Buongiorno lettori!
eccoci all'arrivo di novembre, e come ogni mese iniziamo con i nostri consigli di lettura. In questo autunno ballerino, che ha cominciato a diventare grigio in molte parti d'Italia e a riversare fiumi di pioggia sulle nostre città e compagne, ecco che è arrivato il momento di ritrovare un po' di colore. Come? Con un libro in grado di portarci in altri mondi e/o in altri tempi!
Le foto di questo mese (tutte di © Elena Ghioni, che ringraziamo per la disponibilità) ci portano a contatto con la natura, in uno spazio che si fa indefinito per la prima nebbia e che si tinge dei classici colori autunnali.
Buona lettura!
La Redazione
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"Emmaus" di Alessandro Baricco (Feltrinelli)
Perché: sebbene "Emmaus" in lingua ebraica significhi "primavera temperata", nel romanzo di formazione di Baricco si possono scorgere tutte le stagioni in chiave emotiva. Si parte con i giovani protagonisti ibernati da anni in un noioso e abitudinario autunno senza fine, iniziato anni prima tra la messa della domenica e l'oratorio. Si passa per il freddo inverno di un gruppo di amici che vuole cambiare qualcosa, ma non sa cosa per arrivare a una colorata primavera (con tutte le sue floreali novità di vita), che immancabilmente abbraccia una vivace estate ricca di avventure di ogni sorta. Incalzante giunge nuovamente l'autunno che spegne gli attimi illusori e felici dell'estate. L'emotivo inverno spegnerà l'adolescenziale gioia dei protagonisti, i quali si risveglieranno, dopo un breve letargo, adulti. Tristemente adulti. Perché è stato il primo libro (per secondo "Smith&Wesson") che ha diviso i fan di Baricco: "Emmaus" si ama o si odia. E perché è bene conoscere uno scrittore tanto famoso anche nei suoi esperimenti letterari, leggerlo nelle sue varie sfaccettature e approfondirlo nelle novità narrative e di stile.
Infine, perché a ricordare questa lettura, si avverte un malinconico autunno dall'inizio del libro alla fine.
A chi: voglia leggere un primo Baricco diverso. A chi incuriosiscono le storie di provincia romanzate. A chi ha conosciuto una Andre - la cattiva ragazza della compagnia -, e a chi voglia comprendere le dinamiche di gruppo che sovente portano scompiglio tra amici.
"Il castello invisibile" di Mizuki Tsujimura (DeA Planeta)
Perché: è arrivato l'autunno, con i suoi colori e le sue malinconie, sono ricominciate le scuole, ormai a pieno regime, e i nostri ragazzi escono ogni mattina con i loro zainetti ed entrano in un mondo che conosciamo solo parzialmente - da educatori, docenti, genitori, adulti in generale. Questo romanzo incredibile e complesso ci apre un varco su mondi ignoti e coesistenti, in cui talvolta si consumano la violenza e l'emarginazione, ma che possono diventare anche luogo di riscatto e di rinascita. È così almeno per Kokoro, la giovane protagonista, che da mesi vive chiusa in casa e non riesce a uscirne, paralizzata dalla paura, dall'orrore per quanto l'attende tra le aule scolastiche. Quando un giorno lo specchio si illumina e si fa portale, forse con esso si apre anche la via per un nuovo inizio.
A chi: a chiunque lavori o si trovi a contatto con i giovani; ai ragazzi di un biennio di scuole superiori che vogliano riflettere, magari insieme ai genitori, su tematiche che li riguardano da vicino; a chiunque ami storie fantastiche, di mondi paralleli e varchi spazio-temporali; a chi sia affascinato dall'universo nipponico o dalle storie stratificate e piene di spunti di indagine.
"Etcetera. Il gusto di arredare con le cose che si amano" di Sibella Court (L'Ippocampo)
Perché: perché in autunno, complice il tempo non sempre favorevole alle passeggiate e alle gite, la casa si conferma nel suo ruolo di nido, tana, rifugio in cui cercare calore, intimità e comodità, un benessere che si fa più intenso se la nostra dimensione indoor ci corrisponde anche esteticamente: il libro con cui nel 2009 la stylist d'interni Sibella Court ha presentato al mondo il suo modus operandi è l'ideale per cercare nuove ispirazioni d'arredamento che parlino davvero di noi e che ci facciano sentire in movimento anche tra le mura domestiche, circondati da suggestioni cromatiche e da oggetti capaci di rievocare ricordi o raccontarci ogni volta nuove storie.
A chi: a chi è sempre alla ricerca di stimoli e suggerimenti per abbellire la propria dimora; a chi è insofferente agli spazi chiusi e crede che gli unici viaggi degni di nota siano quelli all'aperto; agli architetti e agli arredatori d'interni, perché il lavoro di Sibella Court è un punto di riferimento imprescindibile nel panorama internazionale; a chi crede nel piacere "fisico" dato dai libri-oggetto, perché la cura dei dettagli di questo volume ne fa un vero e proprio scrigno di tesori per il tatto, la vista e l'olfatto.
