#PagineCritiche - Caracalla: un Alessandro Magno mancato

Caracalla
di Alessandro Galimberti
Salerno Editrice, 2019

pp. 256
€ 19 (cartaceo)
€ 12,99 (ebook)


Generoso e amabile nell'infanzia, crudele e sanguinario da adulto: sono queste le caratteristiche che si sentono più spesso attribuire dalle fonti a Caracalla, uno degli imperatori romani più chiacchierati della storia. Ma dove sta la verità? Le dicotomie troppo oppositive sono sempre eccessive, e così Alessandro Galimberti, nel suo nuovo saggio uscito da poco per Salerno Editrice, ricostruisce un ritratto di questo personaggio storico senza dubbio controverso, facendo attenzione a sfrondare e contestualizzare le fonti. 
Certamente Caracalla ha sempre pensato a come eliminare fisicamente il dissenso, a cominciare dal prefetto pretorio Flavio Plauziano (suo suocero) e a Geta (suo fratello). E furono anche questi eventi a marchiare per sempre la sua biografia e a far passare in secondo piano uno degli atti più rivoluzionari del passato, la cosiddetta Constitutio Antoniniana.
Con questo atto, scritto forse dalla mano stessa di Caracalla e testimoniato in modo lacunoso dal papiro di Giessen, la cittadinanza viene concessa a quasi tutti gli abitanti dell'Impero. Un atto che viene mal visto dal Senato, ridotto a meri obiettivi fiscali da parte di alcuni, ma anche un importante impulso all'integrazione. Inoltre, la Constitutio alimenta il sogno di un impero universale, con Roma come capitale.
L'ambizione, in Caracalla, è smisurata, come è facile dedurre da questo piano, tanto più che desidera emulare il suo modello: Alessandro Magno. Ecco allora che nel saggio Galimberti si sofferma a lungo sulla "alessandromania" che colpisce Caracalla (e molti altri prima di lui): il suo amore per l'Oriente, l'obiettivo di un enorme impero, così come il desiderio di trascorrere molto tempo con i soldati, faticare quanto loro, diffondere la fama di essere un grande generale,... Sono solo alcuni dei tanti indizi che dimostrano come Caracalla avesse costruito la sua vita su imitazione di Alessandro, e alcuni di questi hanno risvolti inquietanti, come il desiderio di sposare la figlia del re dei Parti come lo stesso Alessandro aveva sposato ai tempi la figlia di Dario III.
Eppure, i tanti obiettivi di Caracalla vengono realizzati solo parzialmente: la fama di soldato che tanto bramava è risultato di una sapiente costruzione, ma i risultati (si pensi ad esempio alla spedizione contro gli Alamanni o a quella contro i Parti) non sono certamente quelli auspicati.
Vendicativo di fronte ai rifiuti o alle offese (passerà alla storia e alla mistificazione della leggenda la strage ad Alessandria), arriverà a subire una congiura che gli costerà la vita in modo decisamente ingiurioso, a soli ventinove anni, e dopo essere rimasto al potere per un periodo piuttosto breve, dal 211 al 217 d.C. 
Il riesame della biografia di Caracalla operato da Galimberti non procede in modo necessariamente cronologico: sebbene l'iter segua grossomodo il periodo di Caracalla al potere, con un capitolo incipitario sulla sua infanzia, sono presenti anche letture tematiche e trasversali (come quella sulla già citata alessandromania), che sono certamente indicate a un pubblico che già conosce l'ossatura delle vicende biografiche, per non rischiare di perdersi. Va indicato come grande pregio dell'opera la cospicua bibliografia finale, che permette di trovare tanta letteratura secondaria e brani delle fonti per approfondire ulteriormente questo personaggio mai cristallino, eppure facilmente leggibile nelle sue finalità. 

GMGhioni





Un post condiviso da CriticaLetteraria.org (@criticaletteraria) in data: