Onsen - Sorgenti e località termali del Giappone
di Steve Wide e Michelle Mackintosh
L'ippocampo, 2019
Traduzione e revisione di Stefania Piotti e Luca Vanni
pp. 192
€ 15,00
Ci sono mille modi per pianificare un viaggio. C’è chi organizza le tappe in ogni minimo dettaglio mesi prima della partenza, oppure chi compra la guida turistica solo una volta arrivato a destinazione. C’è chi non ama le mete turistiche o chi vuole scattarsi un selfie di fronte al monumento più famoso del luogo, pur di far sapere al mondo intero di essere un globe trotter nato. C’è chi poi, come Steve Wide e Michelle Mackintosh, scrive di viaggi prediligendo itinerari poco battuti dalla massa, concentrandosi su un aspetto del luogo che molti sconoscono e arrivando a un tale livello di familiarità con esso da potersi spacciare per uno del posto senza destare il benché minimo sospetto. Onsen - Sorgenti e località termali del Giappone è proprio il frutto dell’amore per uno degli aspetti della cultura nipponica, le terme appunto, diventato così profondo da riuscire a essere il protagonista unico di una guida di viaggio monotematica. Mono in questo caso non riduce la portata della trattazione, ma la amplifica, generando un testo sui generis nel senso letterale del termine, dedicato cioè al genere di racconto di chi ama viaggiare scoprendo ogni singolo aspetto di un paese per farlo proprio e riportarlo a casa con sé.
Io che in Giappone sono stata posso altresì confermare che lo spirito che la guida di Steve Wide e Michelle Mackintosh emana in ogni sua pagina è perfettamente coerente con le sensazioni e le percezioni che si provano trascorrendo ore beate in un’onsen giapponese. Questi luoghi, perfette oasi del benessere a prezzi contenuti e alla portata di tutti, sono l’esemplificazione perfetta del concetto di wa proprio della cultura del Sol Levante (e che Laura Imai Messina ha magnificamente trattato nel suo ultimo libro), il luogo cioè dove natura e corpo si fondono senza frammentazioni o interruzioni: immaginatevi completamente nudi, immersi in una vasca contenente acqua dalle proprietà benefiche, ricavata in una grotta immersa in un bosco di cedri, con un torrente che scorre impetuoso accanto a voi mentre la neve scende fioccando. Quale altra esperienza è parimenti in grado di sciogliere il legame con la vita quotidiana per lasciarvi librare nella serenità? L’onsen è tutto questo, nata intorno al 712 d.C. come luogo in cui militari e samurai potevano trovare ristoro dopo un lungo viaggio, nel corso dei secoli ha modificato il suo ruolo, diventando non solo il fregio di diverse aree geografiche, ma soprattutto un luogo di aggregazione sociale senza barriere e limiti, dove l’unico pensiero comune agli occupanti è quello di godere del riposo delle membra. Un’onsen diventa il luogo dove intere famiglie si riuniscono in un giorno di festa, unendo insieme i bambini più piccoli con i bisnonni tre o quattro generazioni più anziani, o dove ragazzi in pausa dalle lezioni universitarie si concedono attimi di svago, o dove, ancora, colleghi familiarizzano tra di loro fuori dal contesto lavorativo. Un modo del tutto nuovo, per noi occidentali, di vivere le terme.
In occidente, tra l’altro, il concetto di spa ha una base totalmente diversa: basti pensare che fino all’epoca Meiji, quella cioè dell’occidentalizzazione “forzata” del Giappone, le onsen erano miste, uomini e donne cioè le frequentavano insieme totalmente nudi. Solo il concetto di pudore e vergogna importato dall’occidente cristiano ha fatto sì che ogni onsen iniziasse ad avere un lato dedicato esclusivamente alle donne e uno agli uomini. Quanto della comunione con la natura si è perso con questa divisione! Inoltre, un’ulteriore differenza con la spa nostrana è ravvisabile già a partire dal rito preparatorio all’ingresso in acqua. Qui la guida pubblicata da L’ippocampo viene in aiuto ai viaggiatori inesperti e neofiti della cultura giapponese: con uno schema preciso e un decalogo dettagliato, vengono fornite tutte le regole da rispettare prima di entrare alle terme, come non indossare infradito una volta entrati nello spogliatoio, non immergere la testa nella vasca e, soprattutto, detergere completamente il corpo prima di entrare a contatto con l’acqua e non dopo come si usa fare in occidente. Niente paura, comunque: seppure storcendo lievemente il naso, nessun autoctono vi guarderà mai con disprezzo. I giapponesi sono troppo ospitali per prendersela con i turisti, autorizzati, in parte (perché ogni onsen è tempestata di indicazioni disegnate su come comportarsi), a non conoscere le regole del posto. Quella del decalogo non è l’unica mappa concettuale del volume; gli autori spendono interessantissime pagine a spiegare ai lettori i simboli delle onsen, le avvertenze per chi ha tatuaggi, i diversi tipi di vasche tra cui scegliere (a tema, con idromassaggio, in grotta, in legno, elettrostimolanti) e le diverse tipologie di acque e i relativi benefici, come l’acqua con cloro che facilita la cicatrizzazione o quella con alluminio che cura svariati disturbi dermatologici.
Una volta letto Onsen - Sorgenti e località termali del Giappone non resta altro che prenotare un volo e approdare in Giappone. Per visitare le avveniristiche Tokyo e Osaka e odorare di antichità e storia a Kyoto, certo, ma senza dimenticare di vivere l’esperienza dell’onsen, certa che tutti i gusti saranno accontentati: dalle grande città alle minuscole località di 300 abitanti, dal nord al sud del Paese, dal mare alla montagna, dalle città sconosciute fino agli enormi centri termali organizzati.
Federica Privitera
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