"A sangue freddo" di Truman Capote (Garzanti)
Perché: è un libro che ha il rigore dell'inchiesta giornalistica, la prosa vivida del romanzo, la passione cupa dell'indagine poliziesca e una profondità di scavo psicologico mai raggiunta prima. Ha inaugurato un genere e tutti dopo Capote hanno dovuto confrontarsi con questo libro e la sua grandezza.
A chi: agli amanti del true crime e del giornalismo d'inchiesta, ai divoratori di letteratura americana. A chi nelle storie non cerca mai il colpevole più facile.
"Vera" di Elizabeth von Arnim (Fazi)
Perché sebbene sia una stagione amata da molti, l'autunno è senza dubbio il periodo dell'anno in cui la natura inizia ad addormentarsi in attesa del sonno invernale. La storia di Lucy è proprio come l'autunno: un incedere inesorabile verso il sonno della dignità e della libertà, con l'inizio della sua storia d'amore per Everard. La relazione si trasformerà in una prigione di violenza psicologica e per la prima volta Elizabeth von Arnim usa la sua profonda conoscenza della società inglese dei primi del Novecento per raccontare il dramma delle donne.
A chi non vuole mai smettere di leggere storie che possano sensibilizzare sul tema della violenza all'interno di una relazione di coppia. A tutte quelle donne che cercano il libro che possa aprir loro gli occhi su ciò che stanno vivendo. A tutti gli uomini, affinché aggiungano un tassello alla loro educazione. A chi ama Elizabeth von Arnim perché capirà con questo romanzo perché è una scrittrice dalla voce immensa.
"La commedia borghese" di Irène Némirovsky (Elliot)
Perché: perché a novembre viene proprio voglia di entrare in letargo. Finito l'entusiasmo per le dorate giornate di inizio autunno e prima della grande frenesia del Natale, novembre invita al riposo, all'indoor con i canonici tazzoni di tè, film e libri. Con questi racconti di Irène Némirovsky si potranno accorpare film e libri. Scritti con intento cinematografico, queste piccole scene di "commedia borghese" rendono omaggio all'analisi sociale tutta francese e si dispiegano come pellicole tra le pagine.
A chi: a chi è sempre indeciso tra il guardare un film e leggere un libro. Qui potrà fare entrambe le cose. L'unica difficoltà sarà nel scegliere se sgranocchiare pop-corn o sorseggiare una calda tisana.
Gloria consiglia:
"Pietro e Paolo" di Marcello Fois (Einaudi)
Perché: in questi giorni in cui il buio arriva sempre prima e il primo freddo ci porta ad aver meno voglia di uscire, un bel libro che parla di amicizia in un momento drammatico della storia può essere un toccasana! E può anche trasformarsi in un ottimo argomento di discussione con le persone che amiamo, chiedendo loro: cosa avreste fatto, voi? Avreste creduto a Pietro o avreste pensato di essere stati traditi?
A chi: a chi ama i romanzi in cui storia personale e grande storia si intrecciano, spesso in modo indivisibile; ci sono sentimenti atavici che sanno farsi in poesia anche quando li ritroviamo nelle trincee.
Sabrina consiglia:
"Sofonisba. I ritratti dell'anima" di Chiara Montani (Il Ciliegio)
Perché: è un libro che racconta la vita straordinaria di una delle poche grandi pittrici che l'Italia annovera tra Cinque e Seicento. E lo fa con la delicatezza di una storia narrata in prima persona, proprio da lei, Sofonisba Anguissola, pittrice cremonese (mia antica concittadina). Che si mette a nudo davanti al lettore nella sua passione pura per l'arte, per il colore. Ma anche nei suoi sentimenti, di donna e di sposa. Il ritratto che la Montani dipinge della pittrice si sovrappone così ai ritratti, così intensi ed espressivi, che Sofonisba realizzava per i grandi dell'epoca, alla corte di Spagna. E, come in un gioco di specchi, quello che risulta è il riflesso dell'anima. Come solo Sofonisba sapeva cogliere.
A chi: sicuramente agli amanti dell'arte e dell'espressione artistica, intesa come atto, come creazione. In tutto il libro si coglie che il pennello, il colore, la tela sono l'essenza stessa della personalità di Sofonisba, la sua unica ragione di vita, di passaggio su questa terra. Ma anche a chi ama leggere il ritratto di una donna forte che seppe rompere, delicatamente, i cliché dell'epoca che ingabbiavano la donna in schemi e consuetudini soffocanti per lei, così libera e determinata (giovanissima intraprese il viaggio in carrozza che dalla piccola Cremona la portò a Madrid). Una biografia romanzata o meglio un bel romanzo tratto da una biografia.
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