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Disobbedire per essere grandi: i volti "altri" del mito secondo Colloredo

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La bellezza di Medusa 
di Sabina Colloredo
DeA Planeta, 2019

pp. 207
€ 14,90 (cartaceo)
€ 6,99 (ebook)


È una prospettiva interessante, anche se non inedita, quella assunta da Sabina Colloredo: con un linguaggio piano che riesce a farsi evocativo, ci mostra gli altri volti del mito. Non dunque quelli dei protagonisti, degli eroi, di chi sta per tradizione in piena luce. Ci mostra i volti dei cattivi, dei disubbidienti, dei feriti, di quelli in penombra. Soprattutto, i volti di quelli che per vincere non "hanno perso se stessi, [...] rinnegato la loro divinità" (p. 5). Di quelli che sono caduti (in alcuni casi letteralmente), sprofondati agli inferi, che sono stati imprigionati, ma che trovano nella coerenza del loro fallimento, delle loro ferite, una forma di dignità. 
Colloredo adotta, per le sue narrazioni, la formularità visionaria e poetica del mito. Il problema che attanaglia tutti i protagonisti è sempre quello dell'amore, impossibile o negato. Medusa è alla disperata ricerca di qualcuno che sia capace di starle accanto senza abbandonarla come ha fatto sua madre, il Minotauro sa che nessuno potrà mai accettarlo davvero per via del suo aspetto (la sua stessa nascita è stata accolta da urla di repulsione). Dolorosa e continuamente ribadita è l'idea che se vieni trattato come un mostro, finisci per diventare un mostro, per conformarti all'idea altrui:
Crescendo, la parte bestiale di me aveva preso il sopravvento su quella umana e il mio linguaggio si era impoverito. Immagino che fosse per la solitudine in cui vivevo o per l'orrore che leggevo negli occhi dei pochi che si prendevano cura di me. O forse era semplicemente il mio destino, la via senza ritorno che gli dei avevano scelto per il loro giocattolo mostruoso. (p. 49)
Pandora diventa riflesso di tutte le donne private del diritto di scelta e della loro libertà, gravate dalle aspettative di chi le circonda e poi spietatamente giudicate. Di lei si raccontano l'intelligenza, la volontà: la si mostra decidere di violare le regole (quell’unico divieto posto dagli dei) non già per stoltezza o curiosità, ma come supremo atto di ribellione. Di Polifemo si narrano invece l’esclusione, lo strazio dell'isolamento e dell'inganno, la possibilità di acquisire con la cecità una vista nuova, rivolta non più all'esterno ma all'interno. 
Persefone è la scelta più strana della raccolta: se gli altri sono personaggi connotati negativamente dal mito e dalla sua ricezione nell'immaginario comune, non è questo il caso della figlia di Demetra, rapita da Ade per farne la sua sposa e destinata a passare sei mesi sulla terra e sei nell'Oltretomba. Colloredo la sceglie per mostrare la forza di un amore che sfida il tempo, lo spazio e i legami familiari. Ma anche per ricordarci, attraverso la furia della madre, che la libertà della donna nell’autodeterminarsi non può essere oggetto di trattative altrui. Benché lei stessa, figura ingombrante, lasci poco spazio alla figlia e non riesca a chiederle quali sono realmente i suoi desideri, si oppone con forza al fatto che il suo matrimonio possa essere frutto di un accordo tra uomini. 
"Quando voi uomini capirete che dovete sempre chiedere il permesso a noi donne, e che non c'è nessun sì che conti, prima e più del nostro?" Elio abbassò lo sguardo. "Pagherete…" Lo minacciò Demetra. "Pagherete la violenza e la protervia. Tutti quanti, uomini e dei, subirete la sorte di mia figlia, finirete al buio e al gelo, proverete il mio stesso dolore." Trafisse Elio nei suoi occhi ardenti. "L'amore è amore. Dolcezza, consenso. L'amore non è un'arma. E questo noi donne lo sappiamo."
Fu la fine per la Terra e per ogni essere vivente. Mia madre incendiò le messi, devastò le foreste, spazzò via uomini e animali con carestie e uragani, e quando un silenzio di morte seppellì il mondo come un sepolcro, scomparve. (p. 158-159)
L'ultimo capitolo è dedicato a Fetonte ed è forse il più straziante. Nella ricerca disperata di un riconoscimento da parte del padre assente, nel tentativo di un ragazzino di trovare un proprio posto nel mondo, e nella tragedia del suo fallimento, nella sua consapevolezza ferita, il lettore adulto ritrova appieno l'universalità del mito. Fetonte è un po' ogni adolescente ed è colui che più incarna lo spirito dell'opera: “Io precipitai e precipitai, ma non dovete soffrire per me, pensare che fossi triste o spaventato. Conobbi il volo e in quegli istanti fui felice come non ero mai stato, libero come un uccello sconosciuto” (p. 204).
Ognuna delle sezioni in cui si articola il volume rappresenta, attraverso i testi e le suggestive illustrazioni di La Tram, una resa dei conti: il più delle volte, non si tratta di quella con gli antagonisti, ma di quella dei personaggi con se stessi. Consci dei frammenti di oscurità che si portano dentro e che li rendono complessi, umani anche quando umani non sono, tutti traggono forza da una coerenza interiore che li rende fedeli a se stessi e li guida fino alla fine, portandoci a rileggere e rivalutare i tradizionali e forse troppo netti concetti di vittoria e sconfitta. Questo è un volume da regalare ai propri figli, ai propri fratelli minori, per mostrar loro che non c'è solo la luce, non c'è solo il trionfo, ma che anche nei coni d'ombra si può avere una storia di tutto rispetto e che forse proprio dallo sfidare i limiti – quelli imposti dagli altri, o quelli all’interno dei quali troppo spesso ci si rinchiude volontariamente – può nascondersi un germe di riscatto e di grandezza.

Carolina Pernigo








La nostra @quinquilia ha appena finito di leggere l'ultimo volume di @sabinacolloredo, da poco edito da @deaplanetalibri, ed è rimasta affascinata dalla prosa poetica di questa autrice. Nel suo volume, si ritorna sulle tracce del mito, per rileggerlo però da una prospettiva altra, quella dei cattivi, dei disobbedienti, degli sconfitti. Di personaggi che hanno fatto i conti con la loro oscurità, ma anche con una continua e frustrata ricerca d'amore, con la solitudine e l'emarginazione. In vista del Natale, questa potrebbe essere una buona idea regalo per gli adolescenti, che iniziano a fare i conti con le ombre e le contraddizioni che ogni percorso di crescita porta con sé. Presto troverete la recensione sul sito, ma intanto diteci: qual è il personaggio "oscuro" del mito di cui vi piacerebbe ascoltare la versione? #mitogreco #greekmythology #sabinacolloredo #deaplanetalibri #instabook #instalibro #bookstagram #bookoftheday #bookish #igreads #igbooks #readingnow #newbook #bookaddict #booklover #cover #bookcover #inlettura #cosebelle #criticaletteraria
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