a costo della vita; Violet che non vuole diventare suora come la zia...
Nessuna è dipinta con tinte eroiche, vengono raccontate più nelle loro debolezze, come gli elementi di una pozione male assortita che, per uno strano caso del destino, si rivela efficace.
La scrittura di Massini, che mixa narrativa e drammaturgia con le straordinarie doti affabulatorie che ha già mostrato in testi come Qualcosa sui Lehman, dà luogo a un romanzo che ricorda quasi la chanson de geste e gli antichi cicli epico-cavallereschi.
Ma l'epicità qui è moderna, buffa, è portata al grado zero e proprio così, nel contrasto, viene esaltata. Anche perché dietro l'ironia si aprono gli squarci di terribile sofferenza della guerra e della condizione femminile dell'epoca.
Non è un caso che nel libro si citino gli eroi di numerose lotte della storia: Carlo Magno, Giulio Cesare, Gengis Khan, la Regina Vittoria, Cleopatra, Marie Curie.
Non tutti sempre vincitori, ma sicuramente battaglieri. D'altronde, come sul campo sportivo, non vengono soltanto ricordati i vincitori.
È così che donne a cui nessuno avrebbe mai dato credito si prendono un posto nella Storia arrogandosi il diritto di attaccare o di parare i colpi avversari. Le Ladies ci ricordano, se ancora ci fossero dubbi, che da sempre "a fregar le donne non è la debolezza: è la compassione".
Ma l'epicità qui è moderna, buffa, è portata al grado zero e proprio così, nel contrasto, viene esaltata. Anche perché dietro l'ironia si aprono gli squarci di terribile sofferenza della guerra e della condizione femminile dell'epoca.
Non è un caso che nel libro si citino gli eroi di numerose lotte della storia: Carlo Magno, Giulio Cesare, Gengis Khan, la Regina Vittoria, Cleopatra, Marie Curie.
Non tutti sempre vincitori, ma sicuramente battaglieri. D'altronde, come sul campo sportivo, non vengono soltanto ricordati i vincitori.
È così che donne a cui nessuno avrebbe mai dato credito si prendono un posto nella Storia arrogandosi il diritto di attaccare o di parare i colpi avversari. Le Ladies ci ricordano, se ancora ci fossero dubbi, che da sempre "a fregar le donne non è la debolezza: è la compassione".
Claudia Consoli