di Domenico Starnone
Einaudi, 19 novembre 2019
pp. 141
€ 17,50 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
«L'amore, che dire, se ne parla tanto, ma non credo di aver usato spesso la parola, ho l'impressione, anzi, di non essermene servito mai, anche se ho amato, ho amato fino a perdere la testa e i sentimenti. L'amore come l'ho conosciuto io, infatti, è una lava di vita grezza che brucia vita fine, un'eruzione che cancella la comprensione e la pietà, la ragione e le ragioni, la geografia e la storia, la salute e la malattia, la ricchezza e la povertà, l'eccezione e la regola. Resta solo una smania che torce e distorce, un'ossessione senza rimedio: lei dov'è, dove non è, cosa pensa, cosa fa, cosa ha detto, qual era il significato vero di quella frase, cosa mi sta tacendo [...]» (p. 3).
Inizia così il nuovo romanzo di Domenico Starnone, Confidenza, all'insegna di un sentimento più vissuto che dichiarato: in effetti il protagonista, Pietro, intrattiene con la sua ex allieva Teresa un rapporto che è tutto fuorché misurato. Grande furia, nel bene e nel male, porta i due a stringersi in abbracci appassionati, ora a dividersi tra frasi taglienti, colpi all'autostima reciproca e ferimenti che sembrano portare alla fine della loro relazione. Ma poi ci sono i ritorni, le scuse, il loro «continuo volerci e respingerci» (p. 5). Almeno fino a quando un giorno, quasi per gioco, Teresa propone di confessarsi la cosa peggiore che abbiano fatto, il segreto che mai avevano rivelato a nessuno. Noi lettori non sappiamo che cosa i due si siano confidati, ma tanto basta per dividere definitivamente la coppia un paio di giorni dopo, questa volta senza litigi, ma - anzi - con un accordo quasi ancor più inquietante. Perché, in effetti, la confidenza reciproca segna quel che Teresa definisce un "matrimonio etico", una sorta di patto che nessuno dei due potrà infrangere mai; un legame per la vita, insomma, che di tanto in tanto rintocca come una minaccia o un ricatto.
Ma non subito. I primi tempi, l'uno senza l'altro, sono positivi: Teresa decide di allontanarsi, di tentare di far fortuna nelle sue ricerche scientifiche in America; Pietro continua a insegnare nel liceo dove aveva incontrato Teresa e qui conosce la professoressa di matematica, pura nemesi della sua ex. Nadia è cauta e attenta a non infastidire gli altri, mille volte meno istintiva di Teresa, eppure altrettanto avvinta dal corteggiamento di Pietro. Per lui, la ragazza rinuncia al fidanzato che avrebbe dovuto sposare di lì a breve e non ci vuole molto perché lei e Pietro pensino di convolare a nozze. Intanto, un saggetto di poche pagine sulla scuola, che Pietro aveva scritto durante il primo periodo di solitudine, viene pubblicato e desta notevole scalpore e l'attenzione di un apprezzato sociologo. Lui, abituato a restare nelle retrovie e poco avvezzo a parlare in pubblico, si trova ora a difendere in pubblico le sue idee del saggio.
Nadia osserva, senza dire nulla: osserva la vita di Pietro com'era senza di lei, e teme la presenza del ricordo ingombrante di Teresa, ma accetta ugualmente di sposare l'uomo e di diventare madre dei loro figli.
Mi sentii fierissimo. Ero sotto i quaranta, facevo volentieri il mio lavoro, ero sposato e amavo moltissimo mia moglie, avevo tra le braccia la riproduzione perfetta di un vivo corpo femminile alla realizzazione della quale avevo contribuito nei limiti delle mie possibilità. In più, grazie a quel mio saggio, ecco che da qualche mese mi invitavano ogni tanto a parlare di scuola. Non solo. Proprio nel giorno in cui Emma compì i suoi primi sei mesi di vita, mi telefonarono da una casa editrice di prestigio. (p. 24)
È l'inizio della svolta, per Pietro: prima la proposta di trasformare le poche pagine del saggio in un libro, poi la pubblicazione e i tanti incontri su e giù per l'Italia, in compagnia della bella e fiera Tilde Pacini, suo ufficio stampa. Tutto di corsa, tutto tanto frenetico da far finire in secondo piano la famiglia, la scontentezza crescente di Nadia, e far nascere, invece, strani pensieri. Egoismo? Desiderio di autoaffermazione? E che penserebbe Teresa del suo nuovo libro, che sta meritando tanti consensi e raccogliendo anche detrattori aggressivi?
Pietro oscilla tra un autocompiacimento pericoloso, che rischia di rompere tutti gli equilibri, e i tanti sensi di colpa, che non bastano però a frenare pensieri adulterini, fantasie di evasione, mentre Teresa riappare di tanto in tanto, portando con sé sconvolgimento prima, minacce, e sollievo dopo le sue ripartenze. Il segreto così grave aleggia sempre nell'aria, unisce Pietro e Teresa a doppio filo, anche quando ognuno vorrebbe liberarsi dell'altro. O forse no, gli stessi disequilibri che li univano sono gli stessi che si verificano in questa strana forma di amicizia-dipendenza.
Intanto il tempo corre inesorabile, perché Pietro è un io-narrante che tiene saldamente i giorni narrati tra le sue mani, decide quando accelerare, anche all'improvviso, o quando analizzare con dovizia di particolari un evento, un incontro. Interessante è poi la scelta di Starnone di far seguire al primo e più lungo racconto, un secondo, gestito da Emma, la figlia ormai cresciuta di Pietro, e quindi un terzo, per bocca di Teresa stessa.
Il tema della menzogna, o perlomeno delle omissioni, che serpeggia così per tutto il romanzo, fa sì che ognuno abbia dell'altro una visione laterale, rifranta in mille specchi diversi. La stessa identità di Pietro dipende tanto da ciò che gli altri diranno e penseranno di lui, fino alla fine della sua vita. Chi è davvero Pietro? Tra contrasti continui che lo rendono ora imperfetto ed egoista, ora generoso e amabile, l'identità del protagonista è poliedrica e degna del "come tu mi vuoi" pirandelliano. E più si conoscono i suoi anfratti interiori e più ci si chiede: cosa avrà confidato, di tanto grave, a Teresa? Ma Starnone ha in mente ben più di una sorpresa, che scardinerà le certezze del lettore fino alle ultime pagine.
Anche in questo romanzo, come in Lacci o in Scherzetto, Starnone esamina le relazioni indagando l'altalena della sincerità, perché spesso dietro furbi compromessi si celano incomunicabilità, quieto vivere, indifferenza, desiderio di continuare a guardare chi ci sta accanto come lo vogliamo vedere.
GMGhioni
Social Network