Buzzati e la cibernetica: "Il grande ritratto", un romanzo breve del 1960 da riscoprire

Il grande ritratto
di Dino Buzzati, 
Mondadori, 2018

Introduzione di Maurizio Vitta
1^ edizione: 1960

pp. 204
€ 10 (cartaceo)
€ 7,99 (ebook) 



Si può ricreare l'anima umana? Ed è giusto farlo? Sono due domande che ci si pone spesso nei romanzi che intrecciano la fantascienza ai limiti etici della scienza. Di certo Dino Buzzati se l'è chiesto presto, quando nel 1960, influenzato dagli studi coevi sulla cibernetica, ha scritto Il grande ritratto, un romanzo breve e "leggero" solo in apparenza, perché dietro la levità della prosa e dei dialoghi si nasconde una riflessione profonda. 
Il romanzo si apre all'insegna del mistero: il professore Ermanno Ismani, un quarantatreenne professore ordinario di elettronica, viene coinvolto dal Ministero della difesa per un progetto delicato: ottimo stipendio, ma disponibilità a lasciare la città per due anni e assoluta segretezza. Dopo i primi timori, Ermanno Ismani e la moglie Elisa partono alla volta di questa meta sconosciuta e lungo il tragitto sale con loro una ex studentessa di Ismani, ora moglie di un altro ricercatore, anche lei diretta verso questo misterioso centro di studi. Il clima di segretezza che cova attorno al fantomatico progetto è inquietante e tutta la prima parte del romanzo è proprio strutturata in scambi dialogici che acuiscono la suspense. Anche le guardie fuori dai cancelli e l'area cintata non fanno che accrescere l'ansia di scoprire a cosa sta andando incontro il protagonista (in sé piuttosto sbiadito).

Anzi, viene da chiedersi: è davvero lui il protagonista? Infatti, Ismani, la moglie e gli altri personaggi che incontriamo nel romanzo girano tutti attorno alla singolare "creatura" robotica che ha le dimensioni di una montagna e che vive di congegni, fili, nervature elettroniche e cavi elettrici. L'obiettivo, per cui il Ministero è disposto a spendere qualsiasi cifra, è quello di creare un cervello artificiale, ma non tutti sanno ciò che veramente si cela nella mente del suo inventore, il professor Endriade. Egli, infatti, non intende solo creare una mente artificiale, ma vuole provare a dare a questa enorme macchina anche un'anima, emozioni, sensazioni. Il rischio non è ancora ben noto, eppure lo scienziato si pone domande e prova a creare una sorta di "rete di salvataggio", in caso di ribellioni della macchina, sempre più senziente.
Eppure, il movente della creazione robotica non è solo di tipo scientifico, ma non posso rivelare oltre per non togliere la sorpresa finale. Dirò invece che il mistero cova di pagina in pagina e l'atmosfera ansiogena che viene vissuta ora da Elisa, ora dalla moglie di Endriade, ora da tutti i personaggi della storia, sembra preannunciare una tragedia imminente, o una virata verso l'horror. Ma Buzzati, per quanto voglia ibridare i generi, sa anche bene come non cadere nella banalizzazione del prevedibile e infatti, anche in questo libro, lascia sgomenti.
Anche se strutturalmente non tutto il romanzo è sorvegliato ed equilibrato, Il grande ritratto è un interessante esperimento che ripropone i grandi temi di Buzzati in un'ambientazione fantascientifica: vi ritroviamo l'idea di un mistero che cova sempre dentro i personaggi stessi, così come l'attesa vana per la realizzazione di un desiderio che non trova mai esito. Chi ha letto Il deserto dei Tartari o si è soffermato sui tanti racconti (vera prova di bravura) dello scrittore bellunese, certamente ritroverà un'atmosfera nota, nonché gli escamotage di Buzzati per stregare i lettori: apparente semplicità e molteplici chiavi di lettura.


GMGhioni



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Cosa sareste disposti a fare, se il Ministero della Difesa vi inviasse una convocazione urgente e vi volesse "arruolare" per una missione segretissima, che comporta un ottimo stipendio, sì, ma lasciare tutto quello che avete? Il protagonista de #IlGrandeRitratto, professore universitario di Elettronica, accetta, dopo un po' di esitazioni, ma fin da subito il clima di segretezza che cova attorno al fantomatico progetto è inquietante. Cosa si nasconde nell'area protetta dove lui e sua moglie vengono portati? In questo romanzo breve del 1960, #DinoBuzzati riprende i temi a lui cari (ad esempio, l'attesa spasmodica per desideri che resteranno poi inappagati), insieme a uno sguardo interessante sulla robotica e l'impatto etico della scienza. Qualche difetto strutturale c'è, ma "Il grande ritratto" resta un'opera da leggere, se amate Buzzati! Presto sul sito l'invito alla lettura di @gloriaghioni! #Mondadori #instalibri #instabook #classici #inlibreria #book #CriticaLetteraria
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