di Elisabeth Sanxay Holding
Elliot, 2019
Traduzione di Roberta Arrigoni
pp. 172
€ 16,50 (cartaceo)
Le persone in linea di principio non erano malvagie, non erano senza cuore; semplicemente non credevano che certe cose potessero succedere. Uno sparo nella notte era il ritorno di fiamma di un'automobile; un grido d'aiuto era lo schiamazzo di un festaiolo. Mrs Condy stesa a terra con il viso ricoperto di cenere era Mrs Condy che smaltiva una sbronza. (p. 102)
Honey, bella ragazza dall'andatura sinuosa, sta per partire per la sua prima crociera con il marito, Weaver Stapleton. Certo, è innegabile che lui disponga di notevoli mezzi finanziari e il visone che lei indossa e fa risaltare così bene la sua figura ne è la prova. Però, dietro questo timido calcolo, c'era davvero la speranza che tra di loro potesse crearsi un matrimonio fatto di stima e reciproco affetto. Invece lui non perde occasione per darle addosso e ricordarle quanto scarsa sia la sua istruzione e quanto le sue maniere si debbano ancora affinare. Nulla di strano se, durante un viaggio così disastroso, Honey cerchi di svagarsi stringendo amicizia con un'altra coppia in viaggio di nozze. Se poi quella coppia sembra essere avvolta da un'aura di sfortuna e tutto sembri indicare che la povera novella sposina sia in pericolo di vita, la curiosità è ancora più giustificata. Perché su questa crociera dal cupo lusso e dalle relazioni poco limpide c'è un gran gioco di maschere: tutti vorrebbero essere qualcosa o qualcuno che purtroppo non potranno mai diventare.
«È andata a sbattere contro una porta» disse Mr Lake. «Ma d'altronde, non è quello che tutti noi facciamo sempre?» (p. 117)
Elisabeth Sanxay Holden viene dall'ambiente dei romanzi rosa. Le descrizioni degli uomini che popolano la crociera e che suscitano l'interesse di Honey, l'attenzione per i vestiti e le indagini sui sentimenti rimandano al filone che l'autrice seguì negli anni Venti. Ma, a parte questo, nulla di scintillante c'è tra queste pagine che hanno il cupo sapore dei gialli e dei misteri della porta chiusa. Durante la crociera, oltre ai misteriosi incidenti che capitano ad Alma, sposa novella in viaggio di nozze con il capitano Lashelle, si aggiunge la sparizione di una passeggera, Mrs Condy, un'avventuriera che pare aver avuto, in un modo o nell'altro, relazioni con molti dei passeggeri. Omicidio o scomparsa che sia, il fatto non lascia pace a Honey che vede il suo matrimonio fallire miseramente mentre cerca di dare un senso a tutti gli eventi delittuosi della crociera.
Nella lettura del romanzo non vi è reale sorpresa sul colpevole. Un testo degli anni Quaranta non può assurgere a thriller incomprensibile per un pubblico che ha avuto diversi decenni per alimentarsi di storie di questo tipo. Ma una detective story di quell'epoca non ha più il compito di sorprendere con lo svelarsi del colpevole, ma di lasciare profondamente colpiti dallo scavo psicologico e dalle relazioni che legano la piccola porzione di società messa in campo: e Lady killer svolge il compito egregiamente.
Tutti i personaggi che animano la crociera sono vittime del loro ruolo, ruoli che tutti vorrebbero cambiare. Honey vorrebbe aver fatto di più che non essersi sposata giovane e con un occhio al libretto di risparmio del marito. Alma, donna d'affari e imprenditrice di successo, vorrebbe una maggiore considerazione e amore da parte del marito. Weaver vorrebbe essere in grado di godersi di più ciò che la vita gli offre, ma è ingabbiato dall'educazione e dalla malattia. Mrs Cordy vorrebbe più soldi. Michael vorrebbe avere Honey. E tutti, se solo la società non imponesse un vincolo alle loro pulsioni, sarebbero pronti ad ottenere quello che vogliono con mezzi leciti e meno leciti.
L'ambientazione su una nave, d'altra parte, pare spingerli in quella direzione. Lontani da casa, tutti si sentono più liberi, lasciano fuoriuscire la loro natura che, a parte rari casi e solo in personaggi più monodimensionali come Miss Bewley, non è mai piacevole o retta.
Lady killer, pur con un finale che pare mettere tutto a posto e fornire giustizia e appagare i desideri di tutti i "buoni" della vicenda, esalta la meschinità e le più basse pulsioni dell'essere umano. Pulsioni che non aspettano altro che essere a poche miglia dalla costa per esplodere e mandare in frantumi le maschere che faticosamente portiamo addosso.
Giulia Pretta
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