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#CritiCOMICS: tornare ad Edo e scoprire di più su noi stessi. L'ultima raccolta di Koichi Masahara

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Le anime di Edo
di Koichi Masahara
Bao Publishing, 2019

Traduzione di Prisco Oliva

pp. 200
€ 7,90


Se avevate apprezzato le storie e i disegni de I doni di Edo di Koichi Masahara ritroverete le stesse atmosfere nella nuova raccolta, sempre edita da Bao Publishing nella collana Aiken dedicata al fumetto giapponese, del maestro giapponese, Le anime di Edo. Questo manga raccoglie nove storie diverse e autoconclusive che in realtà si mescolano e collegano fra loro. Un po' come era successo ne I doni di Edo ma, in questa nuova opera, il filo conduttore appare più evidente. Protagonista indiscusso è l'antica capitale giapponese, Edo, che non si limita a fare da cornice alle vicende narrate ma ci appare in tutto il suo splendore attraverso i paesaggi, i vestiti, gli intrecci familiari e la cultura dei suoi abitanti. Continua a rimanere evidente la volontà dell’autore, già espressa nel precedente volume, di creare un fortissimo contrasto fra un'epoca così lontana da noi, tema delle storie, e il tratto invece molto moderno, quasi digitale, scelto per i disegni. Questi sono molto precisi e dettagliati e, dovendo cercare una differenza rispetto al primo volume, potremmo ritrovarla nella volontà di variare la fisionomia dei personaggi, questa volta più variegata e riconoscibile rispetto alla serialità di volti riscontrabile ne I doni di Edo.

Continuando a confrontare questa raccolta con la precedente, un’altra conferma (questa volta negativa, a mio parere), è il pochissimo spazio dato alle figure femminili nelle storie, oserei dire ancora inferiore di quanto non era già nei precedenti racconti. Ribadisco quindi il pensiero già espresso in passato: quanto mi sarebbe piaciuto vedere il mondo antico della capitale Edo dalla prospettiva delle donne immaginate da Masahara! Chissà, magari il maestro già sta lavorando a qualcosa di simile. Io, per lo meno, lo spero.

Vengo, infine, alla differenza più forte che ho registrato con la raccolta precedente e che mi spinge a giudicare Le anime di Edo un gradino più in alto del suo antecedente. Se le storie narrate hanno per protagonisti uomini semplici alle prese con le difficoltà della vita quotidiana, dal lavoro, al senso del dovere, dalla famiglia ai legami sentimentali, questa volta la praticità della vita trascende in profonde riflessioni universali e psicologicamente profonde e, a tratti, commoventi. Non è un caso se di questa raccolta ricordi con precisione due storie, La cura e Il filo dei sentimenti. Nel primo caso un maestro cerca di insegnare a due fratelli il senso dell’amore fraterno; nel secondo si parla invece dei legami familiari che spesso, nonostante la distanza, non si interrompono mentre in altri casi sembrano spezzarsi anche troppo facilmente. 

Per questa profondità di argomenti ritengo perfettamente adeguato il titolo della raccolta: ogni racconto è un’istantanea di un’epoca lontana ma possiede una quintessenza filosofica che ne estrinseca, appunto, l’anima. E quando si parla di concetti esistenziali non ci sono barriere geografiche o temporali che tengano: le storie ci parleranno per sempre.

Federica Privitera

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