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#CritiCOMICS - Il campeggio come metafora della vita

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Sempre pronti
di Vera Brosgol
BAO Publishing, 2019

pp. 256
€ 19,00 (cartaceo)
€ 7,27 (ebook)


Nasce da un'esperienza autobiografica, documentata attraverso foto e lettere reali, il più recente graphic novel di Vera Brosgol, autrice di origini russe naturalizzata americana. 
Quello che potrebbe sembrare un semplice racconto di vita vissuta, si rivela però una riflessione profonda che vuole porre l’attenzione su tematiche fondamentali, come lo spaesamento sociale e culturale dei figli di immigrati, la difficoltà a trovare una propria identità e un proprio posto nel mondo, l’emarginazione, così come l’importanza dell’amicizia e del coraggio nel mettersi in gioco per completare il processo di integrazione.
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Per trattare questi argomenti in modo opportuno, la fumettista non si limita quindi a una trasposizione lineare della propria esperienza, ma la rielabora a creare un romanzo a tesi. E al tempo stesso riesce a tracciare un apologo avvincente sulle difficoltà dell’infanzia, creando un’opera leggibile su più livelli e che piacerà a lettori appartenenti a diverse fasce d’età:
Anche se alcuni dettagli sono cambiati per esigenze drammatiche, i sentimenti sono reali al cento per cento. Mi ero ripromessa di raccontare una difficile estate solitaria che ho vissuto da bambina.
Protagonista è la piccola Vera, con i suoi grandi occhiali rotondi, che desidera soltanto essere accettata, non sentirsi costantemente inadeguata. Non potendo contare su una casa elegante come quella delle sue compagne, sulle bambole costose, sulle feste di compleanno più alla moda, decide di puntare tutto sul campeggio, senza però studiarne bene le condizioni: quello a cui la madre iscrive lei e il fratellino è infatti un camp della chiesa russa ortodossa, in cui la bambina si sente completamente fuori luogo.
Quella che viene descritta è l’esperienza di un duplice sradicamento: proprio come non riesce a farsi accogliere pienamente dalle amiche americane, allo stesso modo Vera non si sente a suo agio con le pratiche e le tradizioni russe, arrivando quindi a trovarsi confusa circa la propria stessa appartenenza. Il racconto, attraverso la metafora concretissima del campeggio, con gli episodi di quotidianità e goliardia che la animano e la rendono viva e attuale, mostra un percorso di crescita e accettazione, rivolto prima di tutto a se stessi. Vera riuscirà, attraverso continui errori e cambiamenti di rotta, a sentirsi parte di qualcosa: un gruppo, ma anche una specifica realtà sociale e culturale. E l’autrice la accompagna con il suo tratto sottile e mobilissimo, con i suoi ritratti precisi e accattivanti, che riportano all’illustrazione per l’infanzia, ma parlano in realtà anche a un pubblico adulto.
Il titolo stesso diventa specchio dei contenuti: non si nasce Sempre pronti, o quantomeno la protagonista non si sente tale. 
Lo diventerà però, in quel lungo percorso a ostacoli che la porterà ad amare il campeggio e ad accettare le proprie origini. Nel mentre, attraverserà momenti di solitudine e disperazione, in cui nessuno sembrerà riservarle attenzioni – non le compagne di tenda, Sasha e Sasha, quattordicenni pettegole e spesso meschine, ma neanche il fratello, ben presto assorbito dai nuovi amici – e che a tratti risulteranno, ma solo per il lettore, francamente esilaranti. È questo il caso della scoperta dell’“Hollywood”, maleodorante cubicolo in legno contenente degli approssimativi servizi igienici, o del morso di un temibile scoiattolo selvatico, che porta con sé la certezza di una morte imminente.
Vera Brosgol guarda con ironia alle proprie avventure tragicomiche, senza nascondere però di essere arrivata a questo grado di distacco sorridente solo a posteriori. Al tempo stesso, sottolinea la naturalezza dei sentimenti e delle reazioni, per consentire una piena immedesimazione a chi, come lei al tempo, non è proprio un “animale da campeggio”: “molti amano i campi estivi e non vedono l’ora di andarci ogni anno. Sono felice per loro, ma non sono come loro. So di non essere l’unica a pensarla così, e questo libro potrebbe far sentire alcuni bambini meno soli”. 

Carolina Pernigo








La piccola Vera non chiede altro che di essere accettata: per questo insiste tanto con la mamma per essere mandata a un campo estivo, come tutte le sue amiche. Nel suo immaginario di bambina, la aspettano grandi falò notturni, pettegolezzi e marshmallows, in realtà poco compatibili con il camp della chiesa russa ortodossa a cui viene effettivamente mandata. Quello che sembra solo un fumetto ironico sulle esperienze tragicomiche di una neofita alle prese con scoiattoli assassini e bagni rudimentali, si rivela però ben presto una riflessione sullo spaesamento sociale e culturale di chi è stato trapiantato in terra straniera. Una storia leggibile su più livelli, che piacerà a giovani e grandi, grazie al tratto felice di #verabrosgol. L'avete già letto? #baopublishing #baotiful #fumetti #graphicnovel #camping #campinglife #instabook #instalibro #bookstagram #bookoftheday #bookish #igreads #igbooks #readingnow #newbook #bookaddict #booklover #cover #bookcover #inlettura #cosebelle @baopublishing @verabee
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