di Alessandro Barbero e Chiara Frugoni
Laterza, 2019
pp. 350
€ 22,00 (cartaceo)
Quando sulla copertina appaiono associati i nomi di Alessandro Barbero e Chiara Frugoni, si può ben scommettere sulla pubblicazione. Le aspettative non restano deluse nello sfogliare questo volume, che si rivela uno straordinario strumento didattico, ma anche la chiave per accedere a un nuovo, inconsueto punto di vista sul Medioevo. A parlare sono dunque le fonti, scritte e visive, tutte accuratamente selezionate tra quelle coeve agli eventi e dunque in grado di fornirci notizie di prima mano. Tra le mani sapienti degli autori, le immagini, i bassorilievi, i documenti ci raccontano storie, ci raccontano la Storia facendola diventare narrazione, fonte di continua meraviglia.
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Gigantesco è l’abate, di cui è indiscutibile la supremazia nella scena, per le doti spirituali e per la carica; mentre Matilde, in quanto donna, è della medesima statura di Enrico IV in disgrazia […]; il modo in cui è rappresentata la cugina dell’imperatore ci dà la misura della difficoltà, per una donna, a farsi ricordare per se stessa, per i suoi meriti e per la sua personalità. (p. 183)
Nel procedere della lettura, che può anche non essere sequenziale, ma seguire gli infiniti itinerari dell’interesse personale tra i diversi nuclei tematici autoconclusivi, si comprende bene quanto osservato dagli autori nell’Introduzione: “la figura, nel Medioevo, impone consensi, esprime bisogni e attese. Allo storico di oggi molte informazioni riguardanti la società, il modo di combattere, lo stato di salute, la religiosità, gli atteggiamenti mentali, sono fornite dal repertorio iconografico”. Frugoni e Barbero rivelano a ogni pagina la loro competenza, ma soprattutto la loro passione per l’argomento trattato, tanto nella sezione tematica e introduttiva di ogni capitolo, quanto nel commento puntuale, discorsivo e quasi avvincente delle immagini o dei passi riportati. Guardando attraverso i loro occhi, si scoprono così segnali e dettagli inavvertiti e si impara a problematizzare, a rimettere in discussione etichette e preconcetti che le versioni semplicistiche tramandate dai libri di testo hanno contribuito a instillare in noi.
Un esempio di questa attitudine si trova nel capitolo dedicato alle crociate, nella ferma presa di posizione di Barbero e Frugoni contro l’“abitudine perversa” di numerarle, di ridurle a una sequela di date, a un catalogo svuotato di ogni significato da imparare a memoria. Le crociate, ci spiegano, incarnano lo spirito di un’epoca, esprimono un “clima di mobilitazione permanente” (p. 206) contro un nemico percepito come sempre più pressante, sempre più vicino, sempre più minaccioso. E ci si deve guardare bene anche da un altro pericolo, quello di voler rileggere il passato sulla base della mentalità corrente, riconducendo quindi le spedizioni di riconquista della Terra Santa ai soli moventi economici o politici. Se questi sicuramente pesarono, non si può sottovalutare però la radice religiosa del fenomeno, che rimane predominante (e ben al di là del semplice interesse individuale per l’indulgenza plenaria promessa da papa Urbano II). La cura dello spirito, infatti, è senza dubbio uno dei poli intorno a cui ruota la vita dell’uomo medioevale, e gli autori lo sanno bene, tanto da dedicare a questo tema (dalla cristianizzazione dell’Occidente nell’Alto Medioevo ai principali tratti della vita religiosa nel Basso Medioevo) ben cinque capitoli.
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Le buone finiture del volume, corredato da immagini a colori di ottima qualità, fanno sì che la lettura si configuri come un’esperienza piacevole, oltre che arricchente, adatta non soltanto agli appassionati del periodo storico che desiderino approfondire ulteriormente le loro conoscenze, ma anche a chi vi si voglia avvicinare per la prima volta, con una trattazione che non spaventa e accompagna gradualmente all’interno di una realtà tutta da scoprire ed esplorare.
Carolina Pernigo
